PARTE IV

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Richie non avrebbe saputo stabilire se si fosse sporto in avanti spontaneamente o se le mani di Eddie attorno al suo collo lo avessero attirato, ma stava baciando il ragazzo che amava in una rimessa gelida, illuminata parzialmente dai fanali dell'auto, e per la prima volta la bocca di Eddie non aveva il sapore della punizione o della paura. Era invitante contro la sua, affamata, spalancata, e Richie vi affondò, si sciolse come burro in quel calore inesplorato e tanto desiderato.
I fuochi d'artificio deflagrati su Bassey Park avevano ripreso a scoppiare nelle sue orecchie, assieme alle parole "Ti amo, come puoi pensare che non sia così?".
Gli era consentito toccarlo, adesso? Mostrargli quanto profondamente ricambiasse i suoi sentimenti, quanto a lungo avesse sperato, atteso?
Richie aveva supposto che il senno si fosse riappropriato di Eddie, che finalmente fosse riuscito ad odiarlo per il dolore che gli aveva inferto, il tradimento, il cuore spezzato, gli anni di amicizia e fiducia gettati alle ortiche, la ciliegina sulla torta in veste delle dure parole che gli aveva rivolto in macchina. Ma forse, pensò, mentre la lingua di Eddie si insinuava tra i suoi denti, la vera follia era stata insistere nel rimanere separati tanto a lungo.
Strinse le braccia attorno al corpo di Eddie, soffocato dallo spesso cappotto, e maledisse l'inverno, i maglioni, le sciarpe. Avrebbe voluto poter ritagliare una porticina nel suo petto e infilarsi lì per sempre, al riparo dal gelo, dal senso di colpa, dal timore di non essere abbastanza, non aver fatto abbastanza per meritare...
Eddie aprì il collo del suo giubbotto con uno strattone e gli posò le labbra bollenti, umide di baci sulla carotide, dove il cuore di Richie pulsava all'impazzata. Percorse la linea affilata della mandibola fino al lobo dell'orecchio.
-Rich.- Mormorò, mordicchiandolo.-Riesco a sentire il rumore dei tuoi pensieri.-
Richie non poté impedire ad un ghigno di fare capolino sul suo volto.-È meglio che tu non sappia a cosa sto pensando.-
Con sua sorpresa, vide la stessa scintilla vorace divorare gli occhi castani di Eddie.-Hai idea di quante fantasie irrealizzate io abbia?- Ribatté questi, agganciando con le dita i passanti dei pantaloni di Boccaccia. Le loro erezioni si sfiorarono e Richie inspirò bruscamente dal naso.-Di cosa abbia desiderato farti, incessantemente, dal giorno in cui mi sono reso conto dei sentimenti che provo per te? Nessuno dei tuoi pensieri potrebbe intimorirmi.-
Fu Richie a sentirsi smarrito, quasi indifeso di fronte a una versione di Eddie che lo desiderava apertamente. Ignorò una puntura di gelosia.-Ti voglio più vicino.- Disse, premendogli le mani sotto il cappotto, alla base della schiena. Eddie lo sospinse ancora contro la fiancata dell'auto, lo incastrò tra il suo corpo longilineo e la carrozzeria scura.
Poteva leggere la speranza negli occhi di Richie, la stessa che li aveva accesi come fanali quando gli aveva confessato di amarlo. Ed era vero, Eddie lo amava più che mai, e più che mai lo comprendeva, lo accettava in ogni suo antro e spigolo, ma accettare se stesso... forse avrebbe dovuto fermarsi. Il calore delle mani di Richie sui suoi reni gli suggeriva il contrario.
Cedette, come aveva ceduto notti prima nella cucina profumata di agrumi, e stavolta non fu per castigare la loro passione, o dimostrare di esserne immune.
Posò le labbra su quelle di Richie - la sua bocca aveva il sapore del fumo, dello spumante, delle arance nella torta rovesciata di Beverly - e sperò che il ricordo lo aiutasse a superare giorni peggiori, giorni in cui Eddie non l'avrebbe stretto a sé. E pregò che le sensazioni si ancorassero anche alla sua, di pelle, permettendogli di andare avanti con la consapevolezza di aver dato tutto, di aver preso tutto, una volta soltanto...
Richie mugolò il suo nome, gli morse il labbro inferiore alla disperata ricerca di un contatto più intenso, e Eddie gli spinse la lingua in bocca con tanta forza da fargli sbattere la nuca sullo sportello. Tirò giù la zip del suo giaccone rosso e avvolse la figura snella di Richie tra le braccia, a tratti premendolo contro l'auto in preda alla foga, a tratti traendolo a sé, nel tentativo di memorizzare la forma del suo corpo, i solchi tra le costole, la fossa dell'anca, la sporgenza del bacino che premeva sul suo inguine.
Il viso di Richie diventava a poco a poco più caldo; nella penombra Eddie distinse un vivace rossore sui suoi zigomi, lungo il collo flessuoso. Baciò la sua clavicola, il pomo d'Adamo che sobbalzava mentre Richie inghiottiva i gemiti.
-Voltati.- Gli sussurrò.
Richie non se lo fece ripetere una seconda volta. Si girò, abbandonandosi contro il solido petto di Eddie, e gli permise di slacciargli i pantaloni. Il gelo pizzicò le sue cosce nude quando glieli abbassò fino al ginocchio, ma una nuova ondata di calore discese dal torace al ventre al tocco della mano di Eddie sui suoi boxer, dove la stoffa conteneva a stento la sua erezione pulsante.
Richie appoggiò la guancia al freddo sportello, lasciando andare un suono a metà tra un sospiro e una supplica. Eddie si insinuò nell'incavo della sua spalla, gli sfiorò l'orecchio con la punta del naso. Affondò una mano tra i suoi ricci neri e l'altra nei suoi boxer, accarezzando ogni lembo di pelle disponibile - l'interno coscia, i testicoli, la fitta peluria del pube. Quando finalmente iniziò a strofinare l'erezione, Richie poté giurare di aver visto le stelle dietro le palpebre chiuse.
Inarcò il bacino, inseguendo il ritmo della mano di Eddie, gemendo incoerentemente a ridosso della carrozzeria.
Eddie gli costrinse il petto con il braccio libero, sfruttò le sue oscillazioni agognanti per darsi un po' di sollievo, premendosi bruscamente contro le sue natiche.
Un singhiozzo di piacere morì tra le labbra sigillate di Richie e Eddie cosparse il suo glande di liquido pre-eiaculatorio con il pollice prima di riprendere a sfregare con più rapidità.
Richie fu scosso dai fremiti, gocce di sudore gli imperlavano la fronte aggrottata per la smania di raggiungere l'apice. Poi trasalì e afferrò all'improvviso il polso di Eddie.
-Aspetta.- Ansimò.-Non così.-
La presa di Eddie si ammorbidì. Percorse il suo membro con lenti movimenti lascivi.
-Che cosa vuoi, Rich?- Chiese, tempestando di baci la sua tempia, poco sotto l'attaccatura dei ricci umidi di sudore.
-Te.- Richie si voltò nel suo abbraccio, gli occhi neri traboccanti d'amore e lussuria per l'orgasmo interrotto.-Mi manca il tuo corpo, Eddie.- Sollevò una mano per scostargli una ciocca di capelli dal volto, e Eddie avvampò per l'intimità di quel gesto. Nonostante gli infervorati attimi appena condivisi, reggere lo sguardo assetato di Richie rappresentò una sfida.-Mi manca il tuo calore.- Boccaccia sfiorò le sue labbra inturgidite con i polpastrelli.-Fare l'amore con te.-
Eddie le dischiuse sotto il suo tocco, a corto di fiato.-Non credo di essere mai stato un amante memorabile.-
-Ma eri mio.- Richie abbassò lo sguardo sulla sua bocca.-Avevo tutto ciò che davvero contava.-
E me lo sono lasciato sfuggire.
Eddie convertì la fitta che gli attraversò il petto in un bacio avido e concitato, finché l'erezione di Richie non tornò a pungolargli l'inguine, troppo vicina alla sua, ancora oppressa dai vestiti.
-Non smetterò mai di appartenerti.- Emise contro la sua bocca.-E ti voglio anch'io, Rich, Dio, se ti voglio...-
-Entriamo in macchina.- Boccaccia si districò risolutamente dalla sua stretta e spalancò lo sportello posteriore della Clio. Tese una mano verso di lui, ampia, dalle dita affusolate e le unghie morsicate. Eddie ripensò a quante volte quella mano si era posata tra le sue scapole per accompagnare gli affannosi respiri di un attacco di panico, alle decine di situazioni in cui avrebbe voluto tenerla, o anche solo sfiorarne un mignolo, di fronte a persone che non avrebbero capito, alla delicatezza con cui aveva pettinato i suoi capelli dopo un bagno ai Barren, alla determinazione con cui gli aveva stretto il fianco nei rubati momenti di passione, lasciando piccoli segni rossi che scomparivano come il trasporto di Eddie quando i passi di Sonia rimbombavano per la casa.
