Capitolo 1

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Dodici anni dopo...

Io la odio.

Negli anni ho imparato a fingere discretamente bene.

Sono diventato bravo a camuffare l'odio che provo nei confronti di Giorgia, facendolo passare davanti ad Andrea per siiincero affetto; sono diventato un maestro nel fingere che l'amore che provo nei confronti del mio migliore amico sia, in realtà, soooolo affetto fraterno.

Sono figlio unico, purtroppo. Avevo bisogno di un fratello.

Io ho bisogno di Andrea che si inginocchi ai miei piedi prima per professarmi amore eterno e poi per farmi un poooo...Okay, è meglio che non vada oltre. Risulterei davvero pietoso.

"Non vedo l'ora che arrivi il mese prossimo. Andremo alle Bahamas, amore!"

Oca. Il mese prossimo si sposerà con il ragazzo migliore che esista sulla terra e lei pensa al viaggio di nozze.

Con gli occhi seguo tutto il movimento che compie la mano ricoperta di deliziose lentiggini di Andrea fino ad arrivare a quella piccola e perfettamente curata di Giorgia, dove spicca glorioso e fastidioso l'anello di fidanzamento che l'anno scorso il mio migliore amico le ha regalato per il suo ventottesimo compleanno.

"Anche io non vedo l'ora che arrivi il mese prossimo, piccola."

Piccola. Bleah.

Concentro l'attenzione sul risotto ai frutti di mare che ho ancora per metà nel piatto. Mi sale un po' di nausea e mi ritrovo a rimpiangere per la millesima volta di aver accettato di presenziare a questo stupido pranzo domenicale con i due piccioncini.

Mi trovo nel giardino dell'albergo della famiglia di Andrea, circondato da alcuni tavoli dove siedono dei clienti stagionai della struttura, a farmi mordere dalle zanzare e a fare da terzo incomodo.

Se qualcuno volesse dei consigli su come trascorrere divinamente una domenica soleggiata di maggio, lo chieda a qualcun'altro con un cervello funzionante perché io ho solo idee di merda.

"Non hai fame, Gianmaria?"

Sposto lo sguardo dal mio risotto, ormai trasformato in colla per dentiere, ad Andrea.

Dio, vorrei piangere. Ogni volta guardare quegli occhi turchesi e quelle lentiggini sul naso un po' a patata è troppo doloroso.

Divento sempre più masochista.

"Ho un po' lo stomaco sottosopra," mento.

Finirò all'inferno per colpa delle cazzate che dico ad Andrea, ma sono costretto.

In realtà, non mi costringe proprio nessuno, sono solo una testa di cazzo.

"Non è la prima volta che non mangi quando sei con noi. Non soffrirai di disturbi alimentari?" si intromette Giorgia.

Che qualcuno mi fermi perché potrei davvero strozzarla.

"Giorgia, perdonami, ma ti consiglio di non nominare i disturbi alimentari se non sai di cosa stai parlando," replico immediatamente, cercando di apparire il meno infastidito possibile.

Impresa ardua perché Giorgia è la regina delle stronze.

Infatti, la futura signora Magnini ha la faccia tosta di ghignare e alzare le mani in un finto segno di resa. "Perdonami, avevo dimenticato di avere davanti un dottore."

"Pediatra," specifico.

Giorgia rotea gli occhi. "Sei sempre un dottore."

Cristo, dammi la forza per mantenermi ed evitare di sbranarla.

Dalla prima elementare: Andrea&Gianmaria Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora