Alfred mi parla dalla postazione di comunicazione della BatMobile. «Signore... forse è fin troppo ovvio, ma ha pensato che forse l'assassino è il Joker? I tagli ai lati della bocca suggeriscono...»
«Ci ho pensato Alfred, ma il Joker è ad Arkham e non si è mai mosso.» Rispondo, mentre l'aurora comincia ad illuminare Gotham.
«Ne è assolutamente sicuro?» Mi chiede Alfred. «Si fida così tanto del Custode?»
«No. Ho installato delle contromisure specifiche intorno alla cella del Joker. Se fosse fuggito, lo avrei saputo. E anche il Custode lo saprebbe. Non sarà un combattente inarrestabile, ma nulla esce od entra da Arkham senza che lui lo sappia.»
«Capisco signore... devo iniziare a preparare la colazione. Alla solita ora, sir?»
«Grazie Alfred.» Chiudo la comunicazione.
Purtroppo, Alfred mi ha instillato il dubbio. Il Custode è un essere misterioso, dalle abilità sconosciute e ancora mai analizzate. Se fosse passato dalla parte del crimine, non avrei la minima idea di cosa dovrei aspettarmi...
***
Il manicomio di Arkham è costruito su una delle isole che circondano Gotham, un compresorio di diverse strutture in stile neogotico, che dona ai giganteschi padiglioni un'aura tetra e paurosa.
L'unico modo per raggiungere il compresorio è tramite un lungo ponte che, sorvegliato dalla polizia penitenziaria, rende il manicomio un luogo sicuro e perfetto per rinchiudere i criminali più pericolosi. Uscire, ormai, è effettivamente impossibile: dopo che Arkham ha cambiato direttore, l'intera zona è stata circondata da radar, motovedette, sistemi satelittari di sicurezza e altre apparecchiature super-tecnologiche donate dalla Wayne Tech. L'aiuto più grande deriva da un paziente che si è fatto rinchiudere volontariamente all'interno del manicomio: Robert Horald, un uomo con la capacità di percepire le auree delle persone e quindi sentirne i loro movimenti, ovunque essi siano all'interno del suo raggio d'azione, anche se schermati da tutte le tecniche conosciute. Grazie a questo suo potere, nessuno può entrare o uscire dal manicomio senza che lui, e quindi la polizia penitenziaria, lo sappia.
Alle sei del mattino, raggiungo l'alta torre del padiglione centrale, dove Robert ha la sua "cella": un piccolo attico monolocale, da dove osserva Gotham e l'alba che bagna il mare che divide la città dall'isola. Certamente una postazione lussuosa per un carcerato, ma la sua peculiare situazione permette una certa flessibilità.
Robert mi aspetta «Buongiorno Batman.» Mi saluta, non appena entro nella stanza. Lui da le spalle alla porta mentre osserva il mondo dalla grande finestra.
Horald è un ometto magro e asciutto, dal volto scarno e spigoloso, con lineamenti sfuggenti e sottili. I suoi occhi stretti sembrano sempre scrutare tutto e tutti, ma in realtà non può che tenereli semichiusi a causa della sua iper-sensiblità alla luce.
«Buongiorno Robert.» Saluto io, ponendomi al centro della sua stanza.
«Posso offrirti qualcosa? Caffè?» Mi chiede, mentre traffica con la piccola cucina accanto alla porta
«No, grazie. Qualcuno è uscito da Arkham?» Non ho tempo per essere cortese, Bruce Wayne alle nove deve essere in ufficio.
«Dritto al punto, come sempre.» Sembra leggermente deluso, ma poi si siede e un sorriso gentile si stampa sul volto «Non è fuggito nessuno, se è questo che ti preoccupa. Per essere precisi, negli ultimi sette giorni sono entrare quarantatrè persone e ne sono uscite venticinque, contando i dottori e il solito corriere che ci rifornisce. Immagino che anche tu abbia subito pensato al Joker dopo l'omicidio del porto...»
«Come fai a saperne qualcosa?» Chiedo io bruscamente, più per scena che per vera sorpresa. Robert ha fin troppi contatti con il personale del penitenziario e questo gli permette di essere ben informato.
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Batman: Jack's Mask
FanfictionPREMESSA: Questo è il secondo racconto che ho completato tempo addietro. Riceverà un minimo restauro e lo pubblicherò cercando di mantenerlo il più simile possibile all'originale! DESCRIZIONE: Batman è a caccia di un nuovo, formidabile avversario...