-Ho sognato un ragno
-Un ragno?
-Si, uno dei due stava fuggendo...
-Intendi tu?
-Il ragno fuggiva da me ma anche io andavo via lontano da quella bestiaccia pelosa, era una tarantola.
-Caro...anche tu sei una bestiaccia pelosa, ma ti amo lo stesso.
-Già, perché lo sono secondo te?
-lo sei cosa?
-Una bestiaccia pelosa...perché sono fatto così?
-Perché sei una volpe.
-So quello che sono, cioè so come sono, ma perché!?
La Signora Fox si alzò dal letto in quercia e indossò la sua vestaglia, erano circa le 04:00 del mattino.
-Amore, è per via del lavoro? È per questo che non riesci a dormire?
-Valentine, cucciola mia...e se fossi destinato a cose più grandi che stare qui in una quercia?
-Sono 9 anni volpe che siamo sposati e se ti conosco bene potrei dire che non sei mai stato contento, nemmeno quando ci siamo trasferiti qui facendo il salto di qualità dalla nostra vecchia vita.
-Cara, sono felice di quello che abbiamo, i ragazzi stanno bene e tu sei più luminosa che mai, ma i tempi stanno cambiando là fuori, non ci sono più pollai da stanare, le galline sono tutte di un'altra pasta adesso.
-Ma sono anni che non fai più quelle cose! Non capisco...
-Si...è vero, questo non vuol dire che non mi scorra nelle vene l'ebrezza dell'avventura, la sensazione di pericolo di essere scoperto e la folle intraprendenza dell'ignoto.
Mr. Fox si alzò dal letto e si sedette, dalla finestra filtravano raggi lunari che illuminavano il suo viso per metà.
-Vedi amore, da domani voglio lasciare il lavoro alla diga.
-E che farai?
-Mi godrò il momento e poi ci penserò.
-È bastato un ragno a farti dare di matto?
-Sarei matto a rimanere qui.
-Beh, ricordati di passare più tempo con i tuoi figli allora, vado a fare il caffè.
Mr. Fox rimase solo in camera, erano quasi le 05:00 del mattino e lui non riusciva a dormire.
Così uscì di casa a fare una passeggiata.
Passò per la vecchia fattoria abbandonata degli Harrington, era sempre più vecchia e logora. Ripensò a quando da giovane andava ad uccidere i polli e devastare i campi di granoturco, non gli mancava quella vita ma di certo era parte di lui.
Continuò a camminare arrivando ad un crepuscolo dove si mise ad osservare l'alba.
-Ciao Fox, che ci fai qui?
-Ehi Opossum, non riuscivo a dormire e mi sono messo a camminare, dov'è che vai di bello a quest'ora?
-Non l'hai saputo? Stanotte è crollata la casa degli Smith, tutto il bosco sta andando a dare una mano.
-Come stanno loro?
-Loro stanno bene, non si trovavano in casa ma loro figlio...
-Loro figlio?
-Vedi Fox...quando arriviamo evita le tue solite battutine.
-Arriviamo?
-Immagino tu voglia venire a dare una mano, sai...la gente parla, ci saranno tutti.
-Al diavolo la gente, ci vengo si, ma per me.
C'erano tutti intorno alle macerie di casa Smith, le talpe anziane del villaggio, le marmotte e anche i tre fratelli ratti.
Sulla sinistra la signora Smith piangeva sul petto di suo marito.
-Che ci fai qui Fox? Vattene via, disse il riccio Charlie Smith.
-Voglio aiutarla signora Smith, mi dispiace per suo figlio.
-Perché le dispiace? Lui è ancora vivo, dobbiamo solo trovarlo.
Così Fox si mise a scavare, scavare e ancora scavare, mentre tutti alimentavano la tragedia lui usò la sua astuzia di volpe e il suo fiuto, tolse le macerie sul retro dove vide le zampe del piccolo Richie, ne afferrò una con il muso e lo tirò fuori.
I due ricci corsero subito verso il loro figlio, Fox se ne andò via quasi subito, non amava essere acclamato, non in questi casi almeno. Erano quasi le 08:00 quando imboccò la strada per la vecchia quercia, poco prima che ne percepisse la presenza, alle spalle un ragno lo attaccò e lo morse.
Il veleno entrò in circolo quasi istantaneamente.
Morì pochi minuti dopo prima di arrivare a casa.