PARTE II

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Eddie aveva resistito all'impulso di lavarsi la bocca con la candeggina. Di sfregare a sangue le labbra finché fosse venuta via ogni traccia del piacere di Richie, della loro saliva mischiata. Di spalancare la finestra della camera in cui dormiva con Stan e Bill per prendere gelide boccate d'aria che gli togliessero l'odore di arancia e pelle e gasolio dalle narici.
Si ancorò silenziosamente al davanzale, il capo che ondeggiava come avesse voluto colpire il vetro. Quello era solo l'ennesimo dei ricordi da aggiungere alla sporca catasta, forse il peggiore, perché portava con sé un pentimento diverso.
Non era sbagliato perché lui e Richie erano due uomini, o perché Sonia avrebbe potuto sorprenderli e morire di crepacuore - o almeno non solo. Esisteva una vergogna ben più grande, che faceva perdere di vista ogni altra: lo amava ancora. E ancora lo desiderava, nonostante ciò che Richie gli aveva fatto, al punto da non potergli resistere e mascherare quegli impulsi feroci dietro una crudeltà che Boccaccia non avrebbe bevuto, non se lo conosceva come Eddie era convinto lo conoscesse.
E adesso?
Il suo cervello aveva già ripreso a riavvolgere il nastro dei suoi peggiori istanti con Richie: l'afa dei Barren che gli appiccicava il sudore freddo sulla schiena mentre Boccaccia confessava di aver baciato un altro, il modo in cui gli aveva voltato le spalle l'istante dopo averlo lasciato, dopo avergli spezzato il cuore, senza offrirgli un briciolo di consolazione, un ultimo barlume di affetto, o se non altro compassione. Doveva aggrapparsi al dolore che gli aveva causato, allo strazio dei giorni e dei mesi successivi, in cui si erano rivolti a stento la parola, in cui Richie l'aveva ignorato come se cancellarlo dalla sua vita non fosse poi chissà quale sforzo - doveva ripetere a se stesso che era un vigliacco, un traditore... ma non un bugiardo.
Richie non gli aveva mai mentito, nè riguardo ciò che pensava di lui, nè su quanto le mancanze nella loro relazione lo facessero patire, o su ciò di cui aveva bisogno, o su quanto lo amasse. Non aveva atteso che poche ore prima di vuotare il sacco su ciò che era accaduto alla festa, e Eddie era certo gli avrebbe fornito anche i dettagli se solo li avesse chiesti.
Per quanto sarebbe stato opportuno convincersi del contrario, Richie gli aveva detto la verità anche qualche momento prima, nella penombra della cucina. Non voleva il suo corpo, e non ne aveva toccato un altro da quando si erano lasciati.
Eddie ricordò il suo bicchiere di spumante rimasto intatto per tutta la nottata precedente e il cuore gli si contrasse in petto. Avrebbe potuto scommettere che neppure avesse più bevuto, da quando si erano lasciati. A tanto giungeva il suo pentimento, fino a quel punto si puniva e allontanava da sé ciò che gli aveva fatto commettere un madornale e irreparabile errore.
Eddie avrebbe voluto poter negare a se stesso la trasparenza delle parole di Richie, dei suoi gesti. Dimenticare di aver assaporato la verità sulle sue labbra e trovare una parvenza di pace sotto le coperte, nel sonno.
Ma non era più un ragazzino sprovveduto e terrorizzato. Qualcosa in lui stava cambiando, tanto lentamente quanto impercettibilmente, eppure Eddie lo sentiva - la morsa sul suo cuore farsi meno stretta, meno feroce. Ne era spaventato e non aveva idea di come fermarlo. Forse neppure avrebbe potuto, così come non poteva impedire alla neve fuori dalla finestra di continuare a cadere, inesorabile.
Si allontanò dai vetri che avevano iniziato a tremare per le raffiche di vento e si coricò sotto al piumone, nascondendosi dalla bufera.

-Questa non ci voleva.- Mike osservava la scena fuori dalla finestra con un cipiglio preoccupato.
Pochi minuti prima Richie l'aveva svegliato per dirgli, in un tono moderatamente allarmato, che aveva tentato di aprire la porta d'ingresso per uscire a fumare e l'aveva trovata bloccata. Anche gli altri Perdenti li avevano raggiunti di sotto, disturbati dalla concitazione, e ascoltavano al notiziario l'esatta descrizione di ciò che Mike vedeva oltre la tendina di pizzo: nella notte un'improvvisa bufera aveva travolto tutta Derry, e fuori dalle abitazioni si erano accumulati alti muri di neve bianca che sbarravano le uscite.
In sovrimpressione si leggeva il numero verde per chi fosse rimasto isolato o richiedesse assistenza.
Stan si stava massaggiando freneticamente le tempie.-Che si fa?-
Eddie avrebbe voluto fare una doccia e togliere il pigiama, ma temeva non fosse tra le priorità della giornata.
