Cane

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Alcuni notti più tardi, mi svegliai con il respiro corto, la federa del cuscino bagnata dal sudore e la sensazione di soffocamento mi faceva sentire come in apnea. 

Avevo fatto un incubo. Probabilmente il peggiore di tutta la mia vita. Lo sentivo così reale, così vero da farmi chiedere se stessi ancora sognando oppure no. 

Rimasi parecchio tempo seduto sul letto, le mani a strofinare il volto stanco e provato, in attesa di ritrovare il sonno, ma nulla. Verso le due di notte, scesi in cucina per prepararmi una camomilla. Pensai che forse mi avrebbe calmato i nervi e avrei trovato così un po' di pace.

Erano giorni che l'aria in casa era tesa, come la corda di un violino, spessa tale da essere spezzata con un coltello. Louis non parlava con Harry ed Harry di certo non andava a cercarlo, era abbastanza intelligente da non istigare il cane che dorme, ma questo rapporto non andava di certo a nostro favore, anzi. Sembrava che stessimo perennemente, tutto il giorno, a giocare a passa parola come se fossimo dei bambini alle elementari. "Puoi dire ad Harry..." oppure "Puoi dire a Louis..." e per carità, eravamo i loro amici, coinquilini, ma quella situazione era diventata stucchevole. Non facevo altro che pensare a come fossimo arrivati a quei livelli. L'amore, era la risposta. La più cliché delle risposte, ad essere sinceri.

Brancolando nel buio della cucina, cercai di fare il meno rumore possibile, prendendo un pentolino e cercando nella credenza se fosse rimasta qualche bustina di camomilla. Non eravamo soliti a quel tipo di bevanda, dato che più o meno tutti in casa bevevano la birra, ma Harry durante le sue sessioni notturne di studio aveva preso l'abitudine di bere qualcosa di meno forte dell'alcool e anche se l'indomani lo trovavamo seduto in cucina, con la testa appoggiata al tavolo e i libri sparsi spalancati sotto di lui mentre dormiva profondamente, diceva che la camomilla lo aiutava a distendere i nervi e non risultare troppo agitato il giorno dopo. Per questo motivo che andavo sul sicuro, e per sdebitarmi gli avrei comprato un'altra scatola l'indomani... solo che era buio, oltre alla scatola della camomilla, lì dentro c'erano anche spezie che servivano per la cucina.  

«Cosa ci fai sveglio?» la voce di Zayn mi fece sussultare, rischiando di sbattere la testa contro l'antina della credenza aperta.

Mi portai una mano sul petto, il cuore martellava come un tamburo. Mi voltai e lo trovai con le braccia incrociate, il peso appoggiato con la spalla all'arcata dell'ingresso della cucina. «Ma sei scemo? Mi sono spaventato!» sbuffai.

Zayn ridacchiò. «Scusami, ma non hai risposto alla mia domanda.»

Scrollai le spalle e chiusi l'antina della credenza, prendere sonno era diventata una seconda priorità. A braccia conserte contro il petto coperto da una canottiera bianca, appoggiai la base della schiena contro il bancone della cucina.

«Non riuscivo a dormire.»

«Hm, ti capisco. Anche io faccio fatica a dormire questi giorni.» ammise, mettendosi poi al mio fianco. 

Abbassai lo sguardo sui nostri piedi, osservando la strana combinazione dei nostri calzini. Io di un bianco quasi sporco e lui di un nero immacolato. Per un attimo sembrava rispecchiare perfettamente noi stessi. Mi ricordavo quante volte Zayn mi avesse detto che la gente era spesso spaventata da lui, forse perché come diceva sempre Harry "appena entri in una stanza, trovi sempre Zayn con gli occhi socchiusi e le sopracciglia corrucciate." sembra che faccia il figo ogni giorno, aveva aggiunto ridendo e noi, lo seguimmo. Zayn non obbiettò, anzi, si unì a noi. Eppure non c'era da temere di lui. Aveva un lavoro onesto in un ristorante al centro, dove siamo stati suoi ospiti più di una volta durante le vacanze natalizie, quando Louis non aveva da lavorare, Niall non andava per strada a suonare perché faceva troppo freddo per stare lì ore e ore, ed io e Harry non avevamo lezioni all'università.

Problemi da CoinquiliniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora