VIII

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Altre bottiglie di rum piene di polvere nera, esplosero tra le piccole squadriglie di soldati. L'aria era diventata pesante e cominciò ad avere un sapore secco e amaro.

I cittadini continuarono a restare chiusi nelle rispettive case, cercando di rassicurare i loro figli che tutto sarebbe andato per il verso giusto. I lamenti, le urla di disperazione, la collera e la paura riempirono le strade della città. I pianti diedero vita ad una sinfonia che continuava a espandersi, divenendo l'inno di quella battaglia che continuava a spargere sangue sulle terre di Kingston.

John Wilmot lottava con le unghie e con i denti, continuava a porre resistenza contro quegli uomini intenti a fare del male alla sua città. Assieme ai suoi uomini, aveva eliminato tanti avversari, anche se continuavano a spuntare fuori da tutti i lati.

Wilmot aveva appena infilzato un pirata, quando il suo sguardo percorse l'area della città che lo circondava. La situazione sembrò drastica.

I pirati dell'Enchantress sembravano non riuscire a saziarsi. Avevano sopraffatto l'intero porto, distrutto case e locali. Continuavano a farsi strada tra le salme dei soldati e, adesso, il loro principale obiettivo era il quartier generale della città: il palazzo governativo.

Wilmot comprese la gravità della situazione e si rese conto che gli era scivolata via dalle mani. Abbassò lo sguardo e vide vicino ai suoi piedi un pezzo di vetro. Si abbassò per raccoglierlo e si rese conto che era il resto di una delle bottiglie esplose. In quel preciso istante, prese una drastica decisione: se il suo destino fosse stato quello di morire questa sera, l'avrebbe fatto con onore e, soprattutto, avrebbe trascinato via con sé tutti quei luridi pirati.

Corse nell'armeria e afferrò quanta più dinamite possibile. Ritornò fuori e accese le micce aiutandosi con le fiamme che ormai ornavano la città. Mise le dinamiti nelle tasche della giacca, in quella dei pantaloni, sotto il tricorno e continuò a tenerle altre strette tra le mani. Afferrò un pirata alle spalle e lo strinse in una presa molto forte. L'uomo cominciò ad urlare e chiese aiuto agli uomini della sua ciurmaglia. Insieme si radunarono e con estrema facilità strapparono via dalle mani di Wilmot le due dinamiti. Continuarono a prenderlo a calci, a pugni, lo ferirono con la spada ma non sapevano che il capitano era stato più furbo di loro. All'improvviso, attorno al cerchio di pirati,che avevano circondato Wilmot, se ne formò uno ancora più grande, fatto di soldati che gettarono a terra le loro spade e si lanciarono addosso agli avversari, stringendoli al loro capitano quanto più possibile.

In quel preciso istante Wilmot rivide ogni passo che quegli uomini avevano compiuto per diventare i soldati che, oggi, erano e capì che non avrebbe mai più avuto a che ridire sull'indisciplina del suo esercito. Era finalmente orgoglioso di averli scelti nella sua squadriglia.

Non li avrebbe mai più costretti ai doppi turni di lavoro e agli allenamenti fuori programma. Dal quel momento in poi, avrebbe guardato i suoi soldati in viso e li avrebbe ringraziati uno ad uno per il loro coraggio, per l'audacia che stavano dimostrando e per la loro fede nella giustizia. Wilmot sorrise e, subito dopo, una alla volta, le dinamiti cominciarono a scoppiare come fuochi d'artificio, generando nell'aria fuoco e una nube di fumo.

Quando la nube si dissolse, il panorama che si presentò, sembrò lugubre tanto quanto un cimitero di cadaveri fuori dalle rispettive fosse. Il tutto lasciò spazio alla paura e alla delusione di altri soldati che non avevano avuto il coraggio di seguire le orme dei loro alleati e uno ad uno lasciarono cadere a terra le spade in segno di resa.

II terreno era ricoperto di tanti piccoli pezzi di carne e ossa di uomini non ricomponibili. Tra pirati e soldati c'erano stati pochi superstiti, tra cui, il secondo di bordo dell'Enchantress.

Insanity - Nec Plvs VltraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora