Pensavo fosse un granchio, invece erano parti umane.

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Nell'ultimo periodo sono andato un po' in fissa con le atmosfere che terminano in -punk (con quelle wave sono già in fissa da 10 anni e passa, grazie Hotline Miami), quindi quale occasione migliore per parlare di una delle croci che ogni collezionista ritardatario come il sottoscritto ha?
Si, parlo proprio di Super Conductive Brain Parataxis, ad opera di Shintaro Kago.

Non sto ovviamente a farvi un pippone su chi sia Kago perché tanto il 99% di voi che mi legge mi conosce IRL quindi vi ho già svangato la minchia dal vivo innumerevoli volte, essendo tra i miei autori preferiti.
A quell'1% che è capitato qui per caso, per farvela brevissima, stiamo parlando di uno dei maestri dell'eroguro, genere che combina erotismo, grottesco, violenza, macabro e nonsense in un'unica combo devastante.

Super Conductive Brain Parataxis, per fare un paragone puramente collezionistico all'interno della mia vita, è un po' come il Signore degli Anelli illustrato da Alan Lee, ovvero "perchè cristo ho continuato a ritardarne l'acquisto ed ora è fuori produzione e viene venduto a prezzi esagerati". (Come dite? Nuova traduzione? No raga, non esiste nessuna nuova traduzione di Ottavio Fatica, cosa state dicendo?).
Ecco, la mia copia di Parataxis ho giusto avuto la fortuna di pagarla poco perché un tizio non sapeva cosa aveva tra le mani e me l'ha ceduta a uno sputo, se paragonato ad altri volumi di Kago che ho faticato a recuperare (Tipo Uno scontro accidentale, che ho poi trovato a prezzo di copertina qualche mese dopo aver sborsato DECISAMENTE TROPPO).

Lasciando per un attimo da parte le mie esperienze, questo volume edito da Star Comics, l'unico tra l'altro di Kago, so che molti di voi lo riconosceranno perché a quanto pare lo ha avuto CHIUNQUE a causa della copertina estremamente particolare - Tranne te, ovviamente - .

Ma di cosa parla?
Impostato come la maggior parte delle opere di Kago, ovvero tante storie legate da uno stesso filo conduttore che poi convergono e si scontrano tra loro, Parataxis ci racconta di una terra post apocalittica, in cui gli scienziati hanno tentato di fare il possibile per salvare l'umanità dopo i disastri ambientali causati da una non precisata calamità.
La storia in realtà si spinge ancora più in là, in un futuro ancora più distante, in cui a quanto pare gli scienziati sono riusciti nel loro intento e gli umani vivono normalmente la loro vita in una società futuristica in cui, grazie a del DNA trovato in antiche rovine, è stato possibile creare i Sadra, giganteschi esseri dalle fattezze femminli che vengono regolarmente smembrati, riassemblati, ricuciti e rimessi insieme per la creazione di mezzi di lavoro e di trasporto non inquinanti.

Parataxis è una di quelle opere che butta il lettore in un mondo completamente nuovo e creato ad hoc ma che l'autore lo presenta come se fosse una cosa già conosciuta. Quasi una normalità
Crea e distrugge, non dà nemmeno il tempo di provare ad empatizzare con un personaggio o capirlo che magari lo falcia, ci crea dubbi o, in alcuni casi, termina la storia senza dare ulteriori spiegazioni, lasciando intuire al lettore o permettendogli di dare spazio al proprio pensiero.
Kago è sempre stato mostruosamente bravo in questo genere di cose, a tal punto quasi da farti venire paura a girare pagina perché veramente non sai cosa aspettarti.

In queste otto storie, comunque, nonostante la "lontananza" nel tempo dell'ambientazione, i temi ricorrenti di critica della società dell'autore rimangono sempre una costante, più o meno velata, portando il lettore a farsi moltissime domande.
In un periodo in cui ogni giorno vediamo enormi progressi nella tecnologia atti a semplificarci la vita, viene quasi spontaneo domandarsi quale sia la linea di confine tra umano e macchina o se, ricalcando una delle vignette più celebri tratta dal primo racconto, l'assenza di un cervello implica in automatico non sentire dolore?
Queste sono domande a cui a volte tendiamo a non voler dare risposta.
Anche se l'unica domanda che ho in testa io è "ma a chi cazzo verrebbe in mente l'idea di fare dei mezzi di trasporto CON PARTI UMANE?", poi mi ricordo che uno dei miei film preferiti è Tusk di Kevin Smith e forse diventare un' auto potrebbe essere un destino meno crudele.

Se vi ho incuriosito e volete recuperarlo, è facilmente reperibile in formato digitale, sul cartaceo... beh, vi faccio i miei migliori auguri, ma meriterebbe averlo anche solo per la copertina e relativa sovracopertina (e ultimamente ho visto che online se ne trovano abbastanza, se avete qualche decina di euro da investire, magari un giorno sarà come le castagne).

Super Conductive Brain Parataxis - RecensioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora