IV

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Un sospiro echeggiò nel vuoto dei sotterranei del palazzo governativo, attraversò il lungo corridoio ammuffito fino a giungere nella cella di David, l'unica ad ospitare un prigioniero.

Il Governatore Duchane abitava nel palazzo assieme a Catherine e alla servitù. Era un uomo piuttosto previdente e proprio non gli andava l'idea di avere dei criminali sotto il letto dove dormiva di notte. Per questo, aveva fatto costruire un edificio, lontano da casa sua, dove tenere chiuso i prigionieri, senza che essi potessero impensierire o mettere in pericolo la propria vita e quella di Catherine. In questo caso, però, aveva concesso a David un'eccezione. Cosciente del fatto che il ragazzo non avesse mai cercato di mettere in pericolo la vita di sua figlia, l'aveva tenuto ben nascosto da altri criminali, solo per essere egli stesso a consegnarlo nelle mani del Lord.

Adesso, David era accovacciato, seduto con le spalle al muro. Aveva entrambe le braccia poggiate sulle ginocchia e stringeva tra le mani il Quarter di Orlando. Aveva continuato a porsi delle domande riguardo la sua morte e come potesse collegarla al Lord. Tuttavia, non sembrò molto facile trovare una soluzione. Si sentiva esausto e il mal di testa che continuava a pulsare tra le tempie lo rese ancor più fragile. Quel dolore atroce era di sicuro la conseguenza della quantità di alcool ingerita e il poco riposo. Ad infierire su tutto poi, come se la morte di una persona cara non bastasse, anche la lontananza di Catherine. Fece un altro lungo respiro e si sdraiò sul suolo gelido della sua cella. Era circondato dal buio, illuminato solo da una fioca candela e nell'aria si riusciva ad udire solo il fruscio del vento che penetrava dalle crepature, attraverso il muro.

Come un magnete attratto da una calamita, gli occhi di David si spostarono sulla fiammella della candela, fuori dalla sua cella. La fiamma gialla si sperdeva nell'aria,lasciando attorno a sé come una barriera incandescente di colore rosso.

Guardando la piccola fiamma, David rammentò dei lunghi capelli ondulati, rossi come la ruggine e, subito dopo, dei piccoli punti lentigginosi che riempivano le guance del viso angelico di quella persona di cui, adesso, aveva tanto bisogno: Catherine.

La fanciulla le mancava tanto e non aveva fatto altro che continuare a sperare che si facesse viva.

Per alcuni versi, avvertì anche la mancanza di Chad e, anche se ci credeva a stento, pure quella di Kristopher. Nel bene o nel male, aveva sempre avuto la fortuna di avere qualcuno al suo fianco nei momenti difficili. Adesso, invece, solo delle strani vocine nella sua testa che continuavano a blaterare, accendendo molte controversie. Il suo repertorio di amici finiva lì, d'altronde aveva sempre creduto che quel che dicesse suo padre fosse reale: "Nella vita bisogna essere molto selettivi", gli consigliava sempre. "Tu come me conoscerai tante persone da non riuscire nemmeno più a contarle, ma sii cauto nel confidare in loro."

Allora, il ragazzo, non aveva capito cosa avesse voluto insegnargli suo padre, ma adesso, dopo quel che stava succedendo, aveva capito che Orlando volesse solo proteggerlo.

"Volevano prendere il tuo occhio," continuava ad echeggiare nella sua testa, e ancora: "Volevano prendere il tuo occhio."

«So badare a me stesso», bofonchiò ad un tratto con un tono di voce rauco. Spostò il suo sguardo dalla candela e cambiò la sua posizione sdraiandosi sul suo lato sinistro. Avvertì una strana sensazione dentro di sé, come se il flusso di sangue scorresse veloce. Sentì, poi, una fitta al cuore. David sapeva che suo padre non sarebbe mai morto davvero, finché continuasse a vivere nel suo cuore. "Nutriti di ogni consiglio e accetta chi li dispensa. E alla fine fai tutto di testa tua. Sii testardo, continua per la tua strada e sbaglia, è solo questo il modo che ti aiuta a crescere e a fare le scelte migliori per una vita migliore!"

Insanity - Nec Plvs VltraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora