La leggenda di Monocromo

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Illustrazione di: valeriadp_art (profilo IG)

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Illustrazione di: valeriadp_art (profilo IG)

Molti secoli fa, esisteva un paese sperduto tra le lande di una terra sconosciuta. Le colline lussureggianti di smeraldo accoglievano le folte fronde di molti alberi che, bisognosi di vicinanza, erano cresciuti così attigui da creare oscure foreste incantate. Ruscelli birichini scorrevano impavidi qua e là, offrendo nutrimento e fresco divertimento alle creature che dimoravano in quelle terre rigogliose. Fiori di ogni sorta si stagliavano lungo i campi coperti da un cielo cristallino, creando meravigliosi arcobaleni naturali.

In un piccolo paese situato proprio accanto al bosco più imponente, giaceva un villaggio abitato da elfi Arlecchini. Il loro nome derivava dal fatto che pur avendo sembianze antropomorfe, la loro pelle era ricoperta da preziose piccole squame lucenti. A ogni movenza, nel riverbero del sole la loro superficie mutava in una danza variopinta di ammirevoli colori. Era per loro motivo di grande fierezza. Eppure, l'arrivo di una tenebrosa figura scombussolò il fragile equilibrio di tutte le creature del regno; riuscendo a ottenebrare anche le menti degli elfi più puri. 

Negli anni venne soprannominato mostro Monocromo, poiché col suo grigiore indefinibile, il corpo largo e tozzo coperto da folti peli ispidi e unti e un ghigno sornione, aveva dato prova d'incredibili poteri ma a un prezzo troppo alto per i poveri elfi.

Tutto iniziò con un vociferare mormorato riguardo a doti magiche capaci di far avverare qualsiasi desiderio. Così, nelle notti più buie, molte creature, come anche gli elfi, iniziarono a far visita a questa losca figura; nella speranza che i loro più tormentati desideri si avverassero.

Quello che però non sapevano, è che sì, il furbo Monocromo accettava di aiutarli, ma a che prezzo! Egli infatti chiedeva in cambio una parte delle loro preziose squame iridescenti. E quindi finì che col passare degli anni, il radioso popolo Arlecchino cominciò a ingrigirsi a poco a poco, finché non capitò l'inevitabile.

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