Legame Forzato {Alastor x Reader}

1

YN'S POV:

Presi l'ultima gran manciata di fumo dalla sigaretta ormai finita e consumata, prima di buttarla con nonchalance dal tetto, guardandola cadere nell'oscurità della notte. Trattenni il fumo nei polmoni il più a lungo possibile, facendo in modo che tutte le sostanze nocive che si trovassero all'interno di esso mi lacerassero e danneggiassero gli organi interni, prima di sbuffare e rilasciarlo fuori, liberandolo in una nuvola grigia uniforme che via via cominciò a scomparire.

Con lo sguardo vuoto, feci vagare i miei occhi sulle lande maledette dell'Inferno. Soliti malintenzionati e molestatori seriali cominciarono ad apparire come formiche a poco a poco con l'arrivare della notte e la cosa mi fece quasi sorridere beffardamente. Per quanto potessi essere diventata una tra i demoni più potenti dell'Inferno, continuavo a pensare quanto l'essere umano poteva effettivamente fare esageratamente schifo. Quaggiù non c'erano bisogno di filtri o maschere; potevi sbizzarirti a tuo piacimento anche nei modi più cruenti e violenti. Non mi aspettavo di finire di certo in paradiso dopo tutto quello che ho passato in vita, ma, porca troia, avevo l'assoluto permesso di ritenermi offesa non appena quel gran bastardo mi ha buttato quaggiù in mezzo a tutti gli stupratori e drogati di serie C.

Ed io che faccio per assecondarlo? Finisco nel conquistarne la gran parte del territorio circostanze dove mi ha buttata giù in meno di due giorni, insieme ad altri pezzi di terra in giro per i gironi e comincio a far parte di un famosissimo Porno Studio, lavorando come stripper e coach di danza per gli altri performance. Grandissima, Y/n, hai davvero fatto un buon cazzo di lavoro.

Mi misi una mano tra i capelli, portandoli indietro, per poi appoggiarmi al cornicione dell'edificio. Faceva un sacco male, non riuscivo più a sopportarlo. L'unico modo che sapevo sarei riuscita a farlo smettere era di drogarmi fino a quando non sarei svenuta come un animale morto sulla strada. Funzionava, ma una volta finito l'effetto, ricominciava, fino a quando il sole non risorgeva.

È incredibile quanto siano riusciti a darmi il tormento anche dopo la morte inconsapevolmente, pensai con frustrazione, stringendo le gambe in cerca di un po' di sollievo ma che non arrivava.

In quell'esatto momento, la porta che dava al tetto si aprì lentamente e dei passi cominciarono a farsi sempre più vicini alla sottoscritta. Non mi dovetti neanche girare a fissarlo per capire chi fosse.

«Che ci fai qua, Angel?», dissi guardandolo mettersi accanto a me con la coda dell'occhio.

Questo si appoggiò al cornicione, imitandomi, tirando fuori allo stesso tempo un pacchetto di sigarette e un accendino. «Potrei fare la stessa domanda a te, non credi?», disse sbuffando il fumo appena inalato. «Perché stai qua se hai così freddo? Stai tremando».

«Non ho freddo», dissi guardandolo dritto negli occhi in modo che capisse che cosa intendevo. Non stavo mentendo, non avevo freddo. Era il dolore che provavo lì sotto. Per quanto potessi fare l'indifferente sulla questione, faceva tremendamente male e non c'era modo di fermarlo.

Angel capì subito qual'era il problema. Mi guardò con occhi tristi e mi accarezzò una spalla con fare confortante.

Entrando al Porno Studio, avevo già compreso che c'era un'ondata tossica nell'aria. Valentino non si preoccupava per niente dei suoi dipendenti, tanto meno dei ballerini che andavano sul palco. Diciamo che con le buone maniere riuscii a prendermi un ruolo importante all'interno di questo circo: la salute dei performance e dell'intero cast di dipendenti era una mia responsabilità, a meno chè uno di questi non facciano un torto contro Valentino, Vox o Velvet. In quel caso, sarebbero stati loro a prendere una decisione sulla punizione per il malcapitato. Il capo rimaneva sempre Valentino però e gli altri due potevano continuare con quello che stavano facendo prima. Di una cosa però sono fiera di ammettere: ho salvato un sacco di anime all'interno di questa struttura dalle grinfie di quel pallone gonfiato, e uno tra questi era anche Angel.