𝐋a ragazza non riusciva a dormire. Sentiva che c'era qualcosa di strano. Qualcosa non andava. Si convinse che era tutto a posto. Chiuse gli occhi. "Vincent?" pensò, "Qualcosa non va".
«𝐁uongiorno!» il saluto era riferito ad un uomo seduto poco lontano con il suo cavalletto. Stava dipingendo. La ragazza era sbalordita dal fatto che ci fosse un pittore proprio lì, ad Auvers-sur-Oise, nel mezzo di un campo di grano qualunque.
L'uomo ricambiò il saluto molto tempo dopo, alzando di poco il cappello di feltro grigio che calcava sulla testa per via del sole.
la ragazza cominciò a camminare nella direzione dell'uomo, rischiando di inciampare nella lunga gonna. Odiava le gonne, avrebbe tanto voluto potersi vestire come un uomo, ma la sua famiglia aveva già troppi problemi, non poteva gestire anche lo scalpore che la cosa avrebbe causato.
Appena ritrovatasi vicino al pittore notò che le loro età si distanziavano di poco. Era sempre stata brava a capire l'età delle persone, era una dote, spesso inutile, ma lei ne faceva tesoro.
La ragazza decise di mantenere una certa distanza dall'uomo. Intorno a lui le sembrava ci fosse una specie di bolla, molto fragile, e farla esplodere era l'ultima cosa che voleva. Aveva paura che se si fosse avvicinata troppo il movimento sinuoso ed elegante del pennello sulla tela si sarebbe interrotto.
«Se vuole avvicinarsi, almeno si metta dall'altra parte, così posso raffigurare anche lei» l'uomo aveva detto quelle parole senza smettere di dipingere. La ragazza sgranò gli occhi sorpresa, non aveva mai visto nessuno comportarsi in un modo simile.
«E' gentile da parte sua, ma non sono abituata a farmi dipingere, signor...?» voleva davvero sapere il suo nome, spesso la sua curiosità veniva punita, o considerata indecente, ma ora non c'era nessuno a giudicarla per aver chiesto il nome ad uno sconosciuto.
«Vincent Van Gogh» un bel nome, le piaceva, lo ripeté mentalmente, di sicuro non era francese. «E' un piacere conoscerla, io sono Colette Dubois» si presentò a sua volta, solo che il suo nome, al contrario di quello dell'uomo, non suonava così bene nella sua testa.
«Stava dicendo, signorina Dubois, che non era abituata a farsi dipingere, giusto? Mi sembra strano vista l'eleganza dei suoi abiti». Alla ragazza venne un po' da ridere, se le persone giudicavano lei schietta e indecente, cosa avrebbero pensato di quest'uomo che le aveva appena detto una cosa del genere? Nessuno si sarebbe mai permesso. Solo questo pittore stravagante. La ragazza provava una certa curiosità nei suoi confronti.
«Non è l'abito a fare la signora» disse allora di risposta per vedere la reazione del pittore. «E chi ha mai detto che siete una signora?» la risposta arrivò quasi subito, semplice e diretta.
«Ha ragione, non lo sono in ogni caso, se le interessa non mi sono mai fatta dipingere perché odio dover stare negli spazi chiusi, sono tristi, soprattutto quando all'aria aperta ci sono tanti di quei colori e di quelle emozioni che la metà basta! Lei dovrebbe capire, è un pittore, no?».
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⠀،، 𝑷𝐎𝐑𝐓𝐑𝐀𝐈𝐓 ¡! 𝐕. 𝐯𝒂𝒏 𝐆𝒐𝒈𝒉
Ficción histórica⠀⠀⠀⠀⠀⠀،،⠀𝑫𝐑𝐄𝐀𝐌 𝐀𝐍𝐃 𝐓𝐇𝐄𝐍 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝐀𝒓𝒍𝒆𝒔 1890, 𝑭𝒓𝒂𝒏𝒄𝒊𝒂 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝒅𝒐𝒗𝒆 𝐕𝐢𝐧𝐜𝐞𝐧𝐭 𝐯𝐚𝐧 𝐆𝐨𝐠𝐡 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝒉𝒂 𝒅𝒊𝒑𝒊𝒏𝒕𝒐 𝒊 𝒔𝒖𝒐𝒊 𝒖𝒍𝒕𝒊𝒎𝒊 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝒒𝒖𝒂𝒅𝒓𝒊 𝒆 𝒅𝒐𝒗𝒆 𝒉𝒂 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒔𝒐 ⠀⠀⠀⠀⠀⠀𝒅𝒊 𝒇𝒊𝒏𝒋𝒓𝒆 𝒕...