Capitolo 2. Qualcosa Non Va...

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E così erano coinquilini

In realtà nella camera c'erano altre due persone: Ranpo ed Edgard

«Quindi vi hanno messo in camera insieme per aumentare la vostra collaborazione...»
Disse Ranpo riassumendo il discorso del moro

«Sì»
Confermò Dazai

«R-ranpo...»
Cercò di intromettersi Poe

«Sì?»

«Ehm... Sarebbe ora di andare a cenare. Per tutti, intendo»
Li informò

«Ah. Beh allora andiamo»

Il moro prese uno strano cappello bianco con i due lati allungati e se lo mise in testa

«Ti sta veramente male»
Osservò Chuuya

«Da che pulpito»

«È quello di tuo fratello, vero?»
Chiese il rosso

«Sì. Quando eravamo alle elementari ricordo che quando glielo rubavo mi diceva anche lui che non mi donava»
Disse allacciandosi le scarpe

«Allora non eravamo poi così diversi»
Commentò Chuuya

«Nah, lui era completamente diverso. Per prima cosa, era intelligente»

«Allora non vi somigliavate»
Rispose Chuuya

«E invece eravamo due gocce d'acqua! I professori ci dicevano che avevamo copiato il tema dell'altro perché erano tanto simili. In realtà era che avevamo avuto le stesse idee»
Il moro sorrideva. Ma era comunque doloroso ricordare quei bei momenti

«Ti deve proprio mancare...»
Forse quella era la prima frase seria e detta con buone intenzioni che era uscita dalla bocca di Chuuya. Il rosso si sentiva quasi triste per il moro

«Già... Ma ora ho Yumeno ed Elise! Non sono la stessa cosa ma mi diverto con loro»

«Tu ora devi andare da Mori, giusto?»
Chiese Chuuya

«Sì. Non ci voglio proprio andare... Ma devo»
Fece spallucce

Il moro prese un altro corridoio rispetto ai tre compagni e rallentò il passo. Con le mani infilate in tasca, si guardava in giro

Uscì dal cortile della scuola. In mezz'ora fu davanti ad una villetta. Non troppo grande, nera e con le finestre sempre chiuse. Il moro lesse la targhetta ormai arrugginita

Mori Ogai

Ecco a chi apparteneva quella casa. Entrò senza bussare. Il caro maggiordomo Hirotsu lo accolse come sempre

«'Sera Hirotsu»
Salutò Dazai

Il moro andò spedito verso il salone da pranzo

Sì trovò davanti ad un portone nero con le maniglie dorate. Aprì una delle due porte e sgusciò dentro. L'enorme tavola di legno colore nero era sempre apparecchiata con una tovaglia bianca con i bordi ricamati e le posate d'argento. I piatti bianchi non avevano crepe o graffi e i bicchieri, nel caso di Dazai e Mori erano calici mentre per le due più piccole erano semplici bicchieri, non riportavano segni di lesione. Tutto era perfetto

Yumeno ed Elise erano sedute ai due lati mentre Mori erano a capotavola

«Prego, siediti Dazai»
Lo invitò Mori

Dazai si sedette senza troppe polemiche. Odiava quel posto, troppo perfetto per i suoi gusti, in cui si sentiva poco a suo agio

«Qualcosa non va?»
Chiese il corvino

Ho bisogno di te||Soukoku||School AuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora