Sorriso.

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Era giunto nel primo locale intravisto. La forte musica rimbombava nelle sue sensibili orecchie. L'odore di alcol gli dava alla testa. Era immensamente buio, tranne qualche luce al centro e all'ingresso di quel posto. Era circondato da decine di persone, che gli puntavano addosso apparecchi telefonici, che scattavano foto, e video.
Sorpassò la massa, andando a urtare la spalla di un ragazzo. Quello si girò con uno sguardo abbastanza arrabbiato, il ragazzone in questione era molto robusto. In confronto lui era un piccolo insetto.
"Guarda dove cammini deficente" lo insultò quello.
"Ripeti quello che hai detto se ne hai il coraggio!" Lo spronò, gli diede una spinta che lo fece barcollare, questa volta non per sbaglio.
Il ragazzo rispose alla spinta sferrando un pugno sulla guancia sinistra del ragazzo esile.

Un'altra rissa. Arrivarono i suoi agenti mandati dalla 'regina'. Nonché sua madre. Sedeva sul sedile posteriore della limousine nera, che gli guidava verso la casa reale.
Aveva un taglio sul naso, e l'occhio leggermente gonfio. Non voleva nemmeno immaginare cosa gli avrebbe detto sua madre.
L'avrebbe rimproverato.
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"Tu sei il principe Zenzola! Non puoi mancare così di rispetto alla tua famiglia, hai un ruolo da mantenere, e non lo puoi infrangere così! Capisco che la tua età è piena di nuove esperienze, ma devi capire che le cose hanno un limite. Poi in un posto così affollato, poi guarda il tuo bel viso, in che condizioni l'hanno ridotto!", per due miseri graffietti.
La ramanzina era iniziata e sembrava non avere una fine.
Per tutto il tempo tenne lo sguardo basso, torturandosi le mani dipinte di uno smalto nero luminoso. Una delle mille cose di qui i suoi genitori erano contrari. Una delle mille cose che Mattia infrangeva.
La figura di suo padre si sedette accanto a lui posandogli una mano sulla spalla.
Il rapporto che aveva con suo padre era diverso da quello con la madre. Erano più aperti l'uno con l'altro, si capivano di più.
"Non finisce più" sussurrò, provocando una risata silenziosa al biondo.
"Ti sembra opportuno ridere!" Lo riprese di nuovo la madre, lui non potè che ridacchiare di più assieme al padre, sotto lo sguardo sfinito della madre.
"Tu dovresti dare l'esempio sei l'adulto, non il bambino" sgridò pure il padre. Entrambi si scusarono, subendo le noiose parole della madre.
Era nel grande divano tra suo padre e sua sorella. Avrebbe dovuto preparare un video di scuse per tutte le persone che hanno visto il video in qui faceva 'rissa' con il ragazzone, più che rissa si era subito i pugni.
Aveva gli attacchi d'ansia e in questo momento ne stava per avere uno, le sue mani iniziarono a tremare davanti alla telecamera. Sua madre gli posò una mano sul ginocchio cercando di calmarlo, "Prendi un respiro profondo e di quello che ti senti" gli suggerì. Eseguì le parole della madre, formulando il discorso che si era preparato tutta la sera.
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I loro genitori avevano preso una decisione. Una decisione che distruggeva la socialità del ragazzo dagli occhi blu.
Non potevano mandarlo in un collegio.
'Ma lui era l'erede della famiglia e doveva pur imparare a comportarsi da tale.' Parole di sua madre.
Avrebbe abbandonato tutto quello che aveva costruito, per colpa di uno stupido collegio. Mattia odiava vivere così. Nelle bugie, nei soldi, in qui tutto ciò contava era apparire perfetto agli occhi degli altri perché lui era il 'principe', sapeva benissimo di essere una persona fortunata, ad avere tutto quello che desiderava, ad avere una famiglia maestosa. Ed era grato ai suoi genitori per tutto il bene che gli hanno dato, e la giusta crescita. Ma doveva rispettare infinite regole, e doveva vivere nella bugia, lui dagli altri era visto come il 'viziato', il 'donnaiolo, il 'riccone'. Ora pretendevano di mandarlo in un collegio prestigioso.
La sua partenza per il collegio sarebbe stata il giorno dopo. L'avrebbe ospitato il suo apparente cugino, che non vedeva da sei anni neanche se lo ricordava, a quanto pare si chiamava Dario, si ricordava alcuni episodi passati con lui, ma aveva la memoria abbastanza arrugginita.
Osservava le valigie rosse nell'angolo della sua stanza. Infilò le mani tra i suoi morbidi ricci, volendo tirarli tutti.
Sospirò frustrato volendo urlare.
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impossible love. //MatianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora