I really love u...

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"Sei consapevole di essere costantemente nei miei fottuti pensieri? Che non riesco a pensare ad altro? Vuoi ficcartelo in quella cazzo di testa bendata che ti ritrovi!".

Un'altra litigata era iniziata tra Chuuya e Dazai. La dinamica è sempre la stessa. Dazai inizia a lamentarsi di come non si senta se stesso alla Port Mafia e finendo per mettere in discussione i sentimenti del ragazzo dai capelli rossi, solo perché vuole tenerlo lì con se.
Chuuya invece, insicuro di sé stesso e dei veri sentimenti del suo partner, si arrabbia con lui, esternando, come sempre, le sue emozioni  e i suoi sentimenti per il moro.

"Chuuya sono anni ormai che ti dico di non trovarmi più bene qui, perché non mi lasci andare una buona volta?" e quelle parole, alle orecchie del rosso, erano arrivate come una pugnalata al cuore.

Ormai era tutto chiaro. Dazai non era felice. Non che lo fosse mai stato, chiariamo. Ma quel suo malcontento stava prendendo possesso del suo corpo, fino a svuotarlo di qualsiasi emozione e sentimento per lui. Com'è potuto succedere? In quale momento è iniziato a crollare il loro rapporto?

"É questo quello che vuoi Dazai? Voi che ti lasci libero? Che io non faccia più parte della tua vita?" il tutto detto con un tono irritato da parte del rosso.

Doveva arrivare ad una conclusione chiara. Trovare la risposta che desiderava, così da mettere a tacere il suo cuore per sempre.

"Solo..sono stanco di tutto questo, capiscilo" ma il ragazzo dai capelli lunghi non riusciva, o forse non voleva, capirlo.

Per lui, Dazai era tutto. Il suo partner. L'unico ragazzo che riusciva a capirlo e che aveva capito anche i momenti buii della sua infanzia. L'unico che non lo aveva mai giudicato. Che c'era sempre stato e che era rimasto nonostante tutto. E ora, invece. Tutto stava cambiando..i loro due mondi che, fino a poco tempo fa, erano una cosa sola, si stavano dividendo e stavano creando una crepa talmente grande da far affondare uno dei due in un abisso infinito e buio.

Chuuya sarebbe voluto tornare così tanto bambino. Non di certo per ciò che aveva vissuto, ma proprio per il rapporto genuino che aveva con Dazai. Quando, quest'ultimo, non aveva ancora questa mania ossessiva per il suicidio, ma pensava solo a giocare e a fare le trecce ai capelli del rosso. Oppure a tenerlo per mano e a correre, causando le grida di Chuuya che si lamentava per la troppa strada. O ancora, quando, all'asilo, mentre tutti i bambini giocavano con gli altri, loro due invece restavano insieme, abbracciati, a fare il pisolino pomeridiano; oppure Dazai prendeva le manine di Chuuya e le stringeva forte nelle sue e ci disegnava sopra tante pecorelle e cagnolini. Le stringeva sempre forte forte, e questo faceva sentire il rosso al sicuro. Gli faceva capire che lui ci sarebbe sempre stato, e che non lo avrebbe mai abbandonato.

Faceva quasi ridere, proprio perché è tutto quello che non stava accadendo. Dazai alla fine lo stava lasciando solo, e lui non poteva fare niente per impedire tutto questo.

"Cosa dovrei capire scusa? Dovrei anche giustificarti perché tu sei stanco di stare qui? Ma ti ascolti quando parli? Stava andando tutto bene! Finalmente pensavo che ti stesse passando questa tristezza infinita che ti porti dentro! Pensavo che stessi riuscendo a farti stare bene con te stesso, invece era solo una mia stupida convinzione!" gli diede le spalle, prendendosi i capelli tra le mani e cercando di restare calmo.

"MI STAI CREANDO SOLO PROBLEMI, NON LO CAPISCI!" gridò subito dopo il moro, stanco di sentire le continue lamentele da parte del rosso. Si sentiva soffocare e questo lo stava uccidendo lentamente.

Istantaneamente, il rosso sgranò gli occhi a quelle parole. Fortunatamente gli stava dando le spalle, così da non mostrargli la sua reazione. Non si girò nemmeno per guardarlo. Iniziò, senza rimorso, a camminare verso la porta d'ingresso, intenzionato ad abbandonare la stanza.

"No Chuuya, mi dispiace, non è quello che intendovo dire, lo sai" si scusò subito il moro, avendo capito la gravità di ciò che aveva detto. Ma, differentemente dalle altre volte, il rosso non si fermò. Continuò a camminare, indifferente alle scuse dell'altro.

"Chuuya ti prego, non fare il bambino! Torna qui, dai!" insisteva Dazai, vedendo che non aveva ottenuto alcun risultato.

Istintivamente, corse e allungò il braccio fasciato verso il rosso, cercando di bloccarlo. Ci riuscì e lo fece girare verso di sé.

"Cos'altro vuoi Osamu? Se hai voglia di distruggere un'altra amicizia con le tue parole, ti prego di farlo da un'altra parte. Il tuo lavoro qui è finito, congratulazioni!" sputò amaro Chuuya, lanciandogli l'occhiata più indifferente della sua vita. Il suo sguardo era diventato spento, come quello del moro, ma ancora più tagliente e cupo.

"Non voglio rovinare nessuna amicizia, e per di più la nostra.. è stato solo un errore e-" cercava di spiegare e di scusarsi con lui, ma la voce del rosso lo bloccò.

Nel suo tono si poteva sentire tutta la sua frustrazione. Il suo sentirsi inferiore e inutile. La sua delusione. Il suo cuore distrutto. I suoi sentimenti bruciati, e ormai inceneriti.

"AH UN ERRORE? TU QUESTO LO CONSIDERI UN ERRORE? SONO ANNI! ANNI, DAZAI, CHE TI STO VICINO. CHE CERCO DI CONSOLARTI NEI TUOI 'MOMENTI NO' CHE, SFORTUNATAMENTE, SONO SEMPRE MAGGIORI RISPETTO AI 'SI'. MA CONTINUO COMUNQUE A MOSTRARTI IL MIO SOSTEGNO. SONO ANNI CHE TI SALVO OGNI SINGOLA VOLTA CHE PROVI A SPERIMENTARE UNO DEI TUOI STUPIDI MODI PER SUICIDARTI. CHE TI ASCIUGO LE LACRIME QUANDO NON CE LA FAI PIÙ, E CHE TROVO PAROLE PER CERCARE DI FARTI AMARE LA VITA. CHE FACCIO FINTA DI NIENTE QUANDO, NEL BEL MEZZO DELLE SPEDIZIONI, TI METTI A FLIRTARE CON QUALSIASI RAGAZZA. CHE TI SPRONO A LAVORARE QUANDO NON NE HAI VOGLIA, OPPURE A FARTI RACCONTARE I TUOI PROBLEMI E METTENDO, SEMPRE, DA PARTE I *MIEI* DI PROBLEMI. QUINDI, NO DAZAI! IL TUO NON È UN ERRORE. È ESATTAMENTE QUELLO CHE VOLEVI DIRE, PERCHÉ, EVIDENTEMENTE, QUI SEI L'UNICO CHE NON HA MAI CAPITO UN CAZZO DI TUTTO CIÒ CHE HO FATTO PER TE FINO AD ORA. FATTI UN ESAME DI COSCIENZA E SE MI TROVERAI, COSA NON SCONTATA, VEDRÒ COSA FARE. PERCHÉ ADESSO QUELLO STANCO SONO IO!" gridò isterico il rosso, strattonando con violenza il braccio, per farsi lasciare dalla presa del moro.

Dazai rimase esterrefatto dalla scena che aveva appena visto. Non era la prima volta che Chuuya si arrabbiava con lui, ma non lo aveva mai visto così. Pieno di frustrazione e stanchezza. Solitamente lo vedeva con la sua faccia scocciata, ma che lasciava interendere che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederlo felice. Invece ora era cambiato. Completamente. Gli occhi del rosso avevano preso le stesse sembianze dei suoi occhi. Erano spenti e stracolmi di delusione. Delusione repressa che, per non pesare sul moro, aveva nascosto per anni e anni. No. Non era assolutamente il Chuuya di prima. Quello sempre incazzato con tutti, ma con dei sentimenti. Adesso era vuoto, senza più alcuna emozione. Solo un corpo vagante, che in quel momento era fermo, davanti a lui, che lo fissava. Come a voler ricevere un 'non andare ti prego, resta qui..sei importante per me', che però non vedeva uscire dalla bocca del moro.

Perché, infondo, lui non era mai stato importante per Dazai. L'unica differenza, fondamentale, tra loro due era la persona che soggiornava nel loro cuore. Infatti, nel cuore del moro non c'era Chuuya, o almeno è quello che pensava il rosso. Per Dazai l'unico vero amore era, e sarebbe sempre stato, Odasaku. Mentre, nel cuore di Chuuya, nonostante tutto e tutti, c'era sempre stato Dazai.

Ma ora era cambiato tutto. Il cervello e il cuore del rosso avevano fatto un reset dei dati, dimenticandosi di fare prima un backup di tutti i ricordi, e perdendo qualsiasi sentimento o emozione che provava per il moro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2021 ⏰

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