LA VENTITREESIMA VIGILIA DI NATALE

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Questa storia è stata scritta per il Jingle Drivers' Bells (Vol. 1), che trovate sul profilo di lucreziasstories.

Anche se è vecchiotta, ho pensato che fosse qualcosa di carino per farmi perdonare dell'assenza dell'ultimo periodo. Buone Feste a tutti.




LA VENTITREESIMA VIGILIA DI NATALE



Max Verstappen odiava il Natale.

Perché? Aveva i suoi motivi, raccolti persino in un elenco scritto, così, giusto per avere sempre la risposta pronta quando gli domandano come mai non sopporta le feste.

Un esempio? I regali. Da quando aveva scoperto che Babbo Natale non esisteva e che qualcuno avrebbe potuto seriamente offendersi se bruciava quelli che non gli piacevano nel camino, andava in panico non appena gli mettevano anche il più piccolo pacchetto in mano. Gli si contraevano tutti i muscoli della faccia e neanche pensava a cosa sta scartando, piuttosto concentrandosi sul sembrare il più entusiasta possibile. Con risultati davvero deludenti.

Poi c'erano sono i canti di Natale. Come poteva la gente ascoltarli davvero? E non solo, addirittura apprezzarli, mentre a lui facevano sanguinare le orecchie.

E quelle stupide lucine, e le tradizioni, e il dover fingere di essere una famiglia perfetta quando a casa sua di perfetto non c'era più niente da tempo. Imbarazzante.

L'unica cosa che Max apprezzava del Natale era Niki. La stessa Niki che, al contrario, adorava il Natale come solo altre poche cose al mondo: la torta alla cannella, i maglioni col collo alto, e Max.

Niki cominciava a sentire All I want for christmas is you ad inizio novembre e la smetteva soltanto a fine anno, senza mai stancarsi. Era sempre sull'attenti per scovare il regalo perfetto, ed iniziava la ricerca delle più belle decorazioni per la casa ancor prima che finisse Halloween - per la sua e per quella di Max, che se non fosse stato per lei e Vic casa di Jos non avrebbe avuto neanche mezza lucina -.

Quando la gente le chiedeva come mai le piacesse così tanto il Natale negava di sapere il perché, ma nella sua testa e nel suo cuore il motivo era piuttosto chiaro.

Perchè Max era a casa.

Niki aveva conosciuto Max Verstappen quando ancora entrambi erano nella culla, nati a poco più di un mese di distanza l'uno dall'altro. Jos e Karen, la mamma di Niki, erano amici d'infanzia e vivevano nella stessa strada di Maaseik, e loro avevano costretto Max e Niki a diventare amici dal giorno zero. Avevano fatto tutto insieme: i primi passi, le prime parole se le erano dette a vicenda, la scuola insieme, i problemi di disciplina di Max e le eccellenze di Niki, gli amici sbagliati, le prime cotte. Erano sempre stati diversi, in tutto, ma avevano sempre vissuto insieme ogni cosa.

Ma Max era sempre stato troppo per quella cittadina e più gli anni passavano, meno tempo riusciva a viverci. Prima era stato via per girare le piste di Kart di mezza Europa, poi tutti i continenti per le formule minori, fino ad arrivare alla F1, e da quando si era trasferito nel Principato di Monaco le occasioni per stare insieme erano drasticamente diminuite.

Tuttavia, anche se era costantemente in giro per il mondo, Niki una certezza ce l'aveva: ogni anno Max sarebbe stato seduto di fronte a lei, alla fine del lungo tavolo di legno nella tavernetta di casa Verstappen, la sera del 24 Dicembre. Lui con il suo maglioncino natalizio, le lucine che corrono lungo tutte le pareti e che si riflettono nei suoi occhi chiari, come se non fossero già belli abbastanza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 26, 2021 ⏰

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