Arrivammo su un pontile abbastanza nascosto ma con una grossa nave, e molti uomini che ci giravano attorno, la guardai sbalordita, mio padre non mi aveva mai permesso di avvicinarmi al mare così tanto, non avevo mai visto una nave -Wow- dissi stupita -bella vero? - Leon mi sorrise, il che mi fece sentire ancora più triste, perché ci saremmo dovuti separare a momenti. Ad un certo punto si avvicinò a noi un ragazzo sui diciannove anni con i capelli neri, gli occhi grigi e vestito molto simile a Leon, però a differenza sua era molto più sicuro come se tutti dovessero stare al suo comando, e forse era un po' inquietante, si fermò proprio di fronte al principe -primo ufficiale Leon, sei arrivato, e chi hai portato con te? il secondo ufficiale Jack e... tu chi sei?- Leon guardò facendomi capire che dovevo stare zitta e disse -capitano Aric, lui è un giovane mozzo che abbiamo trovato per strada, ha tanta voglia di lavorare, magari non è tra i più forti, ma è molto astuto, sulla strada ha anche ucciso un paio di briganti che lo intralciavano -Aric mi si avvicinò, e mi mise una mano dietro la spalla -mmh non sono sicuro, sembra molto fragile- come osava quel poveraccio dirmi che ero fragile? Ma non potevo né dirgli questo ne fargli vedere quanto ero forte, visto che non lo ero, però sapevo una cosa, i pirati amavano far soffrire gli altri o vederli soffrire, amavano vedere qualcuno in difficoltà, o almeno questo era quello che mi avevano raccontato dalle storie, ma vedendo quel tipo ne ero ancora più sicura. Dopo aver valutato l'opzione di essere brava con la spada capii che quella era la mia unica scelta -non sono bravo con la spada o altro, ma un nuovo elemento nella ciurma significa un nuovo elemento da torturare- non ero sicura che avrebbe funzionato, ma in verità non ero nemmeno sicura di sembrare un ragazzo, ci furono degli attimi di silenzio da parte del capitano, finché non mi guardò con un ghigno malefico stampato in faccia -perfetto sei dei nostri, amo le urla e la sofferenza, a proposito, come ti chiami?- ecco una delle più grandi pecche del piano, non avevo pensato ad un nome -mi chiamo...Aki!- mi inventai al momento cercando di fare la voce più grossa possibile. lui sorrise -perfetto Aki, ma ora devo parlare con i miei ufficiali, vai nelle stanze dei mozzi- mi spinse facendomi cadere in una pozzanghera, e si mise a ridere, Saira e Leon mi guardavano sapendo di non potermi aiutare, quando caddi mi sfuggì un urlo, e Aric si mise a ridere -mi piace avere un fantoccio con cui giocare- ok, questa frase è parecchio fraintendibile, ma era vero, gli piaceva molto farmi del male, come se fossi il suo giocattolo, o ma io no, io non ci sarei stata, lui non sapeva con chi si stava mettendo contro, e infatti appena mi alzai lo schizzai il più possibile, e corsi via, in lontananza lo sentii urlarmi contro, e questo mi fece velocizzare il passo, e non mi fermai finché non arrivai sul ponte della nave. Non sapevo dove erano queste stanze, ma mi sembrava troppo sospetto che un mozzo non fosse mai stato su una nave, quindi me ne andai un po' a spasso, sapevo più o meno che queste stanze erano nella stiva, le peggiori... e infatti non erano neanche stanze, era un unico gigantesco magazzino, assi spaccate, topi, e un aria umida e irrespirabile, le uniche cose belle erano alcune amache attaccate a delle travi, feci per sdraiarmi sopra una, ma dei grossi tipi mi fermarono -stupido mingherlino queste sono nostre- mi spinsero a terra, ok tutto, ma quel giorno me ne stavano succedendo di ogni, non solo eravamo stati attaccati dai briganti, ma ero anche infreddolita per essere finita in quella pozzanghera, e ora stavo per farmi male di nuovo, sentii un grosso tonfo e mi trattenni dal cacciare un urlo e forse feci una cosa ancora meno consigliata, da terra, visto che non riuscivo a rialzarmi, urlai ai tipi cose di cui una principessa non dovrebbe nemmeno sapere il significato, uno del gruppetto si avvicinò a me, forse un po' offeso e mi prese per il collo, per poi lasciarmi cadere una seconda volta, lo vidi indicarmi ai compagni con un ghigno, un rivolo di sangue mi attraversava la faccia, i tipi ridevano, anzi tutti i presenti ridevano, tutti tranne uno che si precipitò subito in mio aiuto, mi sollevò da terra e mi fece sedere in un angolo, provò a togliermi i vestiti bagnati, ma lo fermai stordita -dovresti stare alla larga da quelli- mi disse preoccupato, mai io anche se mezza morta capivo che si era messo nei guai per salvarmi, quindi non esitai ad avvertirlo -vattene, o prenderanno di mira anche te- ma lui non mi ascoltò, invece si appoggiò con la testa sulla mia spalla -se non amassi il rischio non sarei mai venuto su questa nave- cavolo... sembrava così triste... -senti ma perché sei su questa nave? non mi sembri un pirata...- ovviamente era una semplice domanda da cui mi aspettavo una risposta tipo: "non tutti i pirati sono cattivi", e invece la sua risposta mi sorprese -odiavo la mia vita... i miei volevano troppo e poi, c'era questa persona... volevamo sposarci, ma era ovvio che non avremmo mai avuto il permesso, non mi voleva dare ascolto, e mi padre alla fine uccise la fantastica persona di cui ero innamorato perché secondo lui se si fosse scoperto in giro avrei portato disonore alla famiglia, fui così distrutto che fuggii- alzai lo sguardo, aveva gli occhi lucidi, il che non mi impedì di notate la sua bellezza, i capelli color nocciola che gli cadevano sulla fronte erano perfetti, gli occhi erano un po' a mandorla si un colore che era un miscuglio sfumato tra marrone e verde, ma non era solo questo a colpire del suo aspetto, aveva un naso piccolo e con la punta all'insù, e aveva delle labbra un poco sottili, che detto così non sembrano belle, ma addosso a lui erano perfette... ovviamente non gli feci complimenti per il suo aspetto, anzi lo rimproverai un poco -non dovresti dire questo ad uno sconosciuto, non mi conosci e già mi dici queste cose, perché?- stava per dire qualcosa, ma la nostra conversazione fu interrotta da uno dei tipi che mi aveva fatto del male -recluta vai a pulire il ponte!- lo guardai incavolata -perché solo io?- il fatto non era che non avevo voglia, era solo che nessuno mi avrebbe aiutata, ma il tipo non credo che si facesse questi problemi, anzi mi lanciò lo straccio in testa -noi ci riposeremo, e tu invece pulirai il ponte!- me lo disse in un modo così aggressivo che non discussi, mi tolsi lo staccio dalla testa e andai fuori. Erano circa le dieci, saremmo partiti tra un'ora e forse mio padre e le guardie si erano già accorti della nostra assenza, ero veramente preoccupata, se fossi stata trovata sarei morta, ma non avevo il tempo di pensare a questo. mi misi in ginocchio, e con tutta la forza che avevo iniziai a strofinare il legno della nave, e tutti potrebbero anche pensare che sia semplice, ma in realtà era veramente complicato, soprattutto se ogni tanto passavano persone che ti prendevano a calci ridendo, e all'inizio ribattevo e li insultavo anche, finché dopo una mezzora ero piena di lividi e non riuscivo a muovermi, rimasi lì, finché alle undici non salì sulla nave Aric che appena mi vide per terra tutta dolorante a pulire il ponte si mise a ridere -appena arrivato e già ti fai mettere sotto Aki? Eppure mi sembravi uno che non si faceva mettere i piedi in testa- continuai a guardare il pavimento, e lui fece un verso di scherno -sai Aki devi imparare a farti rispettare oppure tutti ti tratteranno male, e potresti anche morire- mi faceva male tutto, ormai mi ero sdraiata per terra a pancia in giù, e lui vedendomi così come se mi stessi arrendendo mi girò si sdraiò accanto a me -io adoro quando una persona si lascia torturare, all'inizio ho pensato saresti stato difficile da domare ma a quanto pare è bastato un po' di dolore per metterti a terra- mi girò la testa verso la sua, rimasi immobile, ma non perché non volevo difendermi, è che semplicemente non avevo la forza di farlo, Aric probabilmente si aspettava qualche reazione, ma quando capì che non avrei fatto nulla si alzò ancora più divertito tirandomi un violento calcio nelle costole, a questo punto mi arrabbiai anche io, ma quasi non riuscivo a respirare, cercavo aria con tutte le mie forze, vedendomi in quel modo pietoso il pirata si mise di nuovo sdraiato affianco a me, per prendermi in giro, ma a quel punto riuscii a trovare la forza di estrarre il mio pugnale, gli rotolai addosso e con la vista offuscata tirai una pugnalata in un punto casuale, ovviamente non lo colpii, e l'arma si conficcò nel legno prendendolo solo di striscio, ma questo lo stupii molto comunque, e si lasciò sfuggire un sorrisetto che sembrava malefico ma allo stesso tempo felice, mi si sedette affianco, mentre io ancora sdraiata e senza forze -io amo la morte- mi disse come se mi volesse invitare ad uccidere qualcuno -e non esiterò a farti fuori la prossima volta che ne avrò voglia- continuò lui, era veramente inquietante, ma capii subito che non scherzava, perché appena si rialzò mi diede un altro calcio -non provare mai più ad uccidere il tuo capitano- quel ragazzo! era proprio insopportabile, non capivo come mai non si era ancora verificato un ammutinamento, e con solo la rabbia nella mente rimasi li ad insultarlo nella mia mente.
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Xelion
PertualanganGrace, principessa del regno di Dandelion, decide di fuggire dal palazzo dopo essere stata promessa sposa ad un principe di un regno vicino, parte per l'oceano assieme alla sua amica di infanzia Saria e un alleato inaspettato, chissá chi sará...