La Promessa Dell'Alba
La geografia del buio
È una stanza dipinta di nero
Un mare d'ansia dove annega il pensiero
Io ti parlavo ma in realtà̀ non c'ero
La geografia del buio
I consigli poi ti servono a zero
Fino a che il falso si sovrappone al vero
Fino a che il piombo copre tutto il cielo
Ed è facile caderci dentro
Più̀ di quello che pensi
Basta un movimento
Sbagliato
Per toglierti il fiato
È come camminare nel labirinto bendato
Senza trovare l'uscita
Cercare di dare una spiegazione a tutto in questa vita
Che alla fine per intero non può̀ essere capita.(...)
Tratto da "La geografia del buio"- Michele Bravi-
Album "La geografia del buio"- 2021"Da dove cominciamo, caposcuola Granger?" Disse Malfoy, il volto atteggiato in una smorfia sardonica.
Hermione continuava a fissarlo incredula, sbalordita. Non riusciva a riordinare gli eventi che l'avevano condotta in quella incresciosa situazione.
Contò mentalmente le volte che aveva avuto uno scambio di opinioni con Malfoy: cinque o sei in tutto e mai particolarmente piacevoli o memorabili. E adesso se lo trovava davanti con la sua faccia da schiaffi e la prospettiva di passare almeno un'ora e mezza insieme.
Respirò rumorosamente, in preda ad una collera difficilmente controllabile: come aveva potuto la McGranitt farle quello scherzo? Come? E soprattutto, perché?"Granger, possiamo muoverci? Vorrei tornare nel mio dormitorio il prima possibile." L'appellò nuovamente Malfoy, le braccia incrociate in segno di noia e impazienza.
Hermione si sforzò di non proferire verbo, perché se avesse parlato non sarebbe riuscita a controllare la sua lingua e non aveva davvero le forze per sobbarcarsi anche una discussione all'ultimo sangue con Malfoy.
Si costrinse a distogliere lo sguardo da quella maledetta faccia e indirizzandosi verso l'uscita, rispose in un soffio: "Torna nel tuo covo di vipere, Malfoy. Dirò alla McGranitt che sei stato perfetto come accompagnatore e darò cinque punti alla tua casa..."
Draco fissò per qualche secondo quella fragile schiena allontanarsi e quando la vide quasi oltrepassare la grande porta urlò: "Te lo scordi Granger! Non correrò il rischio di vedermi appioppare un richiamo formale: capisci anche tu che non me lo posso permettere."
Hermione fermò la sua fuga, perché di questo si trattava, e si girò di nuovo.
Malfoy le era già alle spalle.
"Ti prometto che non accadrà niente di simile. Lasciami in pace." C'era una nota disperata nel suo tono di voce che arrivò a Malfoy sotto forma di fastidio.
"Vengo con te. Chiuso il discorso. Dimmi cosa dobbiamo fare e facciamola finita!" Rispose il ragazzo duro.
"Non capisco perché dovrei passare la vigilia di Natale in tua compagnia, Malfoy!" Fece l'altra, furiosa per quella continua e assurda insistenza.
"Non mi sembra che tu abbia qualcuno al tuo fianco con cui condividere queste ore, Granger... anzi mi sembri piuttosto sola al momento. Com'è che non sei insieme ai tuoi amichetti? Ti hanno fatta fuori?" Disse l'altro con un ghigno e con la mano destra chiusa, prudentemente, sulla bacchetta nascosta nella tasca dei pantaloni.
Il viso di Hermione si fece ancora più pallido, anche se Malfoy non l'avrebbe mai creduto possibile.
"Malfoy, vorrei dirti che sei disgustoso, ma non ne vale la pena. Se proprio ci tieni a fare il cagnolino a passeggio, cosa che ti riesce bene come sappiamo entrambi, accomodati pure." Disse l'altra gelida e con tono cattivo. Un tono che Draco non le aveva mai sentito e che gli chiuse la bocca dello stomaco.
La guardò un istante e poi, abbassando la voce ad un sussurro roco, disse: "Molto bene, vedo che negli anni qualcosa ti ho insegnato: colpire dove fa più male e umiliare l'avversario. Fammi strada."
Hermione rimase sinceramente colpita da quella verità e aprì la bocca a vuoto un paio di volte per poi girarsi e mettersi in moto.
Camminarono a passo spedito verso il primo piano, in perfetto ostile silenzio. Il castello era immerso nella penombra delle fiaccole, ma qua e là festosi addobbi natalizi spargevano una morbida luce per i corridoi.
Erano talmente poche le persone presenti che entrambi erano consapevoli dell'inutilità di quella ronda, ma ciò nonostante continuavano a marciare come se ne andasse della loro stessa vita. E forse era davvero così: Hermione metteva un passo dopo l'altro per fuggire ai propri demoni, mentre Draco le stava alle calcagna per costringerla, senza sapere bene perché, ad affrontarli. Il suo cervello macinava piani e li disfaceva alla velocità della luce: certo non si era aspettato una piacevole chiacchierata tra amici, ma neanche un bagno di sangue. Hermione da parte sua aveva deciso di ignorare la sua presenza.
Perlustrarono velocemente il primo livello e imboccarono le scale per andare al secondo, ma queste, senza alcun preavviso, presero a cambiare. Con piccoli gemiti i due ragazzi si attaccarono saldamente al corrimano e quando infine si fermarono si guardarono brevemente, spaesati.
Malfoy ne approfittò per rompere il silenzio: "Dove diavolo siamo?"
Hermione colta alla sprovvista, rispose soprappensiero: "Non ne ho idea... era da tempo che non mi capitava di vedere le scale muoversi."
"Non ci rimane altro da fare che andare a controllare, allora." Disse Malfoy superandola con decisione.
Hermione parve rendersi conto solo allora della sua presenza:
"Ehi! Aspettami!"
Malfoy rallentò impercettibilmente il passo e Hermione gli si mise al fianco.
Avanzarono lungo il percorso deciso dalle scale e salirono per un bel pezzo fino a giungere in un ampio pianerottolo buio. Accesero contemporaneamente le bacchette per fare luce e di fronte a loro trovarono una nuova scala che si inerpicava nell'oscurità circondata da pareti stondate.
"Deve essre una delle torri, un'entrata secondaria forse..." Fece Hermione in un sussurro.
Alle loro spalle le scale si mossero ancora: erano in trappola! Non c'era più modo di tornare indietro.
Entrambi sobbalzarono e Malfoy bofonchiò: "Ma che accidenti succede! Tornate qui!"
Hermione sollevò gli occhi al cielo:" Non risolverai nulla chiamandole, Malfoy! Torneranno quando ne avranno voglia. Proviamo ad andare avanti, magari ci sarà modo di scendere, anche se non vedo come."
Malfoy la guardò male, arrossendo nel buio: "Certo, saputella dei miei stivali. Prego... dopo di lei."
"Sempre un cuor di leone, Malfoy!" Ringhiò l'altra spazientita. Lo superò con una spallata e prese a salire.
Non c'erano finestre da cui guardare fuori per orientarsi e, nel silenzio e nel buio, l'ascesa sembrava infinita.
Giunsero infine in quella che sembrava un' aula: il primo a rendersi conto di dove fossero fu Draco che non seppe trattenere una sorta di gemito.
Hermione si girò in allerta verso di lui, la bacchetta già alzata: "Che c'è!?" Disse rapida.
"Da qui si va alla Torre di Astronomia" Rispose Malfoy a bassa voce, il viso esangue che riverberava nel buio.
Hermione sulle prime non comprese il motivo del suo smarrimento, ma qualche istante dopo l'evidenza di quelle parole la colpì come uno schiaffo.
Draco imprecò ad alta voce: non c'era modo di tornare indietro. Erano bloccati nell'unico luogo al mondo in grado di precipitare Draco Malfoy nel puro terrore. Il luogo dove era iniziata la sua discesa verso l'inferno. La testa cominciò a ronzare furiosamente e tutto prese a vorticare in scie indistinte di colore.
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Io ricordo una Vigilia di Natale
FantasíaQuesta è il primo capitolo della Trilogia "TIENIMI LE MANI, NON ANNEGHERAI" il cui titolo deve i suoi natali alla Canzone "Niente di Speciale" de Lo Stato Sociale - Album Amore Lavoro e Altri Miti da Sfatare - 2017. La Vigilia di Natale è un momento...