22.CATLOS. La storia

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Salgo le infinite scalinate dell'albergo con un vassoio stracolmi di cibo in mano. Ho trovato delle uova e delle verdure quindi l'omelette è stata la prima cosa che mi è venuta in mente. Modestamente sono brava ai fornelli. Ho preparato pure delle cotolette impanate e fritte, spero davvero che sia di suo gradimento.

Entro in camera, Carlos è sul letto, ha un cuscino dietro le palle e la schiena poggiata al muro. Mi guarda e sorride

"Quello è per me? Sto morendo di fame!" Sembra essersi ripreso un po'. Perlomeno non dice più cose strane.

"Si! Ho pensato avessi bisogno di mangiare per riprenderti."

"Non riesco a muovere bene il braccio a causa delle ferite ma tranquilla, ci vuole ben altro per uccidermi!" Mi rivolge un sorriso rassicurante "però ora basta antidolorifici perché mi fanno diventare ancora più fuori fase del dovuto. Preferisco sopportare il dolore"

"Mamma mia che uomo rude che abbiamo qui!" Lo canzono un po'.

"Rude si ma non dimenticare bello! Lo hai detto tu stessa in aereo" risponde con un'espressione da spavaldo in viso.

Ma perché deve tirare fuori questa storia?arrossisco subito e mi metto a ridere come una scolaretta! Ma cosa cavolo mi sta succedendo? Mi sto rincitrullendo? Lui sorride ed io vado in brodo di giuggiole mentre scene del nostro bacio della scorsa notte vengono proiettate nel mio cervello provocandomi un fremito immediato. BASTAAAA!

"Sei solo un cretino! E se non la smetti vedrò di mettere un ingrediente segreto nel tuo piatto"

Mi avvicino al letto con il vassoio e lo Poggio sul comodino, ho tirato vicino al letto una poltrona e mi ci siedo.

"Piuttosto mentre mangi credo tu mi debba delle spiegazioni! Chi è Dillon? Perché ti hanno ferito? Ho conosciuto tuo fratello Demon e devo dire che mi sembra più sano di mente di te"

Si rabbuia immediatamente, come se gli avessi detto qualcosa di sbagliato " c'è stato Demon qui?"

"Si, ti ha medicato e mi ha detto che tornerà appena avranno trovato la squadra di Dillon. A quanto pare si sono nascosti e credo ti vogliano uccidere. Siamo barricato qui fino al suo ritorno"

Continua con il viso imbronciato "e a quanto sembra l'unica cosa che ti rende felice è l'incontro con Demon"

Ma cosa gli interessa! Gli sto dicendo che lo vogliono uccidere e l'unica cosa che va a pensare è al mio incontro con Damon? Sembra quasi geloso ma non posso credere sia così. "Ma dove ti va la testa? Siamo chiusi qui e invece di spiegarmi il perché, pensi a Demon?!"

"Lo trovi carino?" È geloso davvero!

"Sei per caso geloso?"

"No no. Era tanto per sapere" abbassa subito lo sguardo rabbuiandosi ancora di più.

"Dai, il cibo sarà già freddo. So già che non riesci ad alzare il braccio quindi ti imboccherò! Non fare troppe storie!"

Lui mi guarda torvo ma non replica nulla e fa un cenno con la testa.
Mangia in silenzio. Chissà cosa sta pensando. Sembra un po' arrabbiato.

A fine pasto raccolgo tutti i piatti
"Era davvero buonissimo. Complimenti. Sono molto stanco ma vorrei raccontarti di Dillon. Ti chiedo solo una cosa. Vorrei che venissi qui a sdraiarti accanto a me mentre ti dico tutto. Sono totalmente innocuo considerato le fratture. È solo che sento il bisogno di avere qualcuno a canto e vorrei te"

Dice tutto guardandomi con il più dolce degli sguardi. Come se per lui dire queste cose non rappresentasse un gioco. Come se nella realtà non lo avesse mai chiesto a nessuno se non a me.

Non esito un secondo, le parole escono da sole "si. Arrivo subito" il cuore accelera i battiti. Quello che provo con lui è qualcosa di diverso, qualcosa che non ho mai provato prima.

Poso tutto e timidamente mi sdraio accanto a lui appoggiandomi su un gomito per guardarlo. Siamo vicinissimi ma non ci sfioriamo, avverto il suo calore, il suo profumo, una fragranza sottile, leggera, sa di mare e di pulito, come l'oceano. Lo guardo negli occhi e attendo che inizi a confidarmi cosa diavolo è successo

"Dillon è il patrigno. Mia madre viveva con lui quando è morta." Fa una lunga pausa, come se continuare gli costasse uno sforzo troppo grande "è morta di overdose quando io avevo dieci anni circa. Sono rimasto con lui fino ai quindici anni ma poi mi sono voluto allontanare. Mi voleva far diventare come lei, succube delle sue scelte ma io non gli ho permesso di fare nulla. Ho vissuto in un modo duro Elisa. È lui che mi ci ha introdotto ed io ho imparato molto bene, così bene da estrometterlo ed ora mi vuole morto. Ma la verità è che il sentimento è reciproco."

Lo fisso negli occhi e ci vedo un mare in tempesta. Questo è lui, lo percepisco. Forte e solitario.

"Non voleva che studiassi legge sai? Voleva che iniziassi a drogarmi, forse per farmi uscire dagli affari. Non ho permesso tutto questo ed ecco perché siamo qui"

"Demon è cresciuto con me. Non è davvero mio fratello, ma è la cosa che si avvicina di più ad una famiglia per me. Lui è orfano, non ha nessuno, ci siamo dati forza a vicenda ed ora lavora per me, lavora con me"

Tutte queste informazioni si abbattono su di me come una valanga e mi fanno paura. Sento dolore per la sua confessione ed il mio corpo traditore freme al solo pensiero di un bimbo solo in un mare di lupi. Lui subito si accorge del mio cambio d'umore e con un braccio, quello meno ferito, mi attira a se.

"Non devi avere paura, è tutto sotto controllo. Io ti proteggerò da chiunque provi anche solo a sfiorarti. Torneremo presto a casa" ed io mi trovo a sperarlo. Il mio cuore si riempie di un calore che porta il suo nome e che va a colmare tutto lo spazio vuoto.

Rimaniamo così per un po'. Finché lui non si addormenta ancora sotto un blando effetto degli antidolorifici.

Mi sono cacciata proprio in un bel guaio, il guaio si chiama Carlos ma è l'unica persona che fino ad oggi si è schierata ufficialmente in mia difesa e sento il dovere di non abbandonarlo, almeno per ora.

Andiamo a guardare l'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora