Everybody Knows

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A casa loro, di solito, si svegliano tardi.

Non è una cosa insolita, e nemmeno recriminabile, alla fine: quando vi raccontano che 'prima o poi ci si abitua al jet lag' vi stanno dicendo una stronzata e, visto il lavoro che fanno loro, soprattutto quando sono in tour, i loro orari non esistono, e finire tardi è più la regola che l'eccezione. Se vuoi scalarti qualche ora, poi, per uscire o semplicemente vivere, l'unico risultato osservabile può essere Liam Payne, l'unico che riesce ad essere in piedi prima delle sette, con una pentola in mano e un mestolo nell'altra, che annuncia che stanno già servendo la colazione e che dovete alzarvi, assolutamente, non importa se avete fatto le tre o se non vi sentite bene, e Louis ha provato ad andare contro questo regime una volta, prima di capire che non era assolutamente una battaglia da portare avanti. Quindi, svegliarsi tardi è la norma.

Se non fosse che.

Quella particolare mattina, Harry è ancora steso a letto, a pancia in su, i capelli sciolti mentre gioca con un elastico al polso, e guarda fuori, gli occhi verdi socchiusi. Sente un mento sulla spalla e un braccio circondarlo, e Louis dire, a bassa voce:

''Sono le otto e cinquantasette.''

Un mugolio, Louis capisce che non basta e continua a pensare, osservando l'ombra della sua mascella da sotto le ciglia. E' un vecchio metodo che hanno loro per calmarsi, quando essere un personaggio pubblico sembra enorme e fuori controllo: elencare le cose ovvie, i problemi con risoluzione semplice. L'ultima volta che l'avevano usato, era stato all'ennesima intervista con speculazioni crudeli e inutili sulla fama da 'don giovanni' di Harry. Louis, baciandogli la fronte, aveva iniziato a mormorare:

''Ha chiamato tua madre, stamattina, e dice che ha fatto la torta di mele per domenica.''

''Dovremmo sistemare la pittura in salotto, si è scheggiata, è passato un sacco di tempo.''

''Continuo a non trovare quella felpa blu, penso di averla lasciata nella casa a New York.''

''Ho perso un ciondolo del portachiavi in macchina.''

''Devo ancora ricomprare il vaso che ho rotto giocando a calcio in cucina.''

Harry aveva aperto gli occhi, tirando su col naso: ''Tu hai rotto cosa giocando a che?''

'''... Niente?''

Quella mattina è diversa, però, e Louis lo sa, rimugina mentre gli accarezza lo stomaco. Lo sa, punto. Sospira, si piega a baciare la sua clavicola, continua: ''Dovremmo cambiare le lenzuola.''

Harry non volta nemmeno la testa: ''Vero.''

Un bacio sul collo, Louis inizia ad avvicinarsi al centro della questione: ''Per l'opinione pubblica, sono single da sei mesi e mezzo'' all'occhiataccia di Harry, aggiunge ''Ovviamente, sono impegnato da cinque meravigliosi anni. Pff.''

Una risatina, occhi verdi chiusi. ''Meglio.''

Okay, dritto e veloce. Louis ha letto questa frase in un libro che gli ha prestato Harry, ma non ricorda il contesto. Non fa niente, spera sia un buon auspicio. Puntella il mento su di lui, lo guarda, Harry si piega a fare lo stesso. ''Tra meno di un minuto usciranno post Instagram, articoli e video che confermano che stiamo insieme. E non cambierà assolutamente nulla. Sì?''

Un labbro di Harry trema, ma riesce ad annuire: ''Sì. Hai ragione. Okay.''

''Okay'' ripete in un soffio, prima di alzarsi per lasciargli un bacio sulla fronte, nel sentire un colpo alla porta ''Ti amo.''

Registra il 'ti amo anch'io' mentre si alza e si infila dei boxer e dei pantaloni della tuta, scivolando sul parquet a piedi nudi mentre, non trovando nessuna maglia in giro, sua o di Harry, decide di rimanere senza. Prende solo l'inalatore del suo ragazzo dal mobile prima dell'ingresso, facendoselo scivolare in tasca. Non si sa mai.

Everybody Knows ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora