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Mi sono sempre ritenuta una ragazza sveglia, a volte sbarello un po' e non capisco al volo le situazioni ma poi mi riprendo subito. Le mie intuizioni e scoperte più grandi erano rinchiuse in un diario dei sette nani, la più importante è stata: "tutte le persone più fortunate hanno la patatina, quelle sfortunate hanno il pistolino".
Scritto da una bambina di sei anni suona con più enfasi, e se ci pensiamo è vero, non del tutto, ma che ne potevo sapere io a sei anni? Se la ribaltiamo su un piano psicologico e femminista, avere la "patatina" ha sicuramente influito nella crescita del mondo: le donne sviluppano il cervello più in fretta dei maschietti, che pensano solo a giocare e a diventare cretini di fronte ai telefonini. A questo non ci pensavo da piccola, per me era strano avere i bagni alle elementari separati e quindi ho trovato subito una spiegazione plausibile...io ero una delle fortunate.

Questo treno va veloce, non so dove sto andando, e il tizio di fronte a me inizia a notare che lo sto fissando.
Abbassa gli occhi, Ora.
Cavolo però sono blu. Ho sempre avuto un'attrazione per gli occhi delle persone, quelli con gli occhi chiari di solito sono meno simpatici di quelli con gli occhi scuri, l'ho appurato nel tempo. Non vi sentite offese, è solo il mio pensiero, molti se ne fregano.
Questo ragazzo aveva gli occhi blu, come l'oceano Atlantico, mi sembra di aver intravisto un delfino.
È tornato al suo telefonino, me la sono scampata.
"sembri persa nei tuoi pensieri, strano trovare una così su questo treno"
Prime impressioni:
A. il ragazzo è sveglio e sta attento a quello che lo circonda
B. il ragazzo ha una bella voce
C. il ragazzo fa spesso la tratta di questo treno.
Pensi troppo e troppo spesso perdi le occasioni di dialogare con la gente, parla con questo ragazzo rincoglionita.
"Si"... MA SI COSA?
Il ragazzo che chiameremo "ty" mi guarda come se avesse visto una pazza, e non ha tutti i torti.
"Cioè si sto pensando molto, grazie, cioè no grazie, insomma questo"
Di bene in meglio.
"In quale delle stanze sei rifugiata?"
Direi che adesso capisco tutto. È uno psicopatico mandato dalla NASA per testare le mie capacità di reattività alle domande e per verificare che io non sia pazza. Con fare molto da intellettuale gli faccio
"Eh?" con l'accompagnamento di occhi spalancati e fronte aggrottata, come di fronte ad un problema di fisica.
"Ti spiego molto semplicemente la mia idea di pensiero: il cervello è diviso in stanze, tutte bianche, ma con all'interno tutti scaffali pieni di parole, oggetti, pensieri, che uno può pronunciare, osservare o interpretare. La stanza più grande è quella delle emozioni, ma non sei capitata in quella, si vede dalla faccia."
Capisco in tre minuti che questo ragazzo davanti a me non ha una vita, e la fantomatica ragazza del "messaggio" non esiste. Però il suo discorso mi interessa.

Il titolo di questa storia è "segreto" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora