Capitolo 51 - TEMPO PER NOI

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Ogni volta che io e Derek cercavamo di ritagliarci un pò di spazio per noi succedeva sempre qualcosa o qualcuno ci interrompeva, sembrava quasi l'inizio di una barzelletta divertente, solo che di divertente non c'era assolutamente nulla.

Erano passate due settimane e tra il recupero dei miei ricordi e i cacciatori che facevano scorribande a casaccio nei territori vicini infastidendo i vari branchi, non avevamo avuto un momento di respiro.

I cacciatori non erano ancora riusciti ad organizzarsi come prima, a quanto pare Sunblood aveva in mano quasi tutti i gruppi di cacciatori presenti in America e la sua dipartita aveva scombussolato parecchio le cose, non si sa come ma questo aveva destabilizzato anche i gruppi che erano presenti nel resto del mondo, la Monroe a quanto pareva aveva iniziato a non riuscire a gestire tutto, piccoli gruppetti di cacciatori vagavano in giro per l'America attaccando a caso branchi di licantropi, purtroppo i piccoli branchi non sempre riuscivano a difendersi da soli e quindi si era creata come una specie di "rete d'aiuto", il branco più vicino e disponibile andava ad aiutare quello bisognoso.

Era mattina presto e quella notte Derek, Scott, Peter, Liam e una parte del branco di Satomi erano andati a dare una mano ad un branco che era a Nord di Beacon Hill, non avevo chiuso occhio, ero sempre molto preoccupata quando andavano via, Malia cercava sempre di tranquillizzarmi ma vedevo che anche lei era agitata fino a quando non tornavano, erano più o meno le cinque e mezza e di loro non c'era ancora traccia, ero rimasta per tutta la notte in salotto, raggomitolata sulla poltrona, non riuscivo ad andarmene a letto.

Sentii dei passi e poi la luce si accese quasi accecandomi.

<<Oh, scusa Amira, ma cosa ci fai qui?>>

<<Non riesco a dormire.>>

Era Chris, all'inizio ammetto che ero un pò distaccata con lui, anche se mi piaceva che stesse insieme a mia madre e che fosse molto legato con Scott, ma devo ammettere che mi aveva aiutata veramente molto in quelle due settimane con i ricordi, o più che altro mi aveva aiutato a gestire i momenti di rabbia che mi avevano assalita, mi ci voleva un nulla per saltare come una miccia, Deaton e Greenwood avevano detto che era a causa degli psicopompi, Chris aveva trovato il modo di farmi sfogare questa rabbia, ci allenavamo insieme, mi aveva insegnato ad utilizzare qualche arma, ma i miei preferiti erano i coltelli, a ogni lancio di questi, una piccola porzione di rabbia andava a conficcarsi nel bersaglio dove avevo lanciato il coltello e se ne andava dal mio corpo, ero diventata anche abbastanza bravina.

<<Sei preoccupata.>>

<<Un pò ...>>

Mi studiò attentamente, lasciandosi cadere sul divano di fianco alla poltrona.

<<Hai passato tutta la notte qui ad aspettarli vero?>>

Abbassai lo sguardo, normalmente non me ne sarebbe fregato un fico secco di quello che pensavano gli altri, ma adesso qualcosa era cambiato anche se non sapevo cosa.

<<Non preoccuparti, sanno cavarsela, vedrai che tra poco saranno di ritorno.>>

<<Tu che ci fai in piedi a quest'ora?>>

<<Ammetto che ero venuto a dare un'occhiata se erano tornati.>>

Restammo lì un'oretta ad ascoltare i suoni della notte e a farci avvolgere dal buio, quando sentimmo la serratura della porta scattare e tutti e due scattammo in piedi come delle molle.

Tutti e quattro entrarono e ci guardarono con gli occhi sbarrati, erano vivi, stavano bene, anche se un po' ammaccati, avevano dei graffi che facevano fatica a rimarginarsi.

Prefetti sconosciuti - Derek HaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora