Capitolo 1

16 2 0
                                    

Gotham City: la città degli angeli in costume e dei demoni in smoking.
Città piena di speranze, false per lo più, e di possibilità, per chi ha il fegato di rischiare di finire senza nulla. Ma si sa... se non combatti per qualcosa, rischi di rimanere con niente.

Il giorno si abbatte sulla città come un'ascia, il Sole lancia rabbiosamente i suoi raggi, cercando di infilarsi nei vicoli bui, dove le ombre dei grattacieli li rendono privi di luce naturale ogni giorno dell'anno. Lo stesso astro impietoso scalda l'asfalto, il cemento, i mattoni e le piastre di metallo di questo immenso corpo putrido che è Gotham City.

L'estate non è una stagione tanto attesa per le migliaia di lavoratori che ogni mattina devono rimboccarsi le maniche, stipati nelle metropolitane, nelle automobili, negli autobus, negli uffici e nei negozi, tutti pressati, sudati e nervosi. Il caldo è un fattore da non sottovalutare mai, soprattutto in una città densamente popolata, dove i poveri sono stivati in casupole decadenti e dove gli anziani sono per lo più privi di servizi sociali adeguati.

Con il caldo i miasmi del porto, delle fogne, del lerciume e dell'immondizia impregnano l'aria. Si attaccano addosso ai cittadini, si insinuano nelle case dalle finestre aperte che, invece di aria fresca, ricevono solo ossigeno maleodorante.

Questa è la mia città, la mia casa, la mia migliore amica e la mia maledizione. Dall'alto dell'immenso grattacielo di mia proprietà osservo il brulicare spasmodico e caotico delle persone e delle automobili.

L'immenso dedalo di sopraelevate e palazzi nonché la colossale ragnatela composta dalla monorotaia e dalla metropolitana che si insinua tra le strutture creano un complicatissimo schema, una città costruita su più piani, dove persino alcune piazze si trovano rialzate, collegate da ponti e passerelle, staccate rispetto al lilvello stradale: una sorta di Babele che si vergogna delle sue stesse fondamenta, che cerca di svettare sempre più in alto seppellendo sempre più in basso la parte più povera della società.

Rabbrividisco nel pensare quanto sono fortunato ad essere quassù, nel grande ufficio amministrativo della Wayne Tower. Penso a quanto grande sia ancora la mia missione come uomo: Gotham un giorno sarà come Metropolis: il paradiso americano, dove sicurezza e ricchezza prosperano, dove nessuno è lasciato a sé stesso.

Un trillo mi ridesta dai miei pensieri, mi stacco dalla grande vetrata e mi dirigo all'immensa scrivania di legno, verso il telefono che spezza il silenzio ovattato del mio ufficio.

«Signorino Bruce, volevo avvisarla che la consegna non è avvenuta come previsto, ma il cliente non ha ancora sporto denuncia.» È Alfred, il mio fedele maggiordomo, il mio grande amico, una sorta di padre e di zio, uno dei pochi a conoscere il mio segreto.

«Grazie Alfred, manda le scuse al cliente e scopri perché la consegna non è giunta come previsto»

Uno scambio di frasi in codice che però sono sufficienti a rovinare il mio già tetro umore.

Vado alla vetrata e fisso il Sole, come per sfidare la sua luce, mentre il vetro polarizzato protegge i miei occhi dal bagliore altrimenti accecante: prima scendeva e prima Batman poteva muoversi.

Un oggetto che il Pinguino, Maschera Nera e Due Facce vogliono e per cui sono pronti a scendere in guerra pur di possedeere non può voler dire nulla di buono per la città

Nonostante il mese di Agosto, quella sarebbe stata una lunga notte...

***

A mezzanotte le auto sono ormai tutte parcheggiate ai lati del magazzino C6 del porto di Gotham. Due Facce arriva con ventidue minuti di anticipo, Maschera Nera giunge con una limousine quattro minuti prima dell'orario prestabilito mentre il Pinguino appare puntuale.

Il magazzino è una fortezza: niente finestre, niente condotti di ventilazione e una sola entrata.

Posizionare i microfoni e le microtelecamere non era stato facile, ma ogni goccia di sudore sembrava aver valso la fatica: ogni centimetro della gigantesca scatola di metallo è ora sotto il mio controllo. Le microtelecamere infrarossi a circuito autonomo possono percepire qualunque traccia di calore, anche minima, mentre i microfoni sono talmente sensibili da poter essere regolati anche solo per sentire il battito del cuore di tutti i presenti.

Batman: Jack's MaskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora