2.

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Simone e Manuel erano tornati in salone dopo quel bacio, nessuno dei due aveva detto nulla ma si erano seduti uno vicino all'altro unendosi alla conversazione degli altri. Entrambi erano consapevoli del fatto che dopo due anni non sarebbe bastato quello per riprendere i rapporti di prima o, ancora peggio, intraprendere una relazione, però era già un passo avanti che li faceva stare più sereni rispetto all'inizio della serata.

Era mezzanotte passata quando la casa si iniziò a svuotare un po' alla volta, Manuel iniziò a tergiversare un po' prima di andare via, gli era mancato vedere Simone muoversi intorno a lui e ancora di più gli era mancato parlargli e toccarlo. Iniziò a sistemare insieme ai padroni di casa portando in cucina le cose avanzate mentre chiacchieravano esattamente come quando andava lì dopo il liceo. Dante li osservava muoversi nella stanza come se l'uno fosse il centro gravitazionale dell'altro e la cosa che più lo affascinava era il fatto che no se ne rendessero conto, era contento di rivederli insieme anche se non sapeva cosa fosse cambiato dall'inizio della serata, ma quei due erano sempre stati così, destinati a ritrovarsi.

«ragazzi io vado a letto che ormai ho una certa età»

I due gli diedero la buonanotte e lui si defilò abbastanza velocemente lasciandoli soli a sistemare le ultime sedie in salone.

«come si chiamava?»

Simone aggrottò le sopracciglia sistemando l'ultima sedia vicino al tavolo e osservando Manuel che si era seduto sul divano poco distante da lui.

«ma chi?»
«il tuo ex»
«Emanuele»
«secondo me il tuo problema è il nome»
«ma vaffanculo»

Risero entrambi e Simone lo raggiunse sul divano sedendosi poco distante, Manuel si girò verso di lui poggiando la testa allo schienale osservando ogni singolo particolare di cui era stato privato in quegli anni. Aveva un viso più maturo e gli occhi meno impauriti e spaesati, era contento che fosse riuscito a trovare un po' di tranquillità con se stesso, anche se lui non c'era.

«l'hai lasciato te?»

Simone annuì piano mettendosi nella sua stessa posizione, non c'era molto da dire su quella relazione, semplicemente non si trovava con lui e il motivo era seduto sul suo divano i quel momento, lo sapevano entrambi.

«tu con quante persone sei stato in due anni? Te le ricordi tutte?»
«con nessuno Simò, ho passato du anni a sperá che tornassi te»

E il più piccolo sicuramente non si aspettava una risposta del genere, non dal Manuel del liceo, ma effettivamente non era più quel Manuel e lui lo sapeva bene, ci si doveva solo abituare. Si bagnò le labbra e distolse lo sguardo dagli occhi del più grande constatando che si, loro erano cambiati, ma il battito cardiaco quando gli stava vicino o gli diceva qualcosa era sempre lo stesso.

«mi hai fatto stare male sul serio Manuel, non sai quante volte mi sono odiato per non riuscire ad odiarti, anche oggi. Tu sei arrivato stasera e hai sparato a zero su di me come facevi sempre, questo non è cambiato»
«ero un coglione Simò, un grandissimo coglione e se potessi tornare indietro probabilmente mi ammazzerei di botte da solo, ma sti du anni so stata un'agonia, te giuro, ogni giorno entro nella chat tua sperando De trová un messaggio tuo, ogni giorno. Me sembro una dodicenne al primo innamoramento»

Simone ridacchiò e Manuel gli diede una botta sulla spalla.

«non me prende in giro, è colpa tua»
«certo, come sempre»

Rimasero in silenzio per qualche minuto con un sorriso sincero stampato sul volto di entrambi, poi Manuel riprese di nuovo parola allungando il braccio sullo schienale e posando la mano tra i capelli di Simone.

«io ci voglio provare a costruire qualcosa, se tu vuoi»

Il più piccolo annuì in risposta tenendo gli occhi fissi nei suoi, a Manuel non servì nient'altro per farlo sporgere verso di lui e lasciargli un bacio leggero sullo zigomo, Simone portò istintivamente il viso più su facendo unire per la seconda volta le loro labbra quella sera, fu un bacio molto più tranquillo e meno urgente. Manuel tornò seduto sul divano ma molto più vicino rispetto a prima e portò una delle gambe di Simone sulle sue.

«ce stanno un sacco de cose che te devo dí»
«tipo?»
«tipo che co sta matita agli occhi stasera me stai a mandá ai matti»

Quella sera ne aveva ricevuti tanti di complimenti per la matita nera, ma adesso che a dire qualcosa era stato Manuel il suo cervello era andato completamente in blackout, sentì chiaramente le guance diventare rosse e imprecò mentalmente perché non erano nemmeno 24 ore che si parlavano e lui già era ritornato nella situazione di 4 anni prima.
Sentí Manuel ridacchiare stringendo un po' la presa sui suoi capelli per farlo girare nuovamente verso di lui e non riuscì a trattenere un sorriso imbarazzato.

«e pure quando fai così me mandi ai matti»
«ma la smetti Manuel dai»

Manuel non riuscì a fare a meno di ridere perché non si sentiva così bene da tanto, troppo tempo, e il merito era tutto di Simone. Lo attirò a se facendogli posare la testa nell'incavo del suo collo e, per la prima volta quella sera, il più piccolo si decise a toccarlo poggiando una mano tra i suoi ricci e l'altra su quella del maggiore che era ancora sulla sua gamba. Pensò che sarebbe potuto rimanere così in eterno per recuperare tutto il tempo perso a cercare di dimenticarlo, non sapeva spiegarsi come ma riusciva a sentire che era sincero e che non aveva più intenzione di fargli del male come in passato.

«diamo una pulita per terra? Fa schifo»
«se ti muovi da qui ti caccio a calci in culo da casa»

Il fiato del più piccolo sul collo gli fece venire la pelle d'oca e anche volendo in quel momento non sarebbe riuscito a muovere un muscolo, quindi chiuse gli occhi poggiando la guancia sulla fronte dell'altro. Lo sentì muovere leggermente la testa e successivamente sentí le labbra posarsi sul suo collo, non riuscì a trattenere il sospiro pesante che uscì dalle sue labbra e tirò leggermente i suoi capelli per allontanarlo.

«Simò te prego»
«che ho fatto mo?»

Lo sentì sorridere e alzò gli occhi al cielo stringendo la presa sulla sua gamba.

«dormi qua?»
«si»

Senza dargli il tempo di dire altro lo prese da sotto le gambe e si tirò su dal divano avviandosi per le scale con lui in braccio.

«Manuel che cazzo fai ti prego ci ritrovano morti sul pianerottolo domani mettimi giù»
«esagerato»

Aprì la porta della camera con un calcio e buttò Simone sul letto posizionandosi sopra di lui.

«che hai intenzione di fare?»
«te che c'hai intenzione di fa?»
«dormire»
«come sei noioso Simò»

Si abbassò passando la puntata del naso sul collo del più piccolo che istintivamente arpionò una mano al suo fianco.

«Manu sul serio non voglio, non stasera»

Il maggiore gli lasciò un bacio su una spalla e tornò a guardarlo negli occhi, in realtà nemmeno lui aveva intenzione di fare nulla, era già tanto se quella sera erano arrivati fino a quel punto visto che non si aspettava nemmeno che lo guardasse in faccia.

«manco io, però qualche coccola te la posso fa, o manco quelle?»
«si però magari prima ci cambiamo, mh?»

Manuel ci mise in totale 5 minuti ad alzarsi, aprire l'armadio di Simone, prende una tuta, infilarla e mettersi nel letto aspettando che l'altro lo raggiungesse. Lo guardò da sotto le coperte mentre si cambiava con meno fretta rispetto a lui, anche quello non era cambiato, Manuel era sempre quello più caotico dei due e aveva bisogno di qualcuno che lo tenesse calmo, che rallentasse quei ritmi, aveva bisogno di Simone.
Appena arrivò vicino al letto gli spostò le coperte per farlo sdraiare e coprire entrambi successivamente, lo guardò sistemarsi con la testa nell'incavo del suo collo e un braccio a stringergli i fianchi. Mentre erano lì in silenzio Manuel lo sentì iniziare a ridere ed aggrottò le sopracciglia.

«ma che te ridi? ma sei scemo?»
«no tu lo sei, stavo pensando al fatto che hai chiesto a Laura se stessimo insieme, ma come ti è venuto in mente? Ho fatto coming out 4 anni fa Manuel»
«ma che ne so è l'ex tua, l'ho vista arrivare per vení da te e m'è venuto spontaneo chiederlo»
«non ha senso»
«statte zitto Simò»

Gli afferrò il mento prima che potesse dire altro e lo baciò per la terza volta quella sera, fu felice di essersi fatto avanti rischiando una sfuriata di Simone a inizio serata, per una volta gli era andata bene.

Cena. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora