secondo capitolo

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25 maggio 2019
Sapevo chi eri solo perché mi prendevi in giro, dicevi che ero strana; quel giorno ho deciso di andarti a parlarle, non sapevo cosa mi aspettava.
Ero impacciata,ti avevo solo chiesto come stavi, incominciammo a parlare, ti prendevo in giro scherzosamente, mi dissi che avresti voluto parlarmi prima ma eri timido. Non ci eravamo detti niente di che, solo poche parole ma non so come mai appena mi hai guardato ho sentito qualcosa che dentro di me si muoveva, non sapevo cosa fosse, non mi ero fatta molti problemi, insomma chi ti aveva mai guardato? Ma non so come mai, dopo quel giorno non ho smesso di pensarti; era impossibile che tu che non eri niente di che, timido, impacciato, alto, che non parlava tanto, insomma perché uno come te ha mosso per la prima volta qualcosa dentro di me? Ci siamo incontrati a scuola, giorno dopo giorno, mi raccontavi le tue paure, cosa avessi fatto durante la giornata, o semplicemente quanto odiavi studiare. Ti guardavo parlarle e vedevo dentro di me ogni volta una luce che con calma si faceva più forte ogni volta, ma non era amore era solo una  cotta passeggera.
Non volevo affezionarmi, sapevo che pochi giorni dopo sarebbe incominciata l'estate e che l'anno dopo non ci saremmo più visti poiché lui sarebbe andato al liceo. Dissi a me stessa che questo gioco sarebbe finito nel momento in cui finirà la scuola. Passavano i giorni, e sapevo quel che doveva succedere prima o poi, finché il giorno prima che finisse la scuola mi arrivò un suo messaggio, non lo trovavo strano insomma ci sentivamo anche via insta qualche volta.
Mi è arrivata la notifica e c'era scritto solo:" vediamoci stasera alle 19:30 alla solita panchina". La panchina ero semplicemente uno stupido posto dove stavamo molto spesso dopo scuola. Dopo aver visto il messaggio ero felice, ma dopo mi resi conto che forse quel incontro sarebbe stato solo un punto finale dopo un libro corto. Dissi:" va bene, a dopo". Sapevo che sarebbe stato il nostro ultimo incontro ma la speranza che quello non fosse un addio c'era sempre. Solo prima di uscire mi resi conto di quanto io ero stata bene con lui, quanto per la prima volta nella mia vita ero riuscita ad aprirmi un minimo, mi sentivo capita e per la prima volta ho pensato veramente che a qualcuno importavo davvero. Ero arrabbiata con me stessa, mi chiesi:" lo sapevo che sarebbe successo, ti piace uno con cui hai parlato pochi giorni, non sai neanche se gli piaci, adesso vai e affronti le conseguenze, non mi interessa se ci sarei stata male". Dopo mille pensieri, andai al punto di incontro, lui era già la, lo vidi e feci un sospiro per farmi forza, aveva su le solite scarpe, i suoi jeans preferiti e la solita stupida maglietta bianca che mette sempre. Mi siedo, e gli chiesi perché aveva voluto vedermi. Mi disse quel che mi immaginavo:" da domani non ci vedremo più a scuola, e mantenere un rapporto senza vedersi è complicato, probabilmente non ci vedremo più per il resto delle nostre vite" mi disse. Con aria triste gli diedi ragione, insomma cosa dovevo rispondere:" ah comunque io mi sono innamorata di te e non ti vedrò mai più?" Ad un certo punto mi ringraziò, non capì per quale motivo. Mi disse grazie perché mai nessuno lo aveva fatto sentire così vivo, era felice di avermi conosciuto, mi disse solo questo. Non è tanto ma dentro di me sapevo bene che anche lui almeno un po' si era innamorato di me. Ci salutammo, ero triste, stanca, era appena successo quel che mi immaginavo, prevedibile. Non so cosa mi sia preso ma mi dissi:" come farò adesso sapendo di non vederlo più?" E lo baciai. All'inizio mi fermò, ma subito dopo ricambiò il mio bacio, mi mise le mani sui fianchi, gli toccai i capelli, mi disse che ero bellissima. Tra quelle braccia mi sentivo protetta, sentivo che per la prima volta ero felice e forse in quel momento capì che ero fottuta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 06, 2022 ⏰

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