Eddie la afferrò e in quel singolo gesto gli parve di sanare lo strappo che lo tormentava, la cesura violenta tra il passato e il futuro. Richie era sempre stato la costante, l'unico presente che avesse.
Si richiusero lo sportello alle spalle e sprofondarono nei sedili posteriori, riprendendo a baciarsi, ad esplorare i corpi caldi al di sotto dei maglioni di lana. Gli abiti e la biancheria di Eddie finirono da qualche parte oltre la postazione di guida. Il ragazzo sedette cavalcioni sulle cosce scoperte di Richie, e il contatto spinse un mugolio di sollievo e desiderio fuori dalle bocche di entrambi.
Le dita di Richie tornarono a sfiorare le labbra di Eddie, soffici, bollenti per i baci, e schiuse, come attendessero solo di essere invase. Gli occhi di Boccaccia divennero nero petrolio mentre Eddie lasciava guizzare la lingua attorno ai suoi polpastrelli, per poi chinare il capo e succhiarle fino alle nocche.
Richie le sfilò, trascinando con sé un rivolo di saliva, e sollevò leggermente il corpo di Eddie. Questi guaì al primo deciso sfioro tra le natiche.
-Scusa, Eds.- Richie guardò colpevole le unghie frastagliate della mano libera.-Ho ancora questo dannato vizio...-
-Non importa, dovrei essere già pronto.- Eddie arrossì fino alla punta delle orecchie alla realizzazione dell'affermazione pronunciata. Il cuore di Richie, sotto il suo palmo, accelerò i battiti.
-Ti sei toccato?- Chiese, una roca punta di sensualità nella voce.-Quando?-
-Sotto la doccia. Prima di cena.-
Le stesse bagnate immagini che avevano spinto Richie a masturbarsi solo qualche notte prima tornarono ad infiammarlo, il suo pene ebbe uno spasmo contro la coscia di Eddie.-Lo fai ogni volta? Aprirti così?- Non poté impedirsi di conficcare le dita nel suo fianco. Abbassò lo sguardo sul suo petto asciutto, costellato di lentiggini, sul punto di contatto tra la sua pelle bianca e la propria mano.-A cosa pensi?-
Eddie si issò sulla spalla destra di Richie con un braccio e lentamente, senza proferire parola, si abbandonò sulla sua erezione. L'altro sollevò gli occhi di colpo, registrando l'espressione decisa sul volto arrossato di Eddie, e lo stupore superò il brivido di piacere che lo colse mentre il suo corpo lo inghiottiva.
-A questo, Rich.- Sussurrò Eddie, sorridendo appena del suo sbigottimento. Nella gola di Richie risuonò un gorgoglio appagato. Solo poche ore prima aveva creduto - e temuto - che lui lo odiasse, e continuava a rendersi conto, bacio dopo bacio, sfioro dopo sfioro, di quanto enormemente si fosse sbagliato. Non era mai stato tanto felice di aver avuto torto.
-Anche io, sai, penso a te incessantemente. Non solo in questo modo, sei molto più di un corpo, sei tutto per me...-
-Sono stato crudele.- Eddie raccolse il suo viso tra i palmi, e Richie socchiuse gli occhi, pervaso dalla dolcezza, dalla serenità.-Non devi spiegarti, non pensavo davvero nulla di ciò che ti ho detto.-
Boccaccia emise un sospiro, accarezzò la schiena dell'altro con dita leggere, fino all'anello di congiunzione tra i loro corpi.-È un sollievo, considerando ciò che ho intenzione di farti.-
Eddie sorrise e si sporse a baciargli la bocca.-Continuo?-
-Ti prego.-
Prese a muoversi, tenendosi saldamente al poggiatesta dietro di loro. Richie raccolse la sua erezione con una mano, sfregandola contro il proprio addome ad ogni risalita, e si concentrò sul volto di Eddie, sugli impercettibili mutamenti di espressione - la tensione tra le sopracciglia, un'increspatura del labbro, sottili linee attorno agli occhi chiusi.
I loro amplessi erano sempre stati brevi e frettolosi, al punto da essere raramente fonte di vero godimento per entrambi. Richie non aveva mai avuto un'occasione tanto ravvicinata di scoprire cosa davvero facesse vibrare il corpo di Eddie, ma lui sembrava essersi dedicato all'esplorazione per conto proprio, e di certo avrebbe potuto insegnargli.
Veicolò tutta la forza del suo crescente bisogno nelle mani che aveva stretto attorno al bacino di Eddie e rimase immobile, studiando i suoi movimenti, l'inclinazione del busto da cui stillavano rigagnoli di sudore.
Eddie gemette e si lasciò scivolare bruscamente sulle sue cosce, come trafitto da un dardo di piacere. Richie sollevò il suo corpo inerte e tentò di farlo ricadere sfiorando esattamente lo stesso punto che aveva generato un suono tanto osceno. Fu ripagato da un sussulto e una morsa tremante tra i suoi ricci.
-Così?-
-.-
Eddie riuscì a scorgere un sorriso di maliziosa soddisfazione allargarsi sulla bocca di Richie prima che i suoi occhi fossero annebbiati dal piacere.
Boccaccia si spingeva dentro di lui con precisione disarmante, senza dargli modo di pensare ad altro che non fosse l'insistente calore alla base del suo ventre, la durezza quasi insopportabile dell'erezione.
Posò la fronte sulla spalla di Richie e leccò via il sudore dall'incavo della sua clavicola, sollevando una fitta pelle d'oca. Agguantò i suoi i ricci nerissimi sussurrando "Richie, Richie, Richie" tra un ansito e l'altro, le gambe che tremavano mentre gli spasmi sanguigni del pene di Boccaccia gli scuotevano la radice della spina dorsale.
Richie rispondeva con imprecazioni affannate e lo penetrava con più vigore, irriducibile, disseminando il suo dorso di mezzelune dentellate. Gli strinse le braccia attorno al corpo, sostenendolo quando Eddie emise un ultimo respiro rotto e si riversò nella piega del suo addome. Poi l'orgasmo travolse anche lui, dipingendo l'abitacolo scuro di colori vividissimi.
Reclinò la testa contro lo schienale del sedile, annaspando. Eddie posò una mano sul suo petto che si sollevava e abbassava irregolarmente.
-È stato fantastico.- Disse.
-Dammi un pizzicotto, Eds.- Richie si passò una mano sul volto, nascondendo un sorriso smagliante che gli fece luccicare gli occhi nella penombra.
Eddie si chinò a baciarlo, a posare le labbra su ogni centimetro del suo viso raggiante e terribilmente amato. La necessità di assorbirne i tratti - la morbidezza delle sue guance, l'esatto nero dei suoi occhi - era tale da serrargli dolorosamente il cuore. Come avrebbe potuto farne di nuovo a meno?
Richie non si accorse della voragine nel suo sguardo. Si era voltato per prendere la pesante coperta a quadri. La avvolse attorno ai loro corpi nudi.
-Mi toccherai il cazzo sotto la coperta, stavolta?-
Eddie gli stritolò la punta del naso tra due dita.-Boccaccia.-
-Hai detto che nulla avrebbe potuto scandalizzarti.-
-Non ero in me in quel momento.-
Richie fece scivolare le mani sulle cosce di Eddie ancora avviluppate attorno al suo bacino.-Mi piace questa nuova versione.-
-Era scontato.-
-Sì, è facile rendermi felice. Mi basta avere un Eddie. E cereali arcobaleno per colazione.-
Eddie ridacchiò, nonostante la vocina che continuava a sibilargli nella mente, fin troppo simile a quella di sua madre.
Non so se finirà bene.
Fu scosso da un brivido, e Richie gli strofinò le mani sulle spalle.
-Hai freddo?-
-Un po'.-
Boccaccia lo spinse sul sedile, infilandosi tra le sue gambe.-Conosco un modo o due per scaldarti.-
-Di nuovo?- Eddie si finse scandalizzato, ma gli strinse le ginocchia attorno al costato, attirandolo a sé. I ricci di Richie gli solleticarono la fronte quando si chinò a baciarlo.
-Se non fosse per le limitazioni di questo involucro di carne che chiamiamo corpo, Eds, ti avrei già preso un'altra dozzina di volte.-
Eddie passò il pollice sul suo zigomo, sfiorandogli le lunghe ciglia nere.-Non mi sarebbe dispiaciuto.-
Richie chiuse gli occhi, assaporando la familiarità e la tenerezza di un tocco che gli era mancato più dell'aria. Di rado aveva potuto concedersi di essere così esplicitamente affamato di lui, lasciar trapelare da uno sguardo, un sospiro, il bisogno vitale di bruciare amabilmente nel suo corpo o tra i suoi polmoni o dovunque Eddie avesse preferito tenerlo.
Non era tanto sciocco da illudersi che non ci fosse davvero un "Rodney", da qualche parte tra i corridoi di Princeton. La spigliatezza di Eddie, la spontaneità con cui godeva e attuava modi e maniere per far affiorare alle labbra di Richie trattenute urla di piacere non erano certe piovute dal cielo, dopo un anno e mezzo di distanza. Forse, per uno scherzo del destino che lo puniva per aver baciato un altro, Richie stesso si ritrovava a recitare il ruolo dell'amante, mentre quel giovane del New Jersey attendeva speranzosamente degli auguri per l'anno nuovo.
Ma Richie sapeva anche che Eddie non gli avrebbe telefonato. Amava lui, amava Boccaccia, e non poteva esserci spazio per nessun altro nell'oscuro abitacolo della Clio, tra le sue gambe, o nel suo cuore. Forse non l'avrebbe lasciato immediatamente. Forse avrebbe atteso la fine delle vacanze invernali, di tornare al college e poter avere una conversazione faccia a faccia - forse Richie avrebbe dovuto agire alle spalle della nuova fiamma di Eddie ancora per un po'.
Gli avrebbe concesso tutto il tempo che occorreva. Per rompere con Rodney, se ancora faceva parte della sua vita. E se davvero si era trattato di un'avventura da niente, come Eddie aveva affermato a cena, allora gli avrebbe dato lo spazio sufficiente per adattarsi ad un nuovo capitolo insieme. Per guarire da qualsiasi vecchia ferita fosse ancora aperta, superare i propri timori, affrontare Sonia, anche se avesse richiesto mesi, o anni, sfibrando a poco a poco la corda che li legava alla caviglia. Richie sarebbe tornato nel proprio angolo a tifare per lui, per il loro amore, senza fretta, senza pretendere. Non avrebbe commesso daccapo gli stessi errori. Si sarebbe assicurato di non fallire.
Avrebbe funzionato, ne era certo - come era certo dei sentimenti che provava per Eddie. Diverse cose erano cambiate nella sua vita: l'indirizzo, il peso degli abiti nel suo guardaroba californiano, i poster nella sua camera, i progetti per la carriera. In un mondo inarrestabile, che non faceva altro che capovolgersi, Eddie era la sua stella fissa.
Gli baciò la tempia, la guancia, le labbra.
-Ti amo, Eddie.- Mormorò.-Ho bisogno di sentirti dire che lo sai.-
-Lo so.-
Richie tornò sulla sua bocca, gli sfiorò i denti con la lingua, creandosi a poco a poco un passaggio, divorato dalla necessità che Eddie lo inglobasse, lo arpionasse al suo petto senza più consentirgli di separarsi.
Lo scambio di effusioni e ansiti fu interrotto dalla notifica di un messaggio. Richie si separò da Eddie con un grugnito esasperato, raggiungendo il cellulare nella tasca dei pantaloni aggrovigliati attorno alle sue caviglie.
-È Stan.- Disse.-Vuole sapere chi ha vinto lo scontro all'ultimo sangue.-
Eddie si puntellò su un gomito, leggendo il messaggio oltre la spalla di Richie. Stan chiedeva semplicemente se fosse tutto a posto, ma Boccaccia aveva sempre avuto una spiccata vena drammatica.
-Credi che gli altri siano preoccupati? Mi dispiace aver rovinato loro la serata.-
-Sono stato io a fare una scenata.- Richie digitò una breve risposta e lanciò il telefono sul sedile anteriore, accanto agli indumenti stropicciati di Eddie.
-E io ti ho provocato.-
-Beverly ci ha provocati.- Richie aggrottò le sopracciglia. Sentì le dita di Eddie posarsi sotto il suo mento, guidare la traiettoria dei suoi occhi verso il proprio sguardo inquisitore.
-Che cosa intendi?-
-Aveva una sorta di piano per farci ammettere che ci amiamo ancora. Pare che le si sia ritorto contro.-
Eddie strofinò il profilo della sua mandibola con i polpastrelli ruvidi.-Ha funzionato, però.- Rispose, e la morbidezza nelle iridi di Richie gli smantellò le pareti del cuore come lava.-Vuoi rientrare?-
Boccaccia chiuse la mano attorno alla sua, baciandone il dorso.-No, non ancora.-
Eddie lo trascinò con sé sul sedile e cinse la sua figura snella tra le braccia.
-Nemmeno io.-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06 ⏰

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Falling (Like snowflakes in the countryside) ❄ ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora