13.

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In lontananza avverto dei passi.
Fa che non sia lui, fa che non sia lui.

-"Quando vuoi stare sola vieni sempre qui.." è lui.
-"E puntualmente non riesco mai a stare sola, arrivi sempre tu." rispondo un po' malinconica.
Si siede accanto a me e rimane in silenzio.
-"Cosa fai?" chiedo.
-"Ti lascio pensare."
-"Non è la stessa cosa, perché.."
-"Perché ti agito."
-"Mi agiti."
-"Anche tu mi agiti. Secondo te, cosa vuol dire?"
-"Che dobbiamo stare lontani."
-"O forse più vicini."
Mi tira verso di sè.
-"Non è una buona idea, lo sai."
-"So io qual è una buona idea." Si alza e mettendomi un braccio sotto le gambe ed uno dietro la schiena, mi solleva, e mi porta verso il mare.
-"Non ci provare, non buttarmi in acqua."
-"Ci buttiamo insieme" e in un attimo ci ritroviamo in acqua.
Io cerco di tornare a riva, ma lui mi afferra per i fianchi e mi ributta in acqua.
Ridiamo, ridiamo tanto.
Mi sento leggera, tranquilla, felice.

Il nostro è un gioco di sguardi.
Un cercarsi reciproco.

Mi sposta i capelli dalla fronte.
Mi accarezza il viso, le labbra.
Si avvicina, piano, sempre di più.
Io inizio a tremare, ma non per il freddo.
Siamo talmente vicini che riesco a sentire il suo respiro.
Mi poggia una mano sulla guancia e lentamente poggia le sue labbra sulle mie. Sono così morbide.
Mi dà prima dei piccoli baci, incerti. Bacio, contatto visivo, bacio, contatto visivo.
Niente di più dolce di questo momento. Così delicato, così premuroso.
Mi abbraccia, porta le mie gambe intorno alla sua vita, e lentamente usciamo dall'acqua, mi poggia delicatamente sulla sabbia.

Ancora contatto visivo.
L'atmosfera si è fatta bollente.
Mi dà un bacio più deciso, con la sua lingua va alla ricerca della mia. Una volta ancora.
Mi tortura il labbro inferiore, questa cosa mi fa impazzire.
Mi dà dei baci sul collo, il suo respiro mi fa venire la pelle d'oca.
Fa scendere,lentamente, la sua mano dal mio viso ai fianchi.
La fa nuovamente risalire, per poi riscendere e fermarsi sui seni.
Comincia a massaggiarli delicatamente.
Io sto letteralmente impazzendo.
Il mio respiro accelera.
Passa poi alla coscia, e delicatamente mi sfila gli slip.
Non riesco a pensare.
Non mi importa nemmeno che qualcuno possa vederci. Ci siamo solo io e lui.
Si sbottona completamente la camicia, e si toglie i jeans. Sento la sua erezione premere sul mio bacino, nel frattempo continua a baciarmi il collo ed è inevitabile emettere un gemito di piacere.
Si toglie i boxer e mi penetra lentamente, delicatamente, per poi aumentare la velocità ad ogni gemito.
Non riesco a non ansimare e percepisco che a lui fa impazzire, talmente tanto che raggiungiamo il culmine contemporaneamente.
Non mi era mai successo.
Abbiamo fatto l'amore.
Si sdraia accanto a me, mi guarda, mi sposta le ciocche di capelli attaccate alla fronte sudata e mi da un ultimo bacio. Poi sorride...e sorrido anche io.

No tengo miedo a llorar | Alvitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora