il fratello del mio migliore amico

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POV T/N

"Paddy, ti prego. Ridammi il cappello, mi serve!" Esclamai contro il mio migliore amico.
"No, ora è mio." Disse saltellando per le strade di Londra.
"Dam- noooo." Urlai, quando vidi il mio cappello volare in una pozzanghera.
"Ma sei scemo? Ma come ti viene in mente." Presi con due dita il cappello fradicio, per mostrarlo al ragazzo dispiaciuto.
"Mi dispiace, ma era troppo bello vederti arrabbiata. Andiamo a casa mia, così posso darti un phone per asciugarlo." Mi rispose indicando la casa alla fine del vialetto.

Era dicembre e a Londra sembrava di essere al polo Nord ed ero parecchio freddolosa.

"Chi c'è a casa? Chiesi riniziando a camminare accanto a lui.
"Ci dovrebbero essere solo Harry, Tom e Tessa- Mi rispose guardando il telefono- papà e mamma sono a lavoro e Sam è a casa di un amico." Aggiunse subito dopo. Non mi andava molto di vedere Tom, credetemi, io adoravo quella famiglia, ci venivo fin da piccola, ma Tom nell'ultimo periodo proprio non lo sopportavo, da quando era diventato famoso, credeva di essere un dio greco, che comunque era, ma comunque non gli dava il diritto di comportarsi da divo.

"Tranquillo, non fa niente. Vado a casa mia." Dissi richiamando il mio amico.

La nostra differenza di età tra noi due non era un problema. Io avevo 20 anni, mentre Paddy solo 17. Ci conoscevamo perché le nostra mamme erano migliore amiche da sempre, quindi con tutti quei giorni passati a casa Holland, imparai a conoscere tutti i componenti della famiglia.

"No no, tu vieni. Mamma starà tornando per cucinare la cena e ti vorrà sicuramente salutare. Se ti preoccupa Tom, tranquilla, starà in camera a messaggiare con Haz."
Mi supplicó con il labbruccio, sapeva benissimo che non sapevo  resistere al suo labbruccio.

T/N: ok va bene. Acconsento solo perché sto morendo di freddo.

Camminammo per altri cinque minuti, scherzando e discutendo sulla ragazza che gli piaceva al momento.
"Basta, non è abbastanza per te. Ti merita una ragazza speciale, non una stronza qualunque. Ah, siamo arrivati."
Mi accorgo solo a fine conversazione.

Aprì con le chiavi il cancelletto e in fine la porta d'ingresso. Neanche il tempo di entrare, che mi ritrovai a terra con Tessa sopra.
"Ciao bella, siamo cresciute molto in due settimane."
Accarezzai il cane con la mano sinistra, rimanendo appoggiata sul mio gomito destro.
"Principessa scendi, usciamo." Esclamò il più grande fra i fratelli, togliendomi il cane di dosso.

Mi alzai, togliendo i peli dal mio maglione. Osservai il ragazzo con il cane al guinzaglio che mi scrutò a sua volta.
"Holland." Dissi a mo' di saluto.
"Cox(cognome a caso, mettete quello che preferite), da quanto tempo."
Rispose con voce bassa, si doveva  essere appena svegliato dal suo riposino pomeridiano. Dovevo ammettere che con i capelli riccioli scompigliati, con la tuta e una maglietta larga era veramente attraente. Infatti rimasi ad osservarlo attentamente.

"Non è mai abbastanza."
Risposi riprendendomi dalla mia specie di trance. Lo vidi sorridere sotto i baffi ed uscire senza dire una parola.
"Oh cazzo, mi ha appena scritto Haz, devo andarlo a prendere all'aeroporto. Non mi vaaa, è a due ore da qui."
Si lamentò il mio migliore amico, guardando il telefono, con la chat di Harrison aperta.
"Ti consiglio di andare, altrimenti Haz ti strozzerà." Gli consigliai  sedendomi sul divano, dopo essermi tolta la giacca, le scarpe.

"Puoi restare qui fin quando vuoi, così asciughi il capello e le scarpe."  Disse rimettendosi il cappotto appena tolto.
"Non resterò molto, ma grazie lo stesso." Lo ringraziai girando il busto verso di lui.
"Puoi mangiare o prepararti un thè, tanto sai già dove sono le varie cose." Uscì di casa senza che io riuscissi a ringraziarlo ma capii che era parecchio di fretta.

Accesi la TV cercando qualcosa da vedere ma di interessante c'era solo Amazing Spider-Man. Non cambiai canale, ammirando la bellezza di Andrew Garfield.

Mi alzai per andare in cucina a cercare qualcosa da mangiare. Trovai solo dei biscotti e scelsi il thè da fare. Presi il sacchetto di thè alla vaniglia e lo preparai in una tazza. Rimasi a mangiare in piedi con il sottofondo del film. Sentii la porta di casa aprirsi ma non ci feci molto caso.

"Paddy sei già qua? Che è successo, hanno cancellato il volo?"
Chiesi voltandomi verso la porta. Mi ritrovai solo Tom, completamente fradicio e con il cane slegato accanto a lui.
"Dio Tom sei zuppo. Dammi la maglietta e la giacca la metto ad asciugare o ti prenderai un malanno." Dissi porgendoli una coperta di pile che trovai al volo sul divano.
"Non fingere che ti interessi, e poi sei a casa mia e decido io se darti la mia roba. Inoltre so che aspetti solo di vedermi senza maglia. E in aggiunta stai mangiando a scrocco nella mia cucina."
Ammiccò chiudendo la porta.
"Prima di tutto io non fingo che mi interessi, secondo, lo sto facendo per te e per non farti prendere una broncopolmonite e terzo, vengo qua da quando sono nata e allora mi posso permettere di prendere qualcosa mangiare! Quindi dammi tutte le cose, ora."
Dissi furente. Sapevo del suo successo, ma doveva avere rispetto per tutti.

In silenzio, forse sbalordito dalla mia risposta, si tolse tutti i vestiti tranne i pantaloni. Bisognava dirlo, Tom con le gocce di pioggia addosso senza maglietta era uno spettacolo per gli occhi, solo ora capivo tutte quelle ragazzine in preda agli ormoni. Forse lo ero anche io in quel momento. Mi ricordai di quando da bambino era molto secco e magro e che allo spettacolo di Billy Elliot, dietro nel backstage, lo prendevano sempre in giro. Recitavo anche io e lo difesi spesso da qui bulli. Prima, ci stavamo simpatici, ma da quando acquisí popolarità e divenne conosciuto non era più lo stesso. Anche se dura da dire, ero sempre stata cotta di lui, fin da bambini, ma lo capii veramente all'età di sedici anni. Era due anni più grande quindi con gli amici presenti non mi calcolava molto. In età adolescenziale sia lui che io abbiamo avuto dei ragazzi e delle ragazze con cui ci siamo frequentati, ma lui per me era sempre stato speciale. Fino ai sui vent'anni era sempre gentile e carino con me, ma poi cambiò tutto. Dopo ho avuto dei ragazzi ma per me non è mai cambiato il sentimento nei suoi confronti ma il suo, sempre se è esistito, è cambiato radicalmente.

Alla fine dei miei pensieri, presi anche il cappello e le mie scarpe e li misi tutti sui termosifoni. Tornai in cucina a finire il mio thè e vidi Tom, con la coperta sugli addominali, guardare il film.

"Mi stai tradendo." Esclamò all'improvviso.
"In che senso?" Chiesi sedendomi sul divano.
"Ti stavi guardando the Amazing Spider-Man. Scusami eh, ma conosci l'attuale Spider-Man e ti guardi quello vecchio?" Rispose ironicamente, o forse no.
"Prima di tutto l'attore attuale non mi fa impazzire e poi ammettilo, Andrew Garfield è molto meglio e figo rispetto a te."
No non è vero, di bellezza era molto meglio Tom, ma non potevo mica ammetterlo.

"Tanto non ti credo. Io sono un figo pazzesco, lui ora è vecchio."
Mi rispose sicuro di se.
"No, non penso."

Giocammo rispondendoci a tono, per venti minuti e alla fine per vincere mi buttó sul divano, si mise a cavalcioni su di me e iniziò a farmi il solletico sui fianchi. Mi mi mancó il respiro e non riuscii a chiedere di fermarsi, forse infondo. Non volevo che si fermasse, non giocavamo così da almeno quattro anni. Per pietà smise e scese da me. Io ancora con gli ultimi spasmi mi sedetti togliendomi le ultime lacrime dagli occhi.
"Tu sei un pazzo." Risi rimettendomi i capelli apposto.
"Si, pazzo di te."

Aspettate, cosa!?!?!? Avevo sentito bene? Mi stavo sentendo male.

"Cosa hai detto?" Domandai iniziando a scuotere la testa non credendoci.
"Sono pazzo di te." Urlò alzandosi. Mi alzai anche io piano ragionando su cosa fare e dire.

"A-anche io...sono pazza di te." Ammisi infine, con il fiato corto. Non mi arrivò una risposta, ma sentii le sue labbra sulle mie. Finalmente il mio sogno da adolescente si stava avverato. Misi la mia mano sulla sua nuca spingendolo più verso di me e accarezzai i sui riccioli. Una sua mano era sul mio fianco e la secondo era sulla mia guancia, toccandola con il pollice. Mi staccai piano, quasi avessi paura che sarebbe scomparso, ma non è successo per fortuna.
"Ne sono contento." Sussurró con un sorriso a trentadue denti.
"Anche io ne sono felice. Ma adesso stai zitto." Risposi riprendendo a baciarlo.

Spazio autrice
Questo è il primo capitolo e spero che vi piaccia. Lasciate una stellina per il prossimo aggiornamento. Ciaoooo

Immagina Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora