14.Fuegos artificiales

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POV:[BRUNO]

Dopo avergli detto quelle parole, con così tanta sicurezza, abbassai lo sguardo imbarazzato; era ancora difficile, per me, sostenere quei suoi sguardi languidi e sognanti ogni qual volta che ci ritrovavamo in determinate situazioni.
Mi sentii in colpa all'improvviso per tutte le mie reazioni, le avevo scaricati addosso delle accuse pesanti, mi era stato difficile credere fin dall'inizio... l'avevo giudicata male.
Mi alzai dolorante e la trascinai con me.
<Spero tu possa perdonarmi...
S-sono stato un completo idiota a saltare subito a conclusioni affrettate...
I-io...
Mi dispiace tanto.>
Sentii una lacrima bagnarmi il volto e prontamente le sue dita la intercettarono, asciugandola.
La vidi scuotere il capo.
<Avrei avuto anche io delle serie difficoltà a fidarmi, se avessi visto tutto questo con te come protagonista.>
Tentò di rassicurarmi, sorridendomi dolcemente.
La abbracciai d'istinto a quelle parole, sentii il suo viso sul mio petto e le sue braccia ricambiarmi, stringendomi forte, aggrappandosi al poncho.
Restammo così per qualche minuto, io mi stavo beando del suo calore e del suo profumo... non avrei mai voluto staccarla da me.
Lentamente la sentii però allontanarsi e alzando il capo mi chiese:
<Perché hai messo questo poncho?>
Non capii il significato di quella domanda in quell'esatto momento, ma dato che voleva saperlo...
<Era un'occasione speciale... volevo farmi vedere da te al massimo...>
Sentii il viso diventare caldo, mentre le sorridevo sincero.
<Avrei dovuto capire da questo che non eri tu...>
Si sollevò sulle punte e mi stampo un tenero bacio sulle labbra.
Ricambiai sorpreso tutta quella dolcezza, senza capirne il motivo, sarei stato un pazzo a non assecondarla.
Quando si staccò da me mi guardò intensamente... avrei voluto averla ancora, avrei voluto trattarla meglio della volta precedente...
<Andiamo a Casita.>
Mi disse improvvisamente.
La guardai confuso.
<Sicuramente Camilo sarà lì... parlagli mentre tutti sono a festeggiare...
Una discussione fra uomini.>
Mi accigliai, ripensando al danno che aveva provocato mio nipote... non lo avrei mai pensato capace di fare una cosa simile, mi sentii tradito.
Annuii.
<Hai... hai ragione.>
La lasciai andare contro voglia e andammo a recuperare i cavalli.

-

Ci trovavamo davanti Casita...
Avevamo lasciato i cavalli ai loro proprietari, ma adesso... avevo un nodo alla gola che mi impediva di parlare.
La sentii stringermi la mano, incoraggiandomi:
<Stai tranquillo... sono certa che riuscirete a chiarirvi.>
Varcammo la soglia di casa, entrando nel cortile interno e sobbalzai quando sentii:
<Vi stavo aspettando...>
All'ammontare entrambi lo sguardo, sul balconcino del primo piano Camilo era poggiato coi gomiti sull'inferriata.
Lentamente si alzò, scendendo poi le scale lentamente, venendo verso di noi.
Era cupo in viso, anzi... sembrava giù di corda.
Lo vidi rivolgersi a lei, ma istintivamente la portai più vicina a me, in un gesto di protezione.
<Tio...>
Abbassò il capo annuendo, per poi sollevarlo, rivolgendosi nuovamente a lei.
<...Non avrei dovuto farlo, sono stato davvero un idiota... non volevo farti soffrire.
Ho usato il mio dono in maniera pessima.
Mi dispiace tanto.
Sono davvero pentito.>
Sembrava sincero... non avevo mai visto Camilo così costernato.
La sentii lasciarmi una mano, poggiando le sue sulle spalle di mio nipote.
<Accetto le tue scuse, ma... credo che dovresti parlare con tuo zio.>
Lo vidi annuire e prendendolo per il poncio lo trascinai in cucina, lasciando lei ad aspettarmi vicino le scale.
Una volta soli, presi un mestolo di legno e glielo tirai su un braccio.
<Ahio!>
Fece lui, infastidito dal colpo.
<Questo è niente in confronto a quello che abbiamo passato tutte e due!>
Era poco più alto di me, quel ragazzo impertinente.
<Mi spieghi perché diavolo hai... hai messo su tutto questo siparietto?>
Lo vidi abbassare lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
<Non... non lo so.>
Strabuzzai gli occhi, stavo davvero per infuriarmi.
<Tio... è che mi piaceva... e vederla resistere così... Non pensavo che le cose tra voi fossero così serie.
Mi dispiace averti dato dei problemi, ma adesso è tutto ok, ti voglio troppo bene per metterti i bastoni fra le ruote e poi... sembri così felice quando ti è intorno.
Non potrei mai farti una cosa tanto brutta.>
Mi guardò sinceramente dispiaciuto, sospirai e posando il mestolo di legno lo abbracciai.
<Va bene Camilo...
Ma il poncho nuovo me lo compri tu!>
Si mise a ridere e ricambiò il mio abbraccio tutto contento, annuendomi.

Seta [BRUNO X READER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora