Harry

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Dopo quattro anni si era finalmente deciso a tornare a Londra, ma perché se ne era andato?

Per scappare, ovviamente, Harry Styles al minimo accenno di un problema non perdeva tempo a infilare tutto quello che trovasse nella propria valigia per poi partire chissà dove senza dare una spiegazione effettiva a qualcuno. Scappava dalla sua famiglia, i suoi amici, dalla sue responsabilità e, spesso, dall'amore non sentendosi mai adatto in quei contesti differenti.

Che brutta cosa che è l'amore, la maggior parte delle volte è uno schifo, soprattutto per chi è spaventato dall'amore; il desiderio di stare con quella persona ma pensare di non essere mai abbastanza, l'essere sempre alla ricerca di quella cosa che ti farà battere il cuore ma se Harry scappava da quella cosa come poteva amare? Soffocava i suoi sentimenti prima ancora che potessero nascere, scappare era l'unica soluzione possibile ma non diamogli colpe per il suo cuore codardo, nella vita vieni influenzato dalle scelte che fai e se ti portano alla paura non potrai fare niente fino a quando non riuscirai a sconfiggerle e, forse, per Harry era arrivato il momento di scemare queste paure.

Era in stazione ad aspettare un treno, il treno che l'avrebbe riportato dalla persona che aveva più amato in vita sua; il treno sembrava non arrivare più e lui era stanco di aspettarlo in mezzo alla confusione della stazione ma sapeva di non poter perdere quel treno, nonostante fosse li da poco più di mezz'ora, sapeva di star aspettando quel treno da tutta la vita, col cuore in gola non poteva non sentirsi leggero nonostante avesse la custodia pesante della chitarra in spalla, era in ansia sì, ma pronto a ricominciare tutto da capo con accanto la persona che amava nella speranza che lo stesse ancora aspettando. Guardandosi alle spalle, al passato, rideva, perché dopo aver tenuto per così tanto tempo il muso alla vita aveva finalmente capito di aver sprecato molto tempo a scappare piuttosto che vivere guardando i suoi difetti e pensare che fossero perfetti per una storia d'amore.

E non fategli parlare di lui perché si perderebbe in monologhi lunghissimi riguardanti gli occhi azzurri del suo amato che al solo pensiero sentiva battere il suo cuore a mille, come se bastassero due "semplici" occhi a farti avere la tachicardia, anche se in effetti bastava quello per far tremare il cuore di Harry dopo tutti gli anni in cui viveva la sua vita da spettatore.

Quella stazione piena di innamorati non faceva che ricordargli del loro primo incontro, di come lui fosse appena arrivato a Londra e del ragazzo dai capelli color miele che, in modo sfacciato, si era avvicinato subito a lui per chiedergli chi fosse, Harry ricordava il suo modo impacciato di intrattenere la conversazione dato il suo poco relazionarsi al genere umano; il resto di quel primo incontro, purtroppo, non ci era dato saperlo, il cielo stava ancora guardando Harry dalla sua alta imponenza e lui voleva tenere per se quei ricordi, vi basti sapere che una cosa tira l'altra e finirono a rotolarsi nelle lenzuola.

Da lì continuarono ad amarsi ogni giorno sempre di più, Harry si sentiva amato come mai si era sentito in tutta la sua vita e gli sarebbe, davvero, piaciuto restare così per sempre ma uno come lui, che teme tanto l'amore, appena sentì le famose "due parole cinque lettere" si affrettò a scappare da lì il prima possibile.

In quei anni aveva avuto tanti amanti ma mai nessuno era riuscito a fargli battere il cuore come glielo aveva fatto battere Louis Tomlinson; nelle valli di denti di leone esprimeva sempre il desiderio che un giorno potesse tornare ad essere suo, stava bene quando lo vedeva sorridere, sognava sempre più spesso i suoi occhi in cui vedeva il per sempre. Così, dopo quasi un mese di riflessione, decise che era arrivato il momento di risistemare la sua vita iniziando dal pezzo più importante.

Il treno era arrivato, Harry si affrettò a salire e mentre guardava attraverso il finestrino assaporava l'aria di una nuova vita.

***

"I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti

La loro rabbia il loro disprezzo i loro risolini
la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore."

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