Sarasvatī

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Welcome to the Hotel California

"Charlie?"

Such a lovely place

"Charles?"

Such a lovely face

"DANAZIONE, CHARLIE!"

Il ragazzo sbuffò. Poi, si mise seduto, le gambe incrociate ed i talloni nudi a contatto con il materasso.

Si voltò verso la sorella, ritta in piedi con il volto corrucciato.

"Sì, Latisha?"

La sua calma sembrò irritare ancora di più la rossa.

"Ti sto chiamando da mezz'ora!" sibilò, le mani sui fianchi.

Il fratello sospirò. Poi, azzerò il volume dell'amplificatore.

"Ora ti ascolto. Cosa c'è?" chiese pazientemente.

La ragazza sorrise, mettendo in mostra gli incisivi leggermente pronunciati.

"Mi devi accompagnare ad un concerto. Domani sera."

La guardò, incredulo.

"Come?"

Tisha lo squadrò, l'aria di superiorità che assumeva sempre quando qualcuno diceva un'ovvietà.

"Alla radio avevano organizzato un concorso radiofonico, con in palio due biglietti per il concerto delle "Sarasvatī" e un meet and greet il giorno dopo. Ho vinto, anche perché la domanda era facilissima."

Sorrise, divertito. "2+2?" la stuzzicò, alzando e mettendo al suo posto il braccio del giradischi.

La minore roteò gli occhi, fintamente offesa.

"Un trabocchetto di aritmetica, lo potrei risolvere a occhi chiusi. Comunque, tu vieni con me al concerto. E non è una domanda."

Si prese la testa tra le mani, pensando ad un modo per tirarsi fuori dai guai senza far incazzare di nuovo la sorella.

Non che avesse impegni, anzi. Ma passare il sabato sera al concerto di un gruppo femminile che veniva venduto come la brutta copia dei Kansas non lo entusiasmava affatto.

"Non puoi andarci con qualcun altro? Non lo so, una tua amica?" chiese, alzandosi. Si stiracchiò, sentendo le membra protestare.

Latisha scosse la testa. "Volevo andare con Tina, ma quel bigotto del padre ha scoperto che esce con un ragazzo e l'ha messa in castigo per un'eternità e mezzo!"

Poi, esibì il suo sorriso ammaliatore. "Vieni con me? Per favore..."

Aveva perso.

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Charlie ora ne aveva la conferma: non era decisamente tipo da concerto.

Seduto ad uno dei pochi tavolini ammassati contro il muro, osservava sua sorella saltellare esagitata, non confondendosi con la calca di persone ai piedi del palco solo per i capelli ramati che sembravano fuoco liquido.

Prese un altro sorso dal boccale di birra -come sempre avevano pensato fosse minorenne e gli avevano chiesto la carta d'identità- e volse lo sguardo al palco.

Nonostante tutto, non erano per niente male.

E neanche così simili al gruppo statunitense.

Le linee melodiche potevano ricordarli vagamente, ma la dolce voce da soprano della cantante non sembrava certo fare il verso a Steve Walsh.

Mentre i minuti passavano e le tracce si susseguivano, cominciò a seguire, battendo il piede a terra a ritmo senza neanche farci caso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30, 2022 ⏰

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