Corrispondenze

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Erano passate alcune settimane dal suo arrivo nel piccolo paesino e tutto scorreva tranquillo e ozioso. Fu in una sera particolarmente fresca che un ticchettio, prima leggero poi sempre più invadente, contro il vetro la distrasse. Un gufo di dimensioni non troppo notevoli la scrutava attentamente al di là della lastra trasparente, oscillava da una zampa all'altra scalpitante per entrare. Agì in automatico, come se fosse tutto normale, aprì la finestra e fece entrare il rapace che prontamente gli porse la zampa. Hermione sfilò delicatamente il piccolo cilindro che vi era legato, porse dell'acqua al rapace e srotolò il foglio di pergamena: ebbe un tuffo al cuore riconoscendo immediatamente la calligrafia.

Cara Herm, Come stai? Ho aspettato a lungo prima di scriverti, so che non vuoi essere trovata, ma fortunatamente il mio nuovo amico ha uno spiccato sesto senso, e queste poche righe non hanno l'intenzione di convincerti a tornare. Ti ho scritto solo perché mi manchi. Ovunque tu sia sappi che io sarò sempre al tuo fianco, pronto a raggiungerti.

Ti voglio bene

Harry

Gli occhi della ragazza si velarono di lacrime. Quelle poche righe le avevano riempito il cuore di gioia, nonostante avessero anche riaperto alcune ferite. Il suo amico le mancava, eccome se le mancava. Un senso di oppressione le inondò il cuore: lo aveva abbandonato, come se nulla fosse, aveva scelto di iniziare una nuova vita incurante di chi teneva genuinamente a lei. Harry era stato il suo migliore amico, il suo confidente, la sua famiglia. Erano rimasti soli e lei gli aveva voltato le spalle. Harry non si meritava tutto questo. Salì rapidamente nella sua stanza e recuperò una manciata di fogli ed una penna. Tornata nuovamente in cucina però si trovò a fissare il foglio bianco, cosa avrebbe dovuto scrivere? Che stava bene e tutto andava alla grande? Che non ne voleva più sapere più nulla? No, decisamente non era quello che avrebbe scritto al suo amico, e non era neanche quello che lei sentiva nel profondo. Svariati tentativi avevano portato in superficie solo poche parole.

Caro Harry, Le cose procedono, il non pensare mi aiuta. Tu come stai? Sono al sicuro, non ti preoccupare per me. Mi manchi anche tu.

Ti voglio bene

Herm

Per la prima volta, la "strega più brillante della sua età" non aveva saputo andare oltre. Si rassegnò a quelle patetiche righe e congedò il gufo che si era concesso un po' di riposo. Quella lettera l'aveva destabilizzata a tal punto che rimase immobile, seduta al tavolo per ore, i pensieri andavano veloci, ma una sola domanda gridava più delle altre "Vuoi davvero rinunciare a quella che veramente sei?"

Nei giorni seguenti Hermione ed Harry si scambiarono molte lettere. Harry le aveva raccontato che dopo la guerra si era stabilito in una piccola casetta di Ottery St. Catchpole, passava molto tempo con Ginny, ma raramente si recava a casa Weasley. Il motivo di quest'ultima cosa era rimasto sospeso, nessuno aveva chiesto, nessuno aveva approfondito. La relazione tra lui e la ragazza stava procedendo molto bene, anche se a volte riuscire a fronteggiare il carattere forte della ragazza era difficile,  in un paio di occasioni aveva chiesto consigli all'amica su come poter affrontare i piccoli contrasti. Puntualmente ad ogni consiglio dato da Hermione corrispondeva una risposta in dolciumi o cioccolatini, segno che la situazione si era risolta bene. Inoltre, Harry le raccontava che si vedeva spesso con Luna e Neville, passavano le serate estive a chiacchierare ed era perfino riuscito ad insegnargli a giocare a carte. In quelle lettere l'amico ogni tanto si sbilanciava e raccontava di come alcuni giorni si sentiva sopraffatto dal passato o di come curiosi e giornalisti lo assillavano.

Con il passare del tempo Hermione si rese conto di quanto quelle lettere le facevano bene, le aspettava impaziente. E più che le lettere volavano e più che ritrovava le parole. Nonostante tutto, però, non riusciva a far sfogare i suoi pensieri più bui, le volte che ci provava veniva sopraffatta dalle lacrime e si trovava costretta a lasciar perdere per qualche minuto per poi iniziare a scrivere da capo.

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