A little smile

27 2 43
                                    

Non si era sbagliato.

Nessuno era in grado di fare una cosa del genere, seppur semplice, come far crescere un fiore nel palmo della propria mano; tranne ovviamente qualcuno dotato di capacità fuori dal comune e quella bambina pareva proprio possederle, lo aveva visto chiaramente con i suoi occhi, non si era trattato di un errore.

Cosa avrebbe fatto lui ora? Forse gli era appena stata presentata davanti l'opportunità tanto agognata, che avrebbe potuto dare una svolta alla sua orribile vita quotidiana, ma... in quale modo avrebbe potuto cogliere al volo questa opportunità? Come avrebbe potuto avere un approccio adatto senza mandare tutto all'aria? Severus non era molto bravo in queste cose: in una famiglia come la sua, dopotutto, come poteva...

Parallelamente a ciò, il giovanissimo mago non riusciva a togliersi dalla testa nemmeno quei bellissimi occhi verdi: due smeraldi luminosi incastonati in un viso così dolce incorniciato da una chioma rosso rubino.

Come fossero due estremi opposti.

Proprio come loro due.

L'espressione del piccolo si rabbuiò all'improvviso: sarebbe davvero riuscito ad avvicinarsi a quella bambina? E se si, lei come avrebbe reagito? Era una creatura così perfetta, mentre lui sentiva di non avere niente di bello... poi, con i vestiti di taglie sufficientemente grandi da farlo apparire simile ad una di quelle strane creature nere simili a fantasmi di cui si era imbattuto nel nome leggendo uno dei libri della madre, sotto la spiegazione dell'incantesimo del patronus.

Insomma, non aveva molti punti a suo favore e così come l'opportunità era arrivata, altrettanto semplicemente poteva svanire.

Da dopo la prima volta in cui aveva visto la sconosciuta, cinque giorni prima, Severus aveva continuato a seguirla e studiarla di nascosto, stavolta facendo molta più attenzione a non farsi beccare o destare sospetti.

Precisamente altri due giorni dopo, mentre la osservava giocare tranquillamente nel consueto parco, udì per caso una conversazione (piuttosto accesa per essere una semplice conversazione) che lei stava avendo con la bambina dai capelli biondi, la stessa con cui l'aveva vista spesso quando uscivano; proprio grazie a quello che stavano dicendo Severus apprese che la sconosciuta che aveva attirato la sua attenzione non conoscesse l'origine dei propri poteri.

Lei non sapeva nulla del mondo magico e lui aveva le risposte che stava cercando.

Se non era un'occasione perfetta quella.

Al bambino non sfuggì neppure il tono sgarbato e carico di disprezzo da parte della bionda nei confronti della rossa e non gli sfuggì altrettanto che quegli insulti le erano rivolti proprio a causa della sua natura magica.

A quel punto Severus capì che l'altra era una semplice babbana, come suo padre e, sempre come lui, non si faceva scrupoli a mancare di rispetto verso i maghi e le streghe.

Le labbra sottili del giovanissimo mago si distorsero in una piccola smorfia, ma decise di voltare la sua concentrazione sulla questione per cui era lì; si alzò ed uscì dal nascondiglio dietro l'enorme albero e si avvicinò a passi ponderati ed in completo silenzio alle due bambine.

Non temeva di avvicinarsi ad entrambe, non gli importava che ci fosse anche quella sciocca babbana... se si fosse messa in mezzo sapeva già cosa fare per farle togliere il disturbo. 

La prima a notare la sua presenza fu proprio la babbana, standogli di fronte, ma che Severus nemmeno degnò di uno sguardo, posando subito gli occhi scuri sulla la sconosciuta dai capelli rossi che si voltò dopo pochi secondi, permettendogli di incrociare di nuovo quegli stupendi occhi verdi: dovevano avere presso a poco la stessa età, poté riflettere adesso che aveva una visuale perfetta.

Severus Snape And The Marauders (IN PAUSA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora