CHRIS 1.

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questo è il viaggio della sopravvivenza
tramite la poesia
questo è il sangue, sudore, lacrime
di anni
nelle tue mani
questo è
il ferire
l'amore
lo spezzare
il guarire

<<Un mattino come gli altri, sveglia alle 7 in punto, lavarsi, vestirsi, uscire da quella prigione per poi dirigermi in un posto a me sconosciuto e sfoggiare il migliore dei sorrisi falsi che ho.

Cosi era comimciata l'ennesima giornata, ormai é diventato un circolo vizioso.
Non provo più emozioni, é come se tutta la mia intera vita mi stesse passando davanti agli occhi e io non potessi fare nulla per fermarla.

L'altro giorno un bambino é caduto di faccia sul marciapiede ed io non ho provato nulla.
Una persona normale avrebbe riso oppure si sarebbe dispiaciuta per il bimbo o magari si sarebbe disgustata per il fatto che fosse caduto con la faccia spiaccicata sul suo gelato. Ma io sono rimasto lì, fermo, a non fare nulla, a non provare nulla>>

"Da quanto é che non mangi, Chris?" domandò la dottoressa Clark seduta davanti a me che da ormai due anni ascolta le mie continue lamentele e sono sicuro che se non la pagassero in questo momento si alzerebbe e uscirebbe da quella porta di legno grezzo.

<<Non ricordo>> risposi vago scuotendo leggermente la testa

<<Chris...>> alzai lo sguardo e i suoi occhi pieni di disapprovazione era fissi su di me

<<Forse due giorni>>

<<Solo due? Sicuro?>> insistette

Dio perché non sta mai zitta?!

<<Da domenica sera>> cedetti sapendo che lei non avrebbe lasciato perdere

<<Chris...>> il suo tono era calmo, per farmi sentire a mio agio, ma allo stesso tempo mi rimproverava <<siamo a giovedì>> continuó lei

Riabbassai gli occhi sul filo scucito della felpa che indossavo e ripresi a intrecciarmelo al dito.
Gli occhi color cenere di quella donna occhialuta con i capelli come le nuvole raccolti in uno strano chignon che ricordava lo zucchero filato, non smettevano di fissarmi.

<<Lo sa che non mi piace mangiare>> mi giustificai continuando a tenere la mia attenzione a quel filo arruffato

<<E perché? Cosa ti ha fatto di tanto male il cibo?>> Il suo tono era sempre sempre cosi calmo e questa cosa mi faceva innervosire

<<Il cibo non ha niente, é solo che se mangio poi ingrasso...>> la frase mi morì in gola lasciandomi senza respiro.
Ammettere certe cose mi dà una brutta sensazione che non voglio provare, mai

<< Chris...>> fece una delle sua solite pause dopo aver nominato il mio nome, é una cosa che fa spesso.
"É normale ingrassare se si mangia"

Lo disse come se fosse una cosa del tutto normale e scontata e sopratutto banale

<<Si ma io non devo ingrassare!>> schizzai in piedi con rabbia facendo sobbalzare la dottoressa sulla sedia

<<Perché? Perché non vuoi ingrassare?>> Inclinò leggermente il capo, ma non riuscii a studiare bene i suoi occhi a causa della mia posizione che le dava le spalle

<<Perché poi loro lo notano>>

<<Loro chi?>>

Non risposi.

Non volevo risponderle, anche perché la risposta la sapeva già, voleva solo che lo dicessi io.

<<Loro chi, Chris?>> esordì poco dopo rimarcando sul mio nome

<<Lo sa, loro>> gesticolai continuando ad osservare le gocce che scivolavano sul vetro della finestra.

<<Vorrei tanto essere una goccia d'acqua>> affermai abbozzando un mezzo sorriso, seguendo con lo sguardo una goccia scendere pian piano sul vetro.

<<Perché mai?>> ora il suo tono era curioso e il rumore della pioggia che rieccheggiava nella stanza mi trasmetteva un senso di pace, così decisi di parlare.

<<Perché loro sono veramente libere, la loro vita inzia in una nuvola bianca, poi cadono, ma non é una brutta caduta, é la caduta della vita. É il loro viaggio>>

Un vero e proprio sorriso mi comparve sulle labbra mentre ammiravo ancora quelle meravigliose gocce trasparenti

<<Si ma il viaggio di cui tu parli é molto breve e alla fine molto doloroso>> possibile che questa donna trovi sempre una lato megativo in tutto

<<Anche se il viaggio é molto breve é l'unica cosa per cui si preparano lassù>> portai il mio sguardo alle nubi grige <<si preparano tutta la vita per un viaggio e poi quando arriva quel momento, perdono completamente il controllo. Il vento le guida e non sanno quanto il viaggio possa essere lungo. Ogni minuscola cosa puó cambiare il loro percorso, ma la cosa più affascinante é che dopo una lunga preparazione loro sono libere e si possono lasciare andare>>

Dopo la mia rivelazione la dottoressa rimase in silenzio per alcuni secondi, lasciandomi udire il dolce picchiettio della pioggia sul vetro

<<Che differenza c'é tra la nostra vita il loro viaggio?>>

<<Beh, la nostra vita é piena di scelte, la vita é una scelta. Se sei ancora vivo é per una scelta che fai ogni secondo della tua vita. Se nella vita non fai una scelta é anche quella una scelta, decidi di non scegliere.
La pioggia non deve scegliere niente, la pioggia non verrà mai messa con le spalle al muro per una sua scelta>>

La dottoressa fece uno strano verso, simile a una risatina amara

Sta ridende di me?!

Mi voltai di scatto e la vidi con un sorriso amaro sul volto

<<Vorresti avere una vita senza scelte?>> mi domandó lei guardandomi con quello sguardo di chi ti trova ridicolo e si beffa di te.

<<Mi ha appena chiesto di fare una scelta, dottoressa>> risposi il più schivo possibile per non entrare nel particolare, non volendone parlare.

Sentii i suoi tacchi sbattere contro il tappeto che ricopriva il pavimento che si facevano sempre più vicini a me.

<<Bella deviazione ragazzo>> mi diede una pacca sulla spalla per poi posare il suo block notes sulla scrivania che non usa mai nei nostri incontri <<Per oggi abbiamo finito>>

A quella affermazione mi affretai a raccogliere le mie cose, ma prima di uscire lei mi fermó richiamando il mio nome

<<Devi mangiare, lo sai vero?>>  Annuii prima di lasciare la stanza con molta fretta.

Non mi era mai piaciuto quel posto, a dire il vero non mi piace nessun posto...

Tranne quello in cui vedo lei

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