⚠️ Avvertenza: la scena per cui ho inserito il filtro, per tenere fede alla personalità dei due personaggi, è venuta incredibilmente lunga (occupa gran parte del capitolo, pur avendo vari intermezzi) e anche molto dettagliata, senza fronzoli, per intenderci; se vi urta questo tipo di approccio potete saltare da qui fino al secondo divisore. Detto questo, vi auguro buona lettura 🐼
✧༝┉┉┉┉┉˚*❋ ❋ ❋*˚┉┉┉┉┉༝✧
Mi addolora doverla "tradire" in questo modo, tuttavia so di aver bisogno di restare sola, adesso. Sola con lui. «Tutto meraviglioso, ma mi sa che dovrò perdermelo. Non è una faccenda risolvibile in breve questa.» Chissà che cos'ha capito... che sto avendo un attacco di mal di pancia, sicuro. Quando vedrà sparire anche Rüdiger, forse, capirà.
«Oh, fa con comodo allora. Non ti preoccupare.» Mi congedo con una pacca sulla spalla, felice che si sia mostrata così comprensiva, almeno per una volta. Mi defilo attraverso la porta finestra che dava sulla veranda, sollecitando anche Rüdiger a seguirmi, dopo il giusto intervallo di tempo.
Mi faccio strada attraverso la sala da pranzo, una stanza ariosa dalle tinte azzurre che le ho sempre invidiato, in quanto dotata di porte-finestre scorrevoli che danno sulla piscina e, quindi, vista mare. Percorro i muri bianchi con una toccata veloce delle dita, pronta a sorreggermi in caso l'agitazione mi faccia mancare la terra sotto i piedi. Mi arresto alla fine del corridoio, sulla pedata del primo gradino delle scale a chiocciola, aspettando il suo arrivo. Non appena lo vedo comparire, lo conduco nella stanza da bagno al primo piano, quella più spaziosa, dotata di una finestra a oblò che dà anch'essa sul mare.
Incontro prima la mia immagine speculare e poi lui, che chiude la porta dietro di sé con un paio di giri di chiave, perché nessuno possa entrarvi per sbaglio e interromperci. Prima di dire qualsiasi cosa, mi fiondo sulle sue labbra, rivestendole del tutto, finendo di ringraziarlo per la collana che ora comparto con lui. «Oggi sei stato piuttosto taciturno rispetto al solito» gli faccio notare, rigirandomi il ciondolo tra le dita.
«Sono ingombrante, lo sai. Stasera non dovevi dividere la scena con nessuno.» Mi carezza la guancia con il pollice, le restanti dita piegate a reggere la mandibola. La sua risposta mi fa sfarfallare le ciglia, incantata, almeno fin quando non si piega in avanti per addentarmi il labbro. Al rilascio, l'interno scivoloso si attacca al labbro superiore; il suono è quello di una goccia d'acqua che precipita in un catino pieno. L'occhio mi cade sul suo orologio da polso, che segna ormai la mezzanotte. «Il bagno è una scelta bizzarra...»
«Andavi tu a chiedergliela la camera? Non volevo sporcare, ecco. Sai che imbarazzo poi!» Protesto, facendo approdare anche nell'intimità quel pizzico di brio che, fin dal principio, ravviva i nostri incontri. «Te l'avevo detto che non...» gli avrei ricordato di non esser mai stata con nessuno, ma lui, proprio mentre mi affannavo per ritirare fuori l'argomento, mi ha guidata fino al mobile del lavandino, fino a che, arretrando, non ho toccato il bordo del piano con la schiena. Lì mi sono interrotta.
«Io sì.» Un'ovvietà, che però innesta qualcosa in entrambi. Come in preda a un delirio dionisiaco, ho sradicato la giacca dalla sue spalle, facendola volare sul pavimento pregiato. Rüdiger armeggia con i bottoni della mia camicia; infila le dita attraverso il tessuto senza aver neppure finito di sbottonarla, colmandosi la mano della carne contenuta nella coppa. Sussulto, incurante di aver ansimato in un modo tanto volgare e gli catturo le labbra in un bacio rude, che nulla ha a che vedere con il tocco innocente che ci aveva identificati come una coppia carina, gusto vaniglia. Oh, se solo ci vedessero!

STAI LEGGENDO
(Un)freundlich
Romance[Seguito di "Rohe Seelen". Non è necessario averla letta in precedenza.] Quando una ragazza compie diciott'anni, è sempre un gran evento; simboleggia quel passo importante della vita che vede la trasformazione dell'adolescente in adulto e porta le...