But the fire is so delightful

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31 maggio 1992

Richie non aveva chiuso occhio per tutta la notte. Il litigio con Eddie era stato feroce - e quel che faceva più male, si trattava solo dell'ennesimo di una lunga serie.
La loro relazione non era mai stata lineare; Eddie alternava momenti di amorevole trasporto a dubbi tremendi che scavavano solchi nei cuori di entrambi, trincee che nel corso degli anni li avevano a poco a poco allontanati, al punto che Richie si era stancato di comprendere. Di farsi da parte. Di lasciare nelle sue mani ogni decisione, speranza, il destino del loro giovane amore.
Eddie era sempre stato timoroso - convincerlo a lasciarsi andare, anche quando erano soli e nessuno avrebbe potuto giudicarli, aveva richiesto enormi dosi di attesa, pazienza, parole di incoraggiamento sussurrate all'orecchio. Perché Eddie aveva rovesciato il maldicente occhio di Derry dentro se stesso, si scrutava attraverso di esso, come in uno specchio, e non c'era modo di sfuggirgli.
Si sentiva disumano e corrotto, ed era difficile per Richie stargli accanto con la consapevolezza che pensasse le medesime cose di lui: erano entrambi portatori di un peccato, di una piaga in suppurazione.
Eppure Richie l'aveva amato. Gli aveva dato di sé anche le parti che Eddie aveva ritenuto marce quanto le proprie; aveva lasciato che penetrasse le sue insicurezze, le Voci grosse e bizzarre dietro cui nascondeva la propria, tremante. E anche Eddie lo aveva amato, al meglio delle proprie possibilità. Ma iniziava a non bastare.
Da quando i Perdenti avevano saputo di loro, Eddie si era fatto ancor più accorto. Si era arrabbiato molto con Richie, per averlo baciato nonostante l'avesse avvertito che poteva essere pericoloso, che avrebbero potuto vederli. Richie pagava ancora le conseguenze della propria impulsività, di quell'amore incontenibile che lo spingeva a mettergli le mani addosso, ovunque potesse arrivare.
Ormai le aveva legate dietro la schiena. Era spaventato all'idea di toccare Eddie: non sapeva mai in che modo avrebbe reagito, se l'avrebbe respinto, disgustato di lui, di se stesso, preoccupato che Sonia potesse salire al piano di sopra e trovarli assieme, che un passante potesse accorgersi delle loro mani intrecciate mentre erano seduti su una panchina, che un insegnante intercettasse uno scambio di sguardi, o se invece avrebbe accettato le sue labbra, i suoi sfiori, con quella passione sempre un po' restia, e un'oscurità colpevole negli occhi castani.
La discussione della sera precedente non aveva fatto altro che accrescere il torpore che stava atrofizzando il cuore di Richie, e con esso tutti i suoi sentimenti, le buone intenzioni.
Aveva tentato di baciare Eddie durante le ore di studio in camera sua e lui, per tutta risposta, l'aveva quasi scaraventato giù dal letto. C'era Sonia, al piano di sotto, che avrebbe potuto salire per dare un'occhiata, controllare che il figlio stesse bene, e lei entrava senza bussare. Cosa sarebbe accaduto se li avesse trovati in quello stato, accaldati, magari con le membra ancora allacciate? No, Richie non poteva comportarsi così se lei era in casa.
Ma sua madre era sempre in casa, come una guardia carceraria.
Suonò la sveglia. Richie la spense con una manata.
Nei giorni in cui era arrabbiato con Eddie e non fremeva dalla voglia di incontrarlo, di sentire le sue braccia cingergli la vita mentre saliva in sella alla bici, recarsi a scuola tornava ad essere la peggiore delle incombenze e la tentazione di girarsi dall'altro lato e rimettersi a dormire era irresistibile.
Ma non sarebbe valso a nulla indugiare ancora nel letto: Eddie Kaspbrak riusciva a togliergli anche il sonno. Purtroppo, non con i dolci pensieri che avrebbe dovuto suscitare una persona amata. Non più.

~~~~~

Eddie non avrebbe dovuto essere tanto sorpreso dell'arrivo di Richie. La sfortuna non era mai stata troppo clemente con lui: era impossibile si ritrovasse a Derry, dopo sei mesi di assenza, senza incontrarlo almeno una volta. Ma così all'improvviso, in una situazione in cui avrebbe dovuto condividere con lui le quattro mura di casa Hanlon per quasi due settimane... era troppo.
Il primo istinto, appena Boccaccia si era palesato sulla porta, era stato quello di scattare in piedi. Ma le gambe non avevano collaborato nella fuga al piano di sopra, e adesso era immobile al centro del salotto, paonazzo di furia.