-Intanto capiamo come uscire da qui.- Rispose Mike. Sia la porta d'ingresso che quella che dava sul retro si aprivano verso l'esterno, e la neve copriva di due terzi le finestre del pianterreno, rendendo impossibile sgusciare, a meno che non si scavasse a mani nude per una buona mezz'ora.
-Ci buttiamo dal piano di sopra.- Propose Richie. Eddie fece un salto sul divano al solo pensiero.
-L'astinenza dalla nicotina ti ha fritto il cervello?- Borbottò Stan.
-Non ha torto.- Convenne Bill.-La neve è abbastanza compatta da attutire la caduta.-
Beverly batté le mani, illuminandosi d'un tratto.-Sarà divertente!- Squittì, e Eddie iniziò a temere che gli altri stessero davvero prendendo in considerazione l'idea di defenestrarsi. Il cuore gli era salito in gola.
Richie gettò uno sguardo irrequieto per la stanza.-Beh?-
-Non mi pare abbiamo molte alternative.- Sospirò Ben.-A dire il vero, non ne abbiamo alcuna.-
-Per me va bene.- Mike si allontanò dalla finestra senza perdere l'espressione crucciata.-Gli animali hanno bisogno di me, rischiano di morire d'inedia, o di freddo, o di chissà cos'altro...-
Bill si sollevò di slancio dal divano, posandogli una mano sulla spalla.-Sono sicuro che riuscirai a soccorrerli in tempo.-
L'apprensione sul volto di Mike era palese quanto il dispiacere e la comprensione su quelli dei Perdenti. Eddie non poté che farsi coraggio - non si sarebbe tirato indietro quando c'era in ballo così tanto per uno dei suoi migliori amici. Serrò le mani in due pugni lungo i fianchi per placare il tremolio e si alzò.-Andiamo, allora.-
I Perdenti lo seguirono a ruota su per le scale e Eddie finse disinvoltura, salendo i gradini ad ampie falcate, con la schiena dritta, ma sentiva affacciarsi la cena della sera precedente sulla bocca dello stomaco. Avrebbe voluto che qualcuno gli tenesse la mano - non qualcuno, Richie. Per quanto potesse contare ad occhi chiusi su ciascuno dei Perdenti, si era sempre voltato a cercare Boccaccia negli istanti più cupi, durante un attacco di panico, dopo un litigio con Sonia, un film horror, una B al test di scienze. Sapere che se si fosse girato l'avrebbe trovato in fondo alle scale a punzecchiare Beverly anziché al suo fianco per rivolgergli un sorriso rassicurante gli accartocciò il cuore scalpitante di paura nel petto. Come poteva aspettarsi che Boccaccia avesse compassione di lui dopo il torto che gli aveva fatto? Dopo le velenose parole che gli aveva rivolto?
Attraversò la cameretta che condivideva con Stan e Bill e si fermò di fronte alla finestra. Il buio della notte invernale era talmente pesto da rendere inutile chiudere le persiane; fuori dai vetri grigie nuvole si spandevano fin dove giungeva lo sguardo e al di sotto, illuminata dai debolissimi raggi del sole nascente, scintillava la neve più bianca che avesse mai visto. Le stalle, la rimessa, il fienile, il capanno erano sommersi per metà, l'orto totalmente scomparso sotto i cumuli soffici.
-Accidenti, i miei cavolfiori.- Gemette Mike, in preda allo sconforto. Eddie dubitava di poter dire qualsiasi cosa in grado di tirargli su il morale, per cui tacque, tornando a sfidare con gli occhi la piana innevata.
Ben si avvicinò e con un altro sospiro spalancò le imposte. Nella stanza penetrò l'aria pungente e i Perdenti si strinsero attorno alla finestra, colti da un brivido generale nonostante i cappotti.
-Chi vuole avere l'onore?-
Anche se Eddie era riuscito a convincersi che non ci fosse altra soluzione, al punto da condurre personalmente la piccola spedizione sull'orlo del precipizio, buttarsi per primo gli pareva davvero un azzardo intollerabile. Si finse distratto dalla carta da parati a strisce azzurre per non incrociare lo sguardo degli amici.
Nella cameretta del padre di Mike calò improvvisamente il silenzio. Stan andò a sedersi sul proprio letto con le braccia incrociate, chiaramente in attesa che qualcun altro compisse l'atto di coraggio al posto suo. Bill mosse un passo esitante verso il davanzale e Beverly gli assestò una sberla sul petto.
-Siete rimasti una massa di conigli!- Sbottò, precedendolo.
Ben l'afferrò per il polso.-Bevvy, non puoi andare per prima...-
-Qualcuno deve farlo!- La ragazza si liberò gentilmente dalla presa, pur avendo parlato con una certa impazienza.-Starò bene, Ben, è come cadere su un materasso.-
Eddie non trovò consolazione in quell'affermazione, e forse neppure Covone, ma questi non trattenne ulteriormente Beverly, forse consapevole che sarebbe stato vano.
Ne seguì ogni movimento con gli occhi chiari sgranati d'apprensione. Beverly posò un ginocchio sul davanzale. Una sferzata di vento gelido le fece turbinare la chioma rossa e sciolta attorno al volto, rivelandone il fascino guerriero che l'aveva sempre contraddistinta.
Eddie avvertì il respiro di Bill mozzarsi al suo fianco mentre Beverly si dava lo slancio e precipitava di sotto. Tutti i Perdenti si raccolsero immediatamente attorno alla finestra, preoccupati, ma dabbasso giungeva già la risata cristallina e trionfante della ragazza.
Era sana e salva e mulinava le braccia contro il manto di neve che l'aveva accolta, disegnando le ali di un angelo.
-È stato mitico!- Uggiolò a squarciagola.
Ben emise una risatina isterica, lasciando andare la tensione.-Chi è il prossimo?- Chiese. Bill si fece nuovamente avanti, stavolta con passo sicuro, e lanciò una sorta di grido di battaglia prima di gettarsi al piano di sotto. Atterrò anche lui con un morbido tonfo, seguito da un'espressione di ebete euforia mentre si accorgeva di essere effettivamente ancora intero.
Seguirono Ben e Mike, e quando anche Stan si fu lanciato la situazione al piano di sotto era ormai divenuta una piccola lotta in mezzo alla neve, con palle che venivano scagliate a destra e manca e bianche spruzzate sollevate dai piedi avvolti negli stivali. Bill si gettò sulla schiena di Mike e lo fece cadere di faccia dritto nella soffice montagna.
Eddie si voltò verso Richie, che ancora sostava accanto a lui vicino alla finestra, cercando istintivamente uno sguardo di incoraggiamento. Ma Boccaccia tenne le labbra cucite e gli occhi inchiodati sulle nuvole cariche prima di arrampicarsi sul davanzale. Eddie lo sentì ridere solo dopo l'atterraggio, come se non avesse avuto più intenzione di condividere neppure il barlume di un sorriso in sua presenza.
-Forza, Eddie!- Lo rimproverò Beverly, con le mani a coppa attorno alla bocca per far sì che la sua voce lo raggiungesse, attutita dalla neve e dall'occasionale folata di vento.
Il sapore sulla lingua di Eddie era amaro. Come le sigarette di Richie, il metallo degli attrezzi da lavoro, il grigio tormenta delle nuvole. In che modo avrebbe posto rimedio a ciò che aveva fatto la notte precedente? I Perdenti gesticolavano verso di lui, gli facevano frettolosi cenni di sbrigarsi, Mike si portò due dita agli angoli della bocca e fischiò, come faceva con le sue mandrie disubbidienti.
Eddie guardava solo Richie, che continuava a fingere di non vederlo, la sua attenzione catturata da chissà quale nuova sfumatura di bianco in quell'informe cumulo di neve. E poi lo stomaco gli si chiuse e insieme ad esso anche gli occhi - non sarebbe rimasto ad osservare lo spettacolo di Boccaccia che lo ignorava beatamente, non l'avrebbe retto.
Si inerpicò sul freddo davanzale della finestra e con le palpebre più serrate che poté si abbandonò alla caduta.
Fu più breve di quanto avrebbe creduto, talmente breve che quando udì Stan strillare di fare attenzione, si era già abbattuto duramente su qualcosa. Qualcuno.
Sollevò il viso, soffiando via la neve dalle narici, e si rese conto prima con stupore, poi con orrore, del corpo di Richie sotto al proprio e delle sue braccia che lo tenevano stretto. Boccaccia aveva le sopracciglia nere aggrottate per il dolore.-Cristo, volevi ammazzarmi?-
Eddie si mise immediatamente carponi, probabilmente non abbastanza in fretta perché Richie non avvertisse il cuore battergli all'impazzata contro il petto.-Scusa, io...-
-Perché cazzo ti sei buttato con gli occhi chiusi?-
-Soffro di vertigini...-
-State bene?- Mike li aiutò entrambi a sollevarsi e gli altri Perdenti corsero loro incontro.
-Sì.- Sbottò Richie, spazzolando la neve via dal giaccone. Raccolse il berretto di lana che gli era caduto nell'impatto e lo strapazzò contro il ginocchio.
-Eddie si lancerà per primo, la prossima volta.- Fu la pratica soluzione di Covone.
-Forse non dovrebbe lanciarsi affatto.- Richie si sistemò il cappello sulle orecchie già arrossate dal freddo.
Eddie si morse il labbro, un po' mortificato e un po' risentito.-Ti ho chiesto scusa.-
Richie gli rivolse un'occhiata selvaggia.-No. No, non l'hai fatto.- Rispose, e si allontanò scuotendo la testa fra sé, lasciando Eddie immobile a guardargli la schiena, un goffo punto rosso sempre più lontano nell'immensa distesa di neve.

Falling (Like snowflakes in the countryside) ❄ ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora