come un giaguaro - cap 2

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elizbet pov.

vado a dormire dopo una lunga giornata di lavori e abusi, sia verbali e manuali. ormai non riesco nemmeno pii a piangere, il dolore è troppo forte: ma me lo merito, faccio schifo cioe sono veramente il peggio del mondo e fanno bene a trattarmi cosi.
mi alzo dal letto perche non ho sonno, sfrego tra loro le mie manine molto piccole ma ben curate con unghie circa 5cm rosa pallido perché fa molto freddo lì infatti mio zio è molto ricco e ha una casa grande ma mi tratta come la sua schiava mi fa dormire nella sofitta più alta e fa freddo anche d estate.
mi alzo dal letto e mi metto a piangere, anche se ho detto che sarei stata forte so che non posso piangere perche lo so che lo fa per il mio bene mio zio. mi alzo dal letto ed esco dalla porta, dopo essermi alzata dal letto. è difficile alzarmi, ma devo farlo. voglio andare a vedere le stelle.
mi alzo dal letto. un altra mia grande passione e quella del celo, con le nuvole e il sole e gli arcobaleni e gli uccelli che volano liberi e io vorrei volare libera come loro ma non posso. mio zio mi prendeva in giro dicendo che volevo essere un piccione, ma in realta vorrei essere un bellissimo giaguaro alato, o magari un angelo, per poter volare via da questa città corrotta e scappare a la vegas.
in realtà mi identifico molto in un giaguaro alato: sono una ragazza testarda, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno cioe se qualcosa non mi piace lo devo dire. però allo stesso tempo non voglio dire di no a mio zio, perche è l'unico parente che mi resta e poi resterei sola perché sono brutta e nessuno vorrebbe mai state con me.
mi alzo dal letto. sono un giaguaro perché sono forte e ho idee chiare, ma allo stesso tempo sono così debole, non ho forza nelle mie braccine,spero che un giorno se trovassi qualcuno che vuole stare con me se fosse forte e muscoloso così potrebbe proteggermi tra le sue possenti braccia. ma ho le ali perche sono uno spirito libero.
mi alzo dal letto e scendo le scale, vedo mio zio che dorme sul divano del 20 piano, quindi faccio piano cosi non lo sveglio. non lo voglio svegliare, l'ultima volta che è successo non mi ha dato da mangiare per due mesi forse per questo sono così magra. cioe si, sono un metro e dieci ma peso 20 grammi, sono veramente grassa e brutta nessuno vorrebbe mai stare con me pero sono troppo magra, ma sono grassa. non mangiare mi ha portato alla rottura di tutte le mie costole e alla scomparsa del rene destro. non voglio sparisce anche quello sinistro.
corro pii velocmeente possibile giu dalle scale per paura che possa seguirmi, voglio andare a vedere la mia scuola un'ultima volta visto che forse non andrò più. non arrivano i servizi sociali perché mio zio e molto ricco ed e amcio delle guardie cioe le corrompe sempre con i suoi sporchi soldi e fanno finta di niente.
esco dal portone di casa, come un giaguaro che attende la sua preda. mi guardo in torno e inaspiro l aria della notte.
-ehi- sento una voce vicino a me.
io mi giro di scatto e urlo: chi potrà mai essere a quest'ora della notte? e poi ehi a chi? io non ho amici, non conosco nessuno! è un malintenzionato? o un napoletano?
-sei elisabet per caso?-
guardo meglio la figura oscura nella notte e... oddio. era lui.

ragazzziiii se vi è piaciuto questo capitolo mi raccomando commentate e lasciate la stellina 💥😼 chi ha incontrato Elisabet? chi e quella oscura persona? cosa succederà? lo scoprirete nel prossimo capitolo!

l'avventra di ElizabetDove le storie prendono vita. Scoprilo ora