Beverly gli afferrò un braccio e lo tirò ancora verso il tappeto, forse temendo si sarebbe scagliato su Richie, ma Eddie non aveva alcuna intenzione di litigare con lui e dargli la soddisfazione di sapere che gli importava ancora. Che pensava a lui, seppur sommessamente, involontariamente, come se il volto di Richie fosse stato un quadro appeso sul fondo della sua mente, di fronte a cui passava ogni giorno, senza guardarlo, ma consapevole fosse lì. Inchiodato. Fisso.
Richie salutò allegramente tutti i presenti, e i Perdenti ricambiarono con lo stesso calore - Bill e Ben si alzarono addirittura per abbracciarlo, perché in realtà nessuno di loro era adirato con lui, e neppure con Eddie. La tensione era fomentata dal timore che i due potessero aggredirsi verbalmente, ma né l'uno né l'altro pareva propenso a cedere a certi spettacoli. Per il momento.
-Eddie.- Richie si rivolgeva a lui, finalmente, e sentir pronunciare il proprio nome da quella voce profonda, esistere tra le sue labbra, dopo che l'avevano rinnegato, spedì una scossa lungo la sua spina dorsale.-Come te la passi?-
Eddie riuscì appena a balbettare una frase di circostanza, prima di chiedere a Mike se potesse salire di sopra a sistemare i suoi effetti.
Si allontanò, percependo sulla schiena lo sguardo dei Perdenti - quello di Richie il più bruciante di tutti. Un'ondata di vergogna gli investì le guance mentre percorreva le scale.
Sarebbe dovuto restare? Avrebbe dovuto ricambiare la sua domanda, fingere disinvoltura? Dio, non era giusto che Richie detenesse ancora tutto quel potere su di lui.
Entrato nella piccola stanza, posò il borsone ai piedi dell'unico letto intatto, con il piumone arrotolato sul fondo e una federa piegata sul cuscino, e iniziò a svuotarlo.
Stava riponendo un paio di maglioni di lana in uno stipetto, le mani che ancora tremavano per la tensione accumulata e lo sbigottimento, quando sentì rumore di passi rimbombare per la breve tromba delle scale.
Non sembravano quelli di Boccaccia - fin troppo leggeri - ma la memoria poteva ingannarlo, per cui rimase in attesa, con il cuore in gola.
Fu Mike a bussare, e ad esordire con un:-Eddie, mi dispiace tanto.- non appena fu entrato.
Eddie si voltò verso di lui con un sospiro, prendendo una felpa. Doveva ammettere che, nei primi istanti di rabbiosa sorpresa, era stato attraversato dall'idea che i Perdenti potessero avergli mentito sull'assenza di Richie per convincerlo a presentarsi, magari con la speranza che potessero riconciliarsi. Ma vedere la contrizione profonda sul viso di Mike, adesso, gli fece comprendere di esser stato uno sciocco.
-Non è stata colpa tua.- Gli rispose.-Non potevi saperlo.-
Mike abbassò gli occhi scuri sulla felpa che Eddie stava accuratamente ripiegando sul materasso, prima di infilarla nel piccolo armadio.
-Sei certo di voler restare?-
-Va tutto bene?- Era Stan, che faceva capolino dalla porta lasciata semiaperta.
Eddie gli fece cenno di accomodarsi.-Va tutto bene, sì. E certo che resto, Mike. Sono qui per trascorrere le vacanze con voi; Richie non potrà rovinarmi anche questo.- Si morse le labbra, sulle ultime parole. Dimenticava sempre che non aveva il diritto di scaricare sui Perdenti la sua animosità nei confronti di Boccaccia, rischiando perseguissero nel farsi le idee sbagliate su come fossero finite le cose tra loro.
Stan entrò, allora, e sedette sul proprio letto. Le molle cigolarono - la camera era appartenuta al padre di Mike e ai suoi due fratelli, più di quarant'anni prima, e molte delle suppellettili erano usurate dalla vivacità infantile.-Sei stato grande, di sotto. Mi aspettavo saresti scattato.-
-É quel che si aspettavano tutti.- Eddie richiuse le ante dell'armadio, percependo ancora la presa ferrea delle dita di Beverly attorno al suo polso.-Ma non intendo fare scenate, non sarebbe corretto nei vostri confronti. Questa casa non può diventare il terreno di battaglia mio e di Richie.-
Mike si appoggiò all'arcata della porta, le braccia incrociate, l'espressione pensosa.-Forse, se tu ci raccontassi cosa è accaduto, potremmo aiutarvi.-
Non era sbalorditivo che l'amico avanzasse certe proposte; Mike era sempre stato emotivamente onesto, scuoteva il proprio cuore come un salvadanaio perché tutti potessero osservare i sentimenti che ne piovevano. Sperava sempre che i Perdenti gli accordassero la fiducia necessaria da fare altrettanto.
