" Jungkook! "Il corvino non aveva avuto un bel risveglio quella mattina, a partire dalla sveglia che, stranamente, non aveva suonato, e di conseguenza per poco non aveva rischiato di riportare un trauma cranico per la velocità con cui si era alzato- e la quasi caduta che aveva preso correndo come un matto verso il bagno.
Inoltre ancora non era riuscito a riprendersi dalla sbronza della sera prima, dunque oltre ad avere un forte mal di testa era ancora piuttosto attontito, tanto da confondere il sale con lo zucchero nel suo amato e tanto ambito caffè mattutino.
Jeon era un tipo piuttosto pacato e pretendeva che anche le sue giornate lo fossero in modo da creare un equilibrio su cui adagiarsi e quella mattina, probabilmente, aveva decisamente sbagliato lato.La mattinata non era iniziata col botto, se non quello della sua testa nell'anta dell'armadio, e questo per lui poteva significare solo una cosa: risveglio di merda, giornata ancora più di merda.
Difatti il destino non si era risparmiato su nulla, il primo dei tanti fu una testa color caramella spiccare con non poco affanno tra la folla di studenti.
Il nanetto che Jungkook tanto si ostinava a guardare con una faccia tra lo scioccato e schifato per il modo in cui cercava di farsi spazio tra la gente, era Park Jimin, nonché suo migliore amico. Il corvino in quel momento pensò che le foche a confronto sarebbero
state più graziate." Jimin, ti sembra necessario affannarti in questo modo alle otto del mattino?"
Il diretto interessato, ora a pochi passi da lui con le mani poggiate sulle ginocchia e la faccia pallida, appuntò lo sguardo roteando successivamente gli occhi per il modo così poco garbato con cui l'aveva accolto.
Insomma, era il suo migliore amico ma soprattutto era Park Jimin, il ragazzo più bello e sexy di tutto l'istituto, come minimo gli avrebbe dovuto baciare le suole delle scarpe come riconoscimento di essere un amico perfetto, ma essendo un tipo poco esigente si sarebbe accontentato anche di un semplice e perché no, non si sarebbe di certo offeso se l'avesse accolto con una fumante colazione al sacco." L'educazione, Jungkook. " Scosse la testa, era un argomento già affrontato quello del 'fingi almeno di volermi un minimo bene', ma nulla da fare, Jeon era sempre stato piuttosto freddo e distaccato con tutti, era difficile dimostrasse le sue emozioni, aveva il brutto vizio di definirle una debolezza e questo lui era l'ultima cosa che voleva. Jimin sapeva però quanto il corvino gli volesse bene, lo notava dai suoi atteggiamenti, dal modo in cui si preoccupava per lui, da come preferisse la sua compagnia e da come si approcciasse in modo così unico con lui.
"Comunque, forse, potrei aver dimenticato il progetto da consegnare per oggi."
Jimin guardava con un sorriso a trentadue denti Jungkook, e nel frattempo strofinava ansiosamente i pollici tra loro. "Potresti?" inarcò il sopracciglio alla notizia assurda e poco simpatica.
"No okay, non l'ho dimenticato, l'ha mangiato il cane." Il rosa non aveva più quel sorriso, al contrario la sua espressione era terribilmente seria, Jungkook pensò che se stesse scherzando quella non era decisamente giornata. Stavano lavorando a quel progetto da più di una settimana, oggi avrebbero dovuto consegnarlo al Professor Lee, un tipo che non accettava ritardi, tantomeno su compiti importanti come quello.
"Jimin, non è giornata, quindi evita di uscirtene con cazzate del genere, prendi quel dannato foglio e entriamo in class-"
"Quale parte non capisci del discorso, non ho alcun foglio."
Per un attimo il rosa giurò di aver visto gli occhi di jungkook spalancarsi per poi ritornare alla loro solita espressione, sarebbe stato assurdo ad orecchie estranee quella situazione ma quando si parlava di Jimin tutto poteva essere possibile, il corvino difronte quello sguardo serio e spaventato non poté che credere che sì, il cane si era mangiato il loro progetto d'arte."fanculo."
꧁꧂
Come previsto, oltre che una lunga e noiosa strigliata da parte del professore in cui Jungkook cercava di tenere i nervi saldi e mantenere un atteggiamento consono, i due si beccarono anche una nota e, se per Jimin era solo l'ennesima delle tante, per Jungkook ne valeva la rovina della sua impeccabile media scolastica. Non che si considerasse ossessionato o dipendente da quest'ultima, era sempre tutto collegato al suo discorso di vita e di equilibrio.
Passata la prima ora in cui il Professor Lee non fece altro che sottolineare quanto fossero stati impeccabili i progetti dei suoi compagni e soprattutto quanto fossero stati puntuali, aumentandogli addirittura la media, prese nuovamente a spiegare qualcosa di cui jungkook non prestò molta attenzione poiché più interessato a ciò che stava accadendo fuori dalla finestra.
E avrebbe continuato così per tutta l'ora se una gomitata non l'avesse colpito con non poca forza sul fianco. "Jimin ma che cazz-""Ragazzi se potreste prestarmi la vostra attenzione vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno di classe, vi prego di comportarvi bene e fare in modo che si integri al meglio nella classe, prego."
Con un sorriso più che soddisfatto di quel breve discorso più che penoso, a parere del corvino, il professore, con un gesto di poco interesse diede la possibilità al ragazzo di presentarsi.
Ma a Jungkook non servì alcuna presentazione per capire di chi si trattasse. Il corpo snello e slanciato, la carnagione abbronzata, le curve così lisce ma toniche, i capelli biondi e mossi che ricadevano sul viso oscurando quasi il suo sguardo, il sorrisetto sghembo a renderlo così deliziosamente stronzo.
In cuor suo sperò che si stesse sbagliando e che quella fosse una coincidenza, insomma quante probabilità ci potevano essere che tale incubo fosse tornato a rovinargli la vita, o meglio, l'esistenza? erano veramente basse, no? Eppure furono proprio due occhi scuri, ora posati sulla sua figura, a fargli confermare che sì, quella era decisamente una giornata di merda e che si, ora era decisamente fottuto."Il mio nome è Kim Taehyung."