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Ero tornata a New Orleans dopo tanto tempo per rivedere un vecchio amico, Marcel Gerard, compagno di bevute d'altri tempi. Lui regnava in quella cittadina tanto corrotta da esseri sovrannaturali.

Stavo al Rosseaus, il bar più influente di tutta la città.

Stavo al Rosseaus, il bar più influente di tutta la città

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"Della tequila per piacere" dissi io.
La barista mi rivolse un sorriso.
"Vai giù pesante eh?" dopo una breve pausa riprese "non ti ho mai vista qui, sei nuova?" 
"Sono anni che non tornavo in questa città. Camille, che bel nome" le dissi guardando il cartellino appeso al camice.
"grazie..." disse la bionda aspettando che io le dicessi il mio nome
"Megan." dissi io
"Grazie Megan, anche il tuo nome è molto bello. Puoi chiamarmi Cami. Allora cosa ti porta a bere tequila alle 4 di pomeriggio?" disse porgendomi il bicchiere.
"Tempo fa mio fratello, morì qui... a New Orleans. Tornare qui mi ha fatto tornare i mentre dei ricordi che preferirei cancellare." dissi con un tocco di nostalgia. Il timbro della mia voce si era abbassato. 
Lei si accorse del velo di tristezza che mi stava attraversando e disse
"Ehi, mi dispiace per tuo fratello, scusa non volevo essere invasiva..." io mi affrettai ad annuirle in modo da poterla assolvere dal pensiero di aver invaso la mia privacy. Riuscivo a parlarne liberamente ormai. Vidi nel suo sguardo apparire un po' di sollievo. 
"Anche mio fratello è morto qui, poco tempo fa, era il mio gemello" disse cercando di consolare sia me che lei. Io le rivolsi uno sguardo triste.

Marcel non è potuto venire a farmi compagnia per degli "affari" da cui mi voleva tenere fuori ma ci saremmo visti la sera stessa. Mi mancava tanto, ci conosciamo da ormai quasi 2 secoli.

Il bar era deserto, c'eravamo solo io e la barista bionda. 

Ad un certo punto la porta del bar si aprì e da lì entrò un uomo molto elegante, in giacca e cravatta.

Mi girai di scatto non aspettandomi che qualcuno sarebbe entrato a breve da quella porta. 
L'uomo si sedette di fianco a me. 
"Del whisky liscio, senza ghiaccio, per favore" disse
"Nel whisky non ci va il ghiaccio" dissi scostando la testa nella sua direzione.
Lui si voltò verso di me con un mezzo sorriso e disse
"Cosa ci fa una bella ragazza come te a bere in un bar di pomeriggio?" disse scrutandomi, come se cercasse una risposta nei miei occhi.
Odiavo i complimenti, tanto meno da gente che non conosco ma il modo in cui si poneva era così elegante che mi riuscì a strappare un sorriso.

Non risposi. Non perché avevo paura ma semplicemente perché non lo sapevo neanche io.
Sono passati secoli dalla morte di mio fratello e incolpo lui del mio malessere ma la verità è che è solo una scusa per non dire la verità. 

Decisi di cambiare discorso.
"Piacere, io sono Megan, Megan Smith" dissi sicura porgendogli la mano.
"Elijah, il piacere è tutto mio signorina Smith"
Prese la mia mano e fece una cosa che non mi sarei aspettata.
Invece di stringermela la prese e la baciò delicatamente guardandomi negli occhi. 
Il suo modo di fare mi incuriosiva tanto. 

Era tardi e mi sarei voluta cambiare per incontrare Marcel così bevvì l'ultimo sorso, presi le mie cose e mi diressi verso l'uscita dicendo
"È tardi, devo andare. Ciao." mi rivolsi a lui e proprio mentre stavo per oltrepassare la porta la sua voce mi fece sussultare.
"Ti rivedrò di nuovo?" chiese speranzoso.
"Si vedrà." dissi fredda uscendo dal bar lasciandolo solo.

*Narratore in 3ª persona*
Lei aveva lasciato in lui una speranza, lui era incuriosito da lei perchè se poteva sembrare solo un'ubriacona lui in lei vedeva un'incantevole ragazza segnata dal passato, aveva visto nei suoi occhi il vuoto. Erano inespressivi, non traspiravano nessuna emozione. Seppur sorrideva con la bocca gli occhi erano spenti. Lei lo incuriosiva a tal punto da farli sperare di poterla rivedere.

*Megan*

Mi ero cambiata e diretta verso il Rosseaus per la seconda volta in quella giornata.
Entrai ripensando al momento passato con Elijah, sapevo bene che era un vampiro Originale.
Salutai Camille e mi diressi verso Marcel. 
Mi abbracciò. 
"Meg, mi sei mancata tanto" disse felice di poter finalmente riabbracciare la sua compagna da tempo perduta.
"Marcel! Anche tu mi sei mancato." dissi per poi continuare "allora com'è essere rispettato, onorato, venerato da un'intera città?" lui emise una risata nervosa. 
"Sai ti trovo bene in questa nuova veste. Sei il Re di New Orleans." risi anche io. 
"Io avrei da ridire."
Sbucò un uomo robusto, occhi blu, capelli chiari. Apparentemente arrogante. Klaus Mikaelson. Per forza. Era lui.
"Allora Marcel non mi presenti la tua amichetta? " disse guardandomi con un sorriso stampato in faccia.
"Klaus lei è Megan Smith, una vecchia amica, ci conosciamo da 2 secoli ormai...Megan lui è Klaus..." stava per continuare ma io lo interruppi con la mia voce " l'ibrido immortale, uno degli originali." dissi facendo tornare alla memoria ogni ricordo che avevo di quella famiglia. Sapevo che era praticamente il "padre" di Marcel. 
"La mia fama mi precede" disse Klaus scrutandomi cercando di capire se ero un vampiro.
"Tu che cosa sei? Un vampiro deduco." disse avvicinandosi a me credendo che potesse intimorirmi.
Rimase stupito nel vedere che non mi mossì di un millimetro e che nei miei occhi non vedeva nessuna paura o agitazione. Solo tranquillità.
"Deduci da cosa? Dal fatto che conosco Marcel da oltre 2 secoli? Beh tutti potrebbero pensare che io sia un vampiro ma ho qualcosa in più." dissi decisa.
"E cosa sarebbe questa cosa in più?" disse desideroso di una risposta immediata.
"Oh, così toglierei tutta la suspense. Che divertimento ci sarebbe?" dissi dispettosa.
Lui era stranito. Forse non si sarebbe aspettato la mia sfrontaggine nel dire le cose. La mia prontezza. La mia sicurezza nei movimenti.
Marcel intervenne.
"Klaus, con tutto il permesso è da oltre 150 anni che non vedo Megan, non intendo sprecare altro tempo con te." disse seccato.
"Oh bene, se non vuoi darmi la possibilità di conoscere la tua amica adesso, allora sarà un piacere per me invitarti a cena da me domani alle 19, spero che verrai."
"Non sperarci troppo" dissi sorpassandolo e andando insieme a Marcel a fare una bevuta. 

Io ero la personificazione del controllo. Riuscivo a bere la giusta quantità di sangue senza sporcare di un minimo da nessuna parte.
Ma quello che in pochi sapevano è che potevo anche essere spietata. Più di quanto qualsiasi persona potesse immaginare. Potevo pure essere più forte di un originale.
Nonostante il mio essere vampiro ero riuscita a mantenere dei poteri da strega che avevo ancor prima di trasformarmi. Era una cosa inimmaginabile che un abominio della natura potesse possedere il potere ricomporre l'equilibrio di esse stessa.

Avevo un grimorio pieno di incantesimi e se qualcuno avesse voluto intralciare la mia strada non avrei esitato ad usare tutti i miei poteri. Non temevo gli originali.

Conoscerne due nello stesso giorno era strano ma non mi intimoriva affatto.  Anzi mi spronava ad avvicinarmi a loro. Sapete qual'e il detto no? "Tieni vicino i tuoi amici, ma ancor più vicino i tuoi nemici." Non erano miei nemici, ma se si fossero rivelati tali avrebbero perito la mia ira.

*Angolo autrice*
commentate con le cose che non vi sono piaciute o con quelle che vi sono piaciute e controllerò per eventuali errori. A presto con il secondo capitolo. Spero vi stia piacendo.

𝐓𝐡𝐞 𝐜𝐡𝐨𝐢𝐜𝐞 | Mikaelson brothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora