Soli e pianeti

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Manuel non era mai stato un ragazzo geloso. Mai.

Non lo era stato nei confronti di Chicca, la prima ragazza con cui aveva avuto una relazione seria. Non lo era stato nei confronti di Alice, di cui per un attimo aveva anche creduto di essere innamorato.

Non lo era mai stato, nei confronti di nessuno. Non faceva parte di lui, la gelosia.

In realtà, l'aveva sempre considerato un sentimento stupido.

Sua madre una volta lo aveva anche rimproverato per questo.

"Manuel, prima o poi arriverà anche per te qualcuno di cui sarai così geloso che ti sentirai morire dentro" gli aveva detto, un giorno in cui lei e Manuel si erano ritrovati a discutere dell'argomento.

"Non ha senso essere gelosi. Se sei geloso di qualcuno con cui stai sei un idiota, perché quella persona sta con te, ha scelto te, vuole te. Che bisogno c'è di essere gelosi? E se sei geloso di qualcuno con cui non stai è pure peggio, perché se ci fosse la possibilità ci staresti insieme, no? Se non ci stai insieme evidentemente non c'è futuro, e allora è stupido essere gelosi per qualcosa che non ha futuro" aveva risposto lui.

E Manuel ci credeva davvero in quelle parole, era fermamente convinto.

Eppure, per la prima volta in vita sua, era geloso. Lo sentiva, pur non avendolo mai provato prima.

Era iniziato con il cuore che saltava un battito, e che poi iniziava a correre impazzito.

No, non impazzito. Arrabbiato.

Poi c'era stata l'insicurezza che si era impossessata di lui. E poi il nodo alla gola che non riusciva a tirare giù in nessun modo.

E, alla fine di tutto, quella voglia irrefrenabile di tirare fuori quella rabbia. Non importa come.

Tutti sintomi di una gelosia incontrollabile che però Manuel in quel momento continuava a negare.

Perché in quel momento davanti ai suoi occhi c'erano solo Simone e quel biondino della 4ª C che parlottavano tra loro, scambiandosi sorrisetti e sguardi che fino a qualche tempo prima Simone aveva riservato solo a lui.

"Che guardi?"

Manuel sobbalza sentendo Chicca arrivare alle sue spalle. "M'hai fatto prendere un colpo."

"Non esagerare. Allora, che c'è di tanto interessante in sto corridoio?"

"Niente" borbotta Manuel. "Simone dovrebbe prendere il caffè per entrambi e invece sta a fare le pubbliche relazioni."

Chicca segue lo sguardo di Manuel fino alla fine del corridoio, dove vede Simone chiacchierare con Paolo - il biondino della 4ª C - e dice: "Che c'è, ti urta che le pubbliche relazioni non le stia facendo con te?"

Manuel si volta verso di lei e la guarda come se avesse appena detto una cazzata, anche se in realtà si sente effettivamente urtato dal fatto che Simone stia passando l'intervallo con qualcuno che non è lui.

"Non guardarmi così" replica lei. "Sappiamo entrambi che ho ragione."

"Mi scoccia solo non avere il mio caffè, tutto qua."

Ma entrambi sanno che il problema non è il caffè. Solo che Chicca, che vede la situazione con la lucidità tipica di chi osserva le cose da un punto di vista esterno, si rende effettivamente conto del problema. Manuel, invece, continua a tenersi un enorme filtro davanti agli occhi.

Manuel quel filtro sugli occhi - ma soprattutto sulla testa e sul cuore - ce l'ha da così tanto tempo che Chicca inizia a temere che non se ne andrà mai.

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