Fragile Sara

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- "Dai Sara, non sono tutti come Gianluca, un altro ragazzo puoi anche cercartelo, sai?".
- "I ragazzi non hanno sentimenti, e nemmeno gli uomini, come mio padre.".
- "Oh, che pessimismo!".

Sarà stato vero: ero pessimista, ma avevo anche un forte sesto senso, che nella maggior parte dei casi funzionava.
Gianluca mi aveva spezzato il cuore, Antony mi amava solo per il mio corpo.
Ora ero da sola, nel mio monolocale a Perugia, con un lavoro da dipendente in un negozio di vestiti che mi dava 700 euro come stipendio mensile.
Avevo 19 anni, età in cui molti iniziano l'università, percorso che avrei voluto intraprendere anche io, ma i miei genitori, nonostante avendone le possibilità essendo due commercialisti, non volevano sostenere le spese che avrebbe comportato.
La mattina lavoravo in negozio, ed avevo anche fatto amicizia con molte vecchiette, dato che i ragazzi erano a scuola e le uniche clienti erano loro.
Il pomeriggio lo passavo a leggere storie d'amore in stazione.
Non so perché, ma amavo follemente quel posto.
Mi faceva sentire al sicuro.
Verso le 16 entravo nel bar e prendevo un caldo cappuccino, ma d'estate una fresca spremuta d'arancio.

Avevo imparato a convivere con la mia solitudine, con il mio essere e stare da sola.
Eppure mi mancava quel tipo di affetto,
qualcuno che mi dicesse che mi amava.
"Ti amo.".
È così facile dirlo, ma non in tutti i casi è vero.

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