Capitolo 27

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ESME'S POV

La serata è proseguita tranquillamente nonostante le solite provocazioni da parte del bel calciatore.
La sorella cercava in tutti i modi di mettere pace tra noi ma nonostante questo , non smettevamo di stuzzicarci.
Poi siamo andati tutti a dormire o almeno, siamo andati nelle nostre stanze.
Io non riesco a dormire.
Lui è nella camera affianco.
Lo immagino dormire a pancia in giù con una mano sotto il cuscino.
Mi manca troppo, lo ammetto.
Mi alzo e facendo piano, scendo in cucina. Dopo aver preso un bicchiere d'acqua, mi siedo su uno degli sgabelli davanti alla penisola e penso a quanto sia stata impulsiva oggi.
Sono partita senza sapere neanche io cosa stessi facendo e nel giro di due ore mi sono trovata dall'altra parte d'Italia, in casa con il mio ex .
Con questo viaggio speravo proprio di non vederlo ma qualcuno lassù ce l'ha con me.
Il rumore di una sedia mi deconcentra dai pensieri. Volto la testa e trovo seduto di fianco a me l'oggetto di tutti i miei turbamenti.
"Anche tu non riesci a dormire?" mi chiede a bassa voce.
"Si, un po' di insonnia." gli rispondo mentre giro tra le mani il bicchiere.
Sento che mi scruta e poi distoglie lo sguardo.
"Sembra che sia il momento giusto per parlare allora"
Il momento che tanto aspettavo e che nello stesso momento avrei voluto allontanare, è arrivato
"Direi di si, incomincia tu. Voglio sentire la tua versione." gli dico.
Lui inizia il suo racconto, mi spiega per filo e per segno ciò che avrei voluto sentirmi dire due mesi fa, quando ho scoperto tutto.
Sento che ha la voce roca, che anche lui è dispiaciuto.
"Quando ho scoperto che ti aveva fatto vedere alcune foto, non ho avuto alcun dubbio. Sapevo che quando ci eravamo visti non ci fosse stato nulla e io le ho sempre ripetuto che ti amo. Volevo solo mettere un punto a questa storia, non volevo creare questo casino."
Abbasso lo sguardo, quegli occhi verdi mi fanno ancora effetto e adesso che sono lucidi, mi fanno capire quanto tiene a me.
"Perché non mi hai detto niente? Avrei preferito saperlo da te..."
"Avevo paura di perderti. Sembra una frase fatta, lo so, ma sei la cosa migliore che mi sia capitata. A causa di Veronica ho perso tante cose e volevo evitare di perdere anche te."
Avevo bisogno di sentire queste cose.
In quasi un anno di relazione ci sono stati molti fatti da parte sua: andare a vivere insieme; dove c'era lui, c'ero io; a lavoro ci incontravamo spesso di nascosto da tutti ma mi sarebbe piaciuto anche qualche parola in più che, nella nostra frenesia, è mancata.
"Non dici nulla?"
"Scusami potresti ripetere, ero distratta" gli rispondo provocandolo
"Mi prendi in giro? Ti ho detto tutte queste cose e tu non mi hai ascoltato?"
Scoppio a ridere di gusto e lui sgrana gli occhi.
"Sto scherzando scemo, ho ascoltato tutto. Cosa posso dirti? Quando quel giorno mi sono trovata Veronica in ufficio, ho temuto il peggio. Mi ha raccontato del vostro incontro e mi ha fatto vedere le foto. La stavo per picchiare ma fortunatamente lei è scappata. Io ho pianto per tutti i giorni successivi. Quando ci siamo lasciati..."
"Mi hai lasciato" mi corregge e io lo guardo male.
"Si, quando ti ho lasciato ho conosciuto Michele ed è stato perfetto ma io non c'ero, ne con la testa e ne con il cuore."
"Quindi?" Mi chiede lui con fare inquisitorio.
"Quindi cosa?"
"Se non c'eri con la testa e con il cuore, che vuol dire?"
Lo guardo intensamente: anche se vorrei farlo aspettare un po', quella che inizia ad essere impaziente sono io quindi mi alzo dallo sgabello e lo bacio intensamente.





@gaia_bernardeschi ha pubblicato un post.

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