Ma non spettava a Eddie prendere una decisione del genere, non senza il consenso di Richie - e anche se l'avesse avuto, la faccenda era ancora troppo dolorosa per lui, perché potesse parlarne senza paventare la sofferenza che ne sarebbe provenuta. Talvolta era ancora difficile raccontarla a se stesso. Convincersi che tra lui e Richie fosse finita davvero - e che Eddie non avesse avuto possibilità di scelta alcuna. Boccaccia gli aveva negato il proprio amore da un giorno all'altro lasciando la sua anima ridotta ad una poltiglia. L'unica cosa che Eddie si rimproverava era che avrebbe dovuto aspettarselo.
-Non posso.- Mormorò, e, per tenersi impegnato, rivestì il cuscino della federa.
Mike scoccò un'occhiata a Stan.-Ha detto perché è venuto, mentre ero qui?-
-Le sue commissioni sono state posticipate.-
-Che combinazione.- Borbottò Eddie a denti stretti. Poi sollevò il capo di colpo, folgorato.-Gli avete detto che ci sarei stato anch'io?-
-Beh, non esattamente.- Mike si raddrizzò, aggrottando le folte sopracciglia.-Non ti avevo ancora telefonato, però l'ho avvertito della possibilità.-
-Accidenti, non penserai abbia spostato i suoi impegni solo nella speranza di rivederti?- Quasi strepitò Stan, che aveva già unito i punti.
Mike posò lo sguardo sull'uno e sull'altro, ai due opposti della camera, esterrefatto.-É così, Eddie?-
-Cosa volete che ne sappia!- Eddie stese il piumone sul letto con un gesto brusco, il cuore che batteva all'impazzata nel petto. No, non poteva farsi illusioni del genere, permettere ancora a Richie di avere un qualche effetto sulla sua vita, sui suoi sentimenti. Anche se così fosse stato, se Boccaccia avesse architettato tutto per incontrarlo - forse aveva addirittura mentito riguardo le sue incombenze, solo per assicurarsi che Eddie dicesse di sì - lui non doveva lasciarsi impressionare. Non doveva cascarci.
Stan contrasse la mandibola, con un velo di esitazione negli occhi chiari.
-Ma voi vi amate ancora?- Chiese, in un sussurro, e prima che Eddie potesse incenerirlo con uno sguardo, dei colpi furono assestati sullo stipite della porta spalancata.
Tre teste si voltarono in direzione di Richie, fermo sull'uscio, e per un istante il giovane parve a disagio. Spostò il peso da una gamba all'altra.
-Interrompo qualcosa?-
-No.- Si affrettò a rispondere Stan.
Eddie proseguì nello svuotare il borsone, allontanando il più possibile da sé la tentazione di osservarlo: si era tolto gli indumenti pesanti, e ora la sua figura pareva ancora più longilinea. Possibile che in sei mesi fosse divenuto addirittura più alto?
Richie si rivolse a Mike.-Dove posso sistemarmi?-
"Sistemarmi".
Lo stomaco di Eddie fece una capriola nel realizzare, per la seconda volta in pochi minuti, che Richie fosse lì per restare. Sarebbero stati a pochi passi di distanza. Avrebbero condiviso il tappeto attorno al camino, il tavolo ad ogni pasto, l'angolo cottura per preparare la colazione, i corridoi per entrare ed uscire dalle camere.
Tutta quella vicinanza, dopo un anno e mezzo di fredda privazione, era tanto improvvisa e inopportuna da togliergli l'aria.
-Ah...- Mike si grattò la nuca.-É rimasto solo il divano al piano di sotto, ma posso cederti la mia stanza, se dovesse essere un problema...-
-Il divano è perfetto.- Troncò Richie, con un sorriso storto, che Eddie finse di ignorare.-Sarà comunque meglio della branda al dormitorio.-
-D'accordo, allora sarà il caso procurarti un piumone.- Mike uscì dalla stanza, e Eddie tremò fin dentro il midollo credendo che Richie sarebbe rimasto lì, con lui e Stan, a fare conversazione. Ma Boccaccia seguì l'amico a ruota attraverso il corridoio.
Stanley si alzò per chiudere la porta.
-Se l'è data a gambe.- Commentò, malignamente divertito.
Eddie prese d'assalto le guance con i molari. Scosse il capo.-Non lanciargli frecciatine, nei prossimi giorni.- Disse, pervaso dall'amarezza al ricordo dei loro alterchi.-Non hai motivo di avercela con lui.-
Stan sollevò i fieri occhi di tormalina blu.
-E tu?-

Falling (Like snowflakes in the countryside) ❄ ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora