Inno alla morte

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Mi sono sempre chiesta perché l'amore dovesse portare tristezza e dolore. Un sentimento così nobile e profondo, che scombussola tutte le reazioni chimiche nel corpo di una persona e che porta un pizzico di gioia, comporta un oceano di dolore.
Intorno a quella piccola lacrima di felicità c'è un'infinità di dolore e disperazione.
Perché uno dovrebbe volersi così male da lasciarsi andare in quel modo? Com'è possibile che pur essendo consapevoli di quello che questo sentimento comporta un individuo permette un disastro del genere?

Poi capì.

Per quel attimo uno lotta con denti e unghie.

In un solo momento ti senti talmente vulnerabile e fragile ma allo stesso tempo onnipotente e desiderato.
Per quello le persone decidono volontariamente di spezzarsi l'animo, di diventare parte di qualcun altro, spesso anche di rinunciare a se stessi e a quello che una volta erano per essere amati.
È un'azione così tanto nobile ma allo stesso tempo così tanto stupida...

Avete mai sentito parlare del inno della morte? In questo tragico brano la cantante preannuncia quello che in seguito lei è il suo amato avrebbero fatto.
Non essendo il loro amore possibile l'unica soluzione che questi due disgraziati hanno trovato è quello di togliersi la vita.
Hanno volontariamente deciso di interrompere la propria vita sapendo che la società gli avrebbe avvizziti e avrebbe distrutto quel attimo di felicità. Non volevano rischiare di smettere di amarsi o persino di iniziare ad odiarsi in quanto la vita insieme gli avrebbe portare alla miseria.
In questo modo sarebbero potuto durare per sempre.
Hanno interrotto il loro amore è la loro vita per non rischiare di essere separati dalla avidità umana e dalle ingiustizie che le loro differenze di statuto comportavano. Così sono restati amanti per sempre, uniti insieme dall'oscurità dell'oceano nel quale hanno deciso di passare l'eternità. Mi piace pensare che i loro spiriti nuotino felici, mano  nella mano in quel finito oceano e che guardino in lontananza le navi che passano e i turisti annoiati da tutta quella acqua intorno a loro.
Quel gesto disperato che io non ho mai compreso mi è tornato in mente nel momento in cui decisi di restare al suo fianco. Ero consapevole che avrei annullato me stessa e la mia intera esistenza sarebbe girata intorno a una persona incapace di provare la stessa cosa nei miei confronti. Io ero solamente un oggetto appartenente alla sua collezione, un qualcosa di suo che nessuno aveva diritto di toccare e questo mi andava più che bene.
Il dolore di non essere amata da lei è immenso e mi consuma ogni giorno un po' di più, ma come se ne fosse consapevole si affievolisce ogni volta che entra in camera mia e mi chiede se voglio una tazza di te sorridendomi e ricordandomi ancora una volta perché l'ho amata e perché continuò a farlo.

** Questo è un pezzo facente parte del libro su cui sto lavorando adesso per una eventuale pubblicazione, spero vi piaccia**

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