Love

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Ispirai profondamente, la stanza sapeva di sesso. La fievole luce calda della lampada sul comodino, accarezzava le forme del corpo sdraiato sul mio letto, completamente nudo e solamente per me. Il suo sguardo era carico di piacere, il suo respiro mozzato, il petto dove padroneggiava una farfalla saliva e scendeva, accaldato e sudato.

Allungai una mano verso il suo viso. Con le dita incerte disegnavo dolcemente i lineamenti del suo volto, i muscoli così tremendamente rilassati, la mascella ben definita. Avrei potuto fare qualsiasi cosa con lui. Lui, me lo avrebbe concesso. Era alla mia mercé, ma io ero alla sua e poco me ne importava. Lo volevo, lo desideravo da così tanto tempo che quando arrivò la realizzazione era difficile tirarsi indietro.

Passai il pollice sulle sue labbra piene e rosse, premendo con il polpastrello. Le avevo baciate innumerevoli volte da quando la porta della mia camera si era chiusa alle nostre spalle. Quando i nostri corpi, accaldati, si stringevano uno all'altro, alla ricerca di maggior contatto fisico. Volevamo di più, le vesti erano troppo fastidiose, e avevamo aspettato troppo per quel momento.

Mi liberai della sua camicetta floreale, strattonai la sua cintura, calai i suoi pantaloni con irruenza e lo baciai con impazienza. Niente di ciò che facevo serviva ad allietarmi, ero un fuoco che bruciava e lui, con me.

Non fui più in grado di fermarmi una volta che il suo corpo, nudo e caldo, era sdraiato sotto di me. I suoi occhi lucidi dal piacere e le gambe spalancate oscenamente per permettermi di avvicinarmi ancora di più a lui.

«Harry?» lo richiami. I suoi occhi erano già puntati verso di me, ma la sua attenzione, la sua mente... avevo come la sensazione che stesse pensando ad altro. Il suo sguardo curioso e con quel luccichio pieno di lussuria vagava sul mio corpo, si soffermava sulle mie forme, ne contemplava ogni dettaglio e lo notavo, da come le sue dita toccavano dolcemente la mie pelle, per accertarsi che fosse tutto vero. Lo desiderava, lo bramava, e io non ero da meno con il suo.

La sue pelle morbida, le sue labbra che sapevano di fragola, i lunghi boccoli sparsi sulla federa del cuscino, la sua voce bassa e rauca che si spezzava in un ansimo ogni volta che sfioravo il suo punto debole, il luccichio della pelle sudata. Non era una donna, ma non volevo nemmeno che lo fosse. Volevo Harry, solo ed esclusivamente Harry, da quando avevo messo piede in casa per la prima volta, quando con il suo sorriso contornato da delle fossette mi invitò a cucinare insieme, da quando avevo visto di sfuggita il suo corpo nudo sotto la doccia per un semplice errore. Quel errore mi fu fatale. Da quel giorno, non smisi mai di pensarlo.

«Non hai idea di quante volte avrei voluto prenderti sul tavolo della cucina.» dissi. Nella mia mente si dipingevano già le immagini di noi due. Harry sdraiato sul tavolo della cucina, ed io, a muovermi sinuoso su di lui, stuzzicandolo e senza mai dargli il piacere che richiedeva. Volevo che mi desiderasse ancora di più, sempre di più.

«O ti ricordi quando entrai per sbaglio in bagno mentre ti stavi facendo la doccia?» lo sentì rabbrividire sotto di me. Mi chinai su di lui, le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio. Doveva sapere cosa mi passava per la testa. «Ti dissi che non vidi nulla, era tutto appannato, ma non mi dimenticherò mai la tua pelle bagnata. Il modo in cui ti passavi le mani sessualmente lungo il tuo corpo, come ti toccavi.» il suo respiro era accelerato e le sue mani, incapaci di rimanere ferme, si appoggiarono a palmo aperto sulla mia schiena. «L'unica cosa che volevo fare era entrare dentro con te e sporcarti, sbatterti contro il muro e farti toccare il cielo con un dito.» le sue dita si conficcarono nella mia pelle, ma non provavo dolore. Tutto si mischiava con l'eccitazione. Le sue gambe si avvolsero attorno al mio busto, intrappolandomi in una morsa dalla quale non sarei mai voluto scappare.

Problemi da CoinquiliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora