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Shin Do-hyun era una ragazza dalla vita ordinaria e spensierata,una liceale come tante altre,pronta a godersi ogni istante della vita,accogliendo ciò che di nuovo sarebbe arrivato e con un sorriso splendente stampato costantemente tra le labbra ad illuminarle il volto. Una ragazza alla quale tutti si affezionavano facilmente per via del suo carattere allegro,vivace e sinceramente buono che da sempre l'aveva portata ad avere un gran numero di amici. Tanti erano inoltre i ragazzi del suo istituto e non che avevano una grande cotta per lei e le andavano dietro: attirati dal carisma che anche involontariamente riusciva a sprigionare,dalla sua intelligenza che,a scuola,le permetteva e le garantiva sempre il massimo dei voti facendola classificare ogni anno come una studentessa modello,qualcuno da cui prendere o fare riferimento e dall'innegabile bellezza delicata e angelica che possedeva.
Do-hyun era davvero molto bella,una di quelle ragazze capaci di attirare l'attenzione su se stesse senza nemmeno sforzarsi di farlo; lei semplicemente passava per un corridoio del suo liceo o per una strada e le persone si voltavano incantate verso di lei,immaginandola come qualcuno di famoso o probabilmente come una possibile trainee di una qualche agenzia,in quanto il suo viso certamente non sarebbe passato inosservato.
La ragazza possedeva un fisico minuto e magro,non era particolarmente alta, faticava quasi ad arrivare al metro e sessanta ma ciò contribuiva solo a renderla più graziosa e simile ad una bambina. Le gambe erano davvero sottili così come le braccia,talmente tanto che chi le stava intorno aveva quasi paura di riuscire a spezzarla con un solo abbraccio,dato magari con un po' più di forza. La pelle invece era chiara e splendente,priva di imperfezioni ed il modo in cui il suo viso prendeva velocemente colorito,nei momenti in cui si imbarazzava,era un ulteriore qualcosa in più che tendeva a farla sembrare agli occhi di tutti come una bambolina carina e fragile. I bellissimi lunghi e mossi capelli castani le incorniciavano il volto,gli occhi da cerbiatta che possedeva erano davvero grandi e luminosi e sempre lasciavano trapelare quella vitalità che perennemente si portava dietro,il naso invece era piccolo e carino,letteralmente perfetto per stare nel suo viso mentre le labbra,che sembravano quasi dipinte,erano soffici e ricordavano la forma carina di un cuore,il labbro inferiore era leggermente più carnoso rispetto a quello superiore che il più delle volte era piegato con gli angoli verso l'alto,in un sorriso contagioso e vitale.
Do-hyun era quel tipo di persona che tutti riuscivano facilmente ad amare e con cui tutti andavano d'accordo. Una ragazza dalla vita perfetta: con tanti sogni,una famiglia che l'amava tantissimo e circondata da amici in qualsiasi momento.
In poche parole Shin Do-hyun era l'esatto opposto di Kim Taehyung.
Taehyung era uno studente che frequentava la stessa classe della castana. Non erano molti i mesi trascorsi da quando il ragazzo si era trasferito nella scuola della giovane e quindi anche nella città in cui Do-hyun era nata e cresciuta. Non si sapeva molto sul suo conto: quando era arrivato,poco dopo l'inizio del primo semestre,il suo trasferimento aveva causato un discreto scalpore da parte degli alunni curiosi e affascinati da quel ragazzo così misterioso,che era stato presentato alla classe dal professore come un nuovo studente,che per motivi personali aveva dovuto affrontare un lungo trasferimento da un paese del tutto diverso dalla Corea,il Canada. Questa era infatti una delle pochissime informazioni che i compagni di classe possedevano su Taehyung: il fatto che nonostante fosse nato in Corea,in giovanissima età si era allontanato dal suo paese nativo con la famiglia,trasferendosi nel paese della foglia d'acero e stando li solo fino a qualche mese prima di allora. Non si sapeva il motivo per cui avessero deciso di allontanarsi dalla Corea per raggiungere un paese tanto distante,ne tanto meno si sapeva il perché fossero improvvisamente ritornati. Nessuno conosceva effettivamente molto di lui,quello che si sapeva era semplicemente frutto di supposizioni nate e voci di corridoio sparse dagli altri studenti.
