"Ciao!"
Da dove arriva questa voce? Mi fermo ed istantaneamente il suono delle miei scarpette rosse sull'asfalto scompare. Mi giro, forse c'è qualche bambino con il quale giocare!
Una volta fatto un giro su me stessa la mia attenzione viene attirata verso la casa adiacente alla strada"Sono qui! Mi vedi?"
La voce proviene dalla porta ma non riesco proprio a vedere chi c'è. La siepe, ancora miracolosamente verde e rigogliosa nonostante il caldo torrido, mi impedisce di scorgere la figura seduta accanto alla porta.
"Chi sei? Non ti vedo"
Una figura alta, lentamente, si inizia ad alzare e si avvicina alla siepe.
"Tu sei la figlia dei vicini? Quelli che vivono poco distante da qui, la casa Bianca se non sbaglio"
Mi sorrise immediatamente in modo amichevole, non ho proprio idea di chi possa essere questo ragazzo ma ha senza dubbio un'aria rassicurante e sembra amichevole. Conosce sicuramente la mia mamma.
"Tu conosci la mia mamma?" I pensieri si tramutano in parole, la mamma mi sgrida sempre quando parlo così di getto ma è più forte di me, non mi ha ancora perdonato per aver chiamato zio Giovanni <faccia di serpente> ma lo è! È una stupida faccia di serpente!
"Si sì, la conosco e sono sicuro che non sarebbe di certo felice nel vederti qui da sola. Lei lo sa che sei qui? Mi ha detto che non ti fa mai andare via da sola!"
Noooo! Sa che sono uscita di nascosto! La mamma gli avrà detto che non ho il permesso. Ora mi metterà sicuramente in punizione, mi ha già punito non permettendomi di guardare la tv per una settimana quando distrussi la bomboniera del matrimonio della zia Greta con il pallone! Figuriamoci se dovesse sapere che sono uscita di nascosto o che ho messo il vestitino a fiori."Ti prego non le dire nulla" dissi con tutta l'enfasi del modo, assumendo il broncio che di solito convince tutti a perdonarmi.
Lui di rimando scoppiò subito in una fragorosa risata. "Ti sembro così cattivo?" Si avvicinò ancora di più alla siepe
"Non le dirò nulla ma tu adesso torni immediatamente a casa. È pericoloso andare in giro per le strade da sola. Una bimba così bella e indifesa non può stare tutta sola"
"Ma guarda che io sono grande! Ho 8 anni!"
"Beh questo cambia tutto! Ritiro tutto quello che ho detto. Sei una bimba grande però devi tornare a casa. Promettilo o dirò a tua madre che esci di casa da sola e senza dirle nulla"
Non molla. Credo proprio che andrò via. Non ho alternativa.
"Va bene! Vado subito via! Ciao ciao"
Dissi girandomi ed iniziando a saltellare verso la via di casa con la sua risata di sottofondo.Dopo pochi saltelli però qualcosa andò storto. Con la scarpetta andai a sbattere contro un sasso cadendo distesa a terra. Un dolore lancinante inizio a propagarsi dal ginocchio e poi per tutta la gamba. Non devo piangere! Non devo, solo le bambine lo fanno ed io ho ha 8 anni!
Pochi furono i secondi precedenti al contatto di grandi mani forti che mi alzarono dall'asfalto.
" ti sei fatta male piccola? Vedi cosa accade quando si esce di nascosto?"
Era un uomo grande e possente. Portava dei capelli lunghi, raccolti con un elastico e un accenno di barba, non come quella di babbo natale, un bel po più corta. Puzzava di benzina? Lo guardo però era rassicurante e quell'accento di sorriso lo confermava, non mi avrebbe mai fatto del male.
"Tirati su e fammi vedere se ti sei fatta del male" mi mise impedì ed inizio ad ispezionare mi meticolosamente. Ci mise però poco a notare il sangue sul ginocchio dolorante.
"Ecco, vedi?"Ti sei vedo chiaramente la ferita. Non puoi tornare a casa così o tua madre capirà che sei uscita da sola"
Era proprio vero, subito il panico mi assalì. Mi avrebbe messa in castigo subito.
"Non fare quella faccia" di nuovo scoppio a ridere, "se me lo permetti ti aiuterò io, vieni, medichiamo subito questo taglio"Mi prese per mano e si incamminò verso casa. La gioia di evitare la punizione mi porto a seguirlo di buona lena, a quanto pare sarei stata graziata!
Varcata la soglia di casa mi trovai di fronte un grande salotto, divani in pelle costeggiavano una parte della sala e di fronte un tavolino di cristallo, dalla parte opposta una tv e degli scaffali ricolmi di cibo. Patatine, cracker, biscotti, cioccolato di ogni tipo, tutta la roba Kinder esistente al mondo.
Insomma il sogno di ogni bambino goloso ed inutile dire che ne rimasi incantata all'istante."Se fai la brava e ti fai medicare ti darò qualcosa" disse seguendo con lo sguardo la direzione dei miei desideri
"Va bene, affare fatto!" Ero troppo golosa e tutte le recenti punizioni avevano fatto scarseggiare i doni di questo tipo, o per meglio dire, tutti i doni.
Si mosse verso uno stipetto vicino alla tv e torno con una scatola con dentro garze e cerotti.
"Brucerà un po' ma devi stare ferma" disse mentre perendeva l'alcol per disinfettare la ferita.
Noooo! Mi farà male con quel terribile liquido malefico, pensavo lo avesse solo la mamma in bagno.
Una volta seduta sul divano si inginocchiò accanto a me e iniziò a pulirmi con il cotone sulla piccola ferita.
"Aaaa" bruciava tantissimo ma lui strinse la presa sul mio ginocchio e non potei che rimanere immobile
"Devi stare ferma, manca poco e ti darò le patatine che guardavi prima"
Cercai di stare il più ferma possibile ma il tutto fu agevolato da bruciore che si alleviava.
Dopo poco lascio perdere la ferita ed inizio a fissarmi in viso intensamente. Uno sguardo duro, come se stesse guardando un cucciolo indifeso e volesse mangiarlo.
Non disse nulla.
"Perché mi guardi così?"
Continuò a guardarmi senza parlare e torno a concentrarsi sulla ferita poi iniziò a spostare la mano verso l'alto, i polpastrelli iniziarono a creare una leggera pressione sulla carne tenera della coscia. Cosa stava facendo? Non capisco.
Sentivo chiaramente le mani salire fino al bordo delle mutandine.
"'Non ti spaventa, voglio vedere se hai delle ferite anche tu"
Rimasi totalmente in silenzio mentre iniziava a toccare la mia farfallina.
"La mamma mi ha detto che nessuno deve toccare la mia farfallina" lo guardai indispettita
"Ma ora ti sei fatta male! Bisogna che controlli anche lì. Se stai ferma ti darò anche un'altro regalino"
Rimasi ferma e immobile. Non riuscivo a capire perché mi volesse toccare proprio lì ma continuava con sempre più frenesia. La paura inizio a pervadermi e lui subito lo capì. Mi leggeva come un libro aperto
"Non avere paura. Devo controllare bene. E poi ti vorrei far vedere un mio piccolo amico. È un serpente buono. Non ti farà del male"
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Andiamo a guardare l'alba
ChickLitElisa si trova ad un bivio. La sofferenza che sta vivendo la sta spingendo verso una scelta molto difficile ma quali sono le ragioni che l'hanno portata a questo momento così doloroso? Marco la desidera fin dal primo incontro ma non è forse l'unico...