1.

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Laura:
Allora ci vediamo a cena da te stasera, gli altri arrivano per le 20, siamo tutti

Il messaggio arrivò sul cellulare di Simone e la cena a cui faceva riferimento Laura era la cena di classe. Avevano finito il liceo da due anni e l'unica con cui aveva mantenuto dei contatti stretti era proprio la bionda.

Manuel? Eh Manuel.

Manuel niente, avevano passato mesi, anni a fare cose e decidere di non parlarne mai, arrivando al punto in cui Simone per salvarsi dovette prendere le distanze.
Dopo aver letto quel messaggio pensò a come sarebbe stato rivederli tutti dopo tutto questo tempo, a come sarebbe stato rivedere lui.

Appena uscito dal liceo si era iscritto all'Università nella facoltà di fisica, non era per niente semplice ma riusciva ad andare avanti in qualche modo. Ma Manuel? Sapeva si fosse iscritto a filosofia visto che ogni tanto chiamava Dante per chiedergli dei consigli, ma per il resto non voleva sapere altro e gli altri non insistevano nel metterlo al corrente.
Nessuno oltre a loro due e Laura sapeva perché le cose fossero finite così tra loro, ma semplicemente Simone era stanco di rincorrere una persona poco chiara anche con se stessa, pensava di meritare un po' di felicità e non l'avrebbe trovata in quel modo.

«pa' scusa quando avevi intenzione di dirmi che avremmo fatto la cena di classe qui?»
«proprio in questo istante, Simone stasera facciamo la cena qui»
«se vabbè» alzò gli occhi al cielo e gli diede le spalle per uscire dal salone esattamente come era entrato, ma il padre lo fermò richiamandolo.
«c'è un'altra cosa» disse sfilandosi gli occhiali.
«cosa?»
«devo aiutare Manuel con una cosa dell'università, arriverà un po' prima degli altri»

Simone ci mise un po' ad elaborare quell'affermazione, il capitolo Manuel doveva essere superato da un po' per lui, ma la  verità era che gli avrebbe sempre fatto effetto ed era una cosa che odiava perché non riusciva a gestirla, per non gestirla non ne parlava, proprio come faceva Manuel con lui anni prima.

«va bene» mormorò.
«si?»
«si»

Dante annuì e Simone uscì definitivamente dal salone per andare a studiare in camera, doveva concludere qualcosa in quella giornata, gli esami non glieli avrebbe passati Manuel Ferro.
Si concentrò abbastanza nello studio finché alle 18 non sentì il campanello suonare, per l'ora seguente continuava a rileggere le stesse frasi almeno 4 volte prima di comprenderle, tutto questo solo per la presenza nella stessa casa di una persona che non vedeva da 2 anni.
Sbuffò e lasciò cadere la testa sul libro pensando che passare l'intera serata in quella stanza forse non era un'idea così pessima.

«non è il modo migliore per iniziare la serata»

Simone emise un lamento molto simile a quello di un cane dolorante e Laura alzò gli occhi al cielo osservandolo dalla porta. Entrò chiudendola alle sue spalle e posando la borsa sul letto del ragazzo.

«lo hai visto?»
«si, stanno in salone»

Simone emise di nuovo quel verso e Laura si sentì ad un passo dal prenderlo per i capelli e sbattergli ripetutamente la testa sulla scrivania.

«sei ridicolo, alzati ti devi vestire e io mi devo truccare, anzi ti trucchi pure tu»
«ma non ti azzardare proprio»

Laura tirò indietro la sedia su cui Simone era seduto e lo costrinse ad alzarsi piazzandolo davanti all'armadio. Simone sapeva di sembrare davvero ridicolo in quel momento, quindi fece un grande respiro e aprì le ante dell'armadio per vedere cosa mettersi. In quelle situazioni ringraziava che Laura fosse con lui e che 5 anni prima non lo avesse mandato a cagare, probabilmente senza di lei sarebbe sceso in pigiama e forse anche piangendo.

«mi ha chiesto se stiamo insieme»

Simone si stava infilando i jeans neri e sentendo le parole dell'amica, che si stava truccando seduta alla scrivania, inciampò cadendo sul letto.

Cena. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora