Un muro. Delle sbarre, una gabbia di vetro in cui sono chiusa. Mi ci sono chiusa, il lavoro di anni mi ha portata a farlo. L'esterno è decorato, un fragile strato di vernice, di sicurezza, che in realtà nasconde solo paura, incertezze instabilità. E basta poco, per disintegrare questa effimera protezione, questo debole strato di falsità, di menzogna. Perché si sono una bugiarda. Con me stessa e con gli altri. "Sto bene grazie tu?". Mentire è tutto ciò che faccio. Perché alla fatidica domanda "come stai? come va?" vorrei poter essere sincera, rispondere che mi va di merda, che mi sento uno schifo. Ma non posso, le persone comincerebbero a fare altre domande, a mettermi in soggezione. E a quel punto non sarei più capace di gestire l'intervista, mi perderei. E quindi indosso la maschera, mi proteggo, mi nascondo. E la mia frustrazione e i miei problemi li ingoio. Come fossero un'amara medicina. E non lo sfogo perché non posso, perché l'unico modo per farlo sarebbe porre fine a tutto. Ma sono una codarda e non lo faccio. Maledetta a me e a tutto ciò che ho fatto. E ora non posso tornare indietro, non posso modificare la storia perché la storia non esiste. Ma posso cambiare il mio futuro. L'unico problema è: lo voglio davvero? Credo seriamente di poterlo fare? Di esserne in grado? "Ai posteri l'ardua sentenza. "
17/11/2021
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Storia di un'anima
PoetryUna raccolta di poesie e riflessioni scritte da me nel corso delle giornate e in cui mi sfogo, mi esprimo laddove non riesco a farlo a voce.