II

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<su svegliati> ripeté mia mamma muovendomi una spalla <si mamma sono sveglia>

Lei uscì dalla stanza e mi sedetti sul letto.

mi misi in piedi.
mi tolsi la maglietta guardandomi il seno <non sarò mai come Ruby Gaze> sospirai; almeno una cosa in più di Ruby Gaze l'avevo... un tatuaggio una spirale nera sulla spalla, c'è l'ho da quando ricordo, mamma non mia mai detto da dove venisse e io non ho indagato.

<Muoviti> disse da fuori mia madre, io mi mossi, aprì il cassetto e presi il reggiseno che mi aveva regalato mia sorella prima di andarsene.
Spalancai l'anta dell'armadio e misi la mia maglia preferita, era viola a maniche lunghe. Misi un paio di jeans comodi e delle scarpe da ginnastica.

Mi riguardo allo specchio e mi accorgo della situazione imbarazzante dei miei capelli, mi precipito in bagno e come per miracolo trovo subito la spazzola, la prendo e inizio a sistemare delicatamente le mie ciocche rosse una ad una.

<Muoviti> ripeté per l'ennesima volta mia madre
<Arrivo> gli risposi.

Vado in salotto e come al solito trovo mio padre a capo tavola a leggere il videogiornale,
<Che succede nel mondo?> chiedo con aria ironica.
<Guarda tu stessa> mi rispose passandomi il dispositivo in vetro.

<Le proteste contro i governi dei versatili stanno crescendo esponenzialmente negli ultimi giorni e alcune proteste sono sfociate in violenza a Seattle, Rotterdam, Pisa e Lipsia.
Passando al clima: l'uragano di Sabbia "eldorado" si sta avvicinando a Kabul e si teme che in meno di due giorni potrebbe imperversare nel centro Europa>
<Tutto rosa e fiori> dico ripassando il videogiornale a papà.
<Eh già>

Dope queste sue parole mi metto a mangiare silenziosamente quella che poteva essere la mia ultima colazione da i miei genitori.

<Su vieni o farai tardi> disse arrivando di gran carriera mia madre.
Ah mia madre una donna alta e imponente dalla carnagione scura che però non avevo ereditato, però avevo ereditato i grandi occhi azzurri ed i capelli rossi, aveva sempre la battuta pronta ma quando le cose si facevano serie anche lei diventava seria.

<Tu Arthur vieni?>
<Certo che vengo Trisha, non mi perderei per nulla al mondo il giorno più importante di mia figlia> disse aggiustandosi gli occhiali sul naso, si alzò in piedi mise il giubbotto e aprì la porta dicendo <prima le signore> detto questo ci fece passare e si chiuse la porta alle spalle.

Scendemmo silenziosamente le scale e raggiungemmo il portone principale e anche qui mio padre fece il cavaliere.
Uscimmo dal palazzo e mi gustai con lo sguardo la strada dove tutto il quartiere letterato prendeva vita, dalle case alle librerie e le scuole fino a i ristoranti e i bar, poi il mio sguardo si soffermò sui negozi e in particolare su uno:
Il negozio di apparecchi magici di Fyn Finnigan, padre del mio amico Jay Finnigan, che proprio in quel momento vidi uscire dal negozio e venire nella mia direzione

<Ciao, Ana>
<ciao, jay>
<Emozionata?>
<M-Molto, tu?>
< Non molto>
<Come mai?> Gli chiedo, nessuno è calmo il gran giorno, anzi ho sentito di persone impazzite, probabilmente era molto ansioso e non lo dava a vedere.

Continuammo a passeggiare finché non raggiungemmo la stazione dei turbo-treni.

Mostrammo i nostri biglietti e andammo alla binario. Tempo neanche di salire le scale che il treno era già arrivato, accelerammo il passo e salimmo, preso posto a sedere ci misimo ad aspettare che partisse.
*Pouf* il treno si staccò dai binari e inizio a levitare (sia lodata la tecnologia magnetica!), e partii.

Dopo neanche trenta secondi il treno era di nuovo fermo e stavano salendo altri passeggeri.
<Prossima fermata: UFFICI DIPARTIMENTO DI SMISTAGGIO>

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