cieco.

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"sei irritante" e così ero irritante.
era il mio amore ad essere irritante?
o la mia voce? cos'era che ti mandava
in tale ira? forse la mia banalità?
o forse perché sono sempre stato
uno che piange molto?
a te, le persone che piangono molto
ti davano fastidio, dicevi che era
inutile mostrarsi così deboli.
volevo smettere di amarti,
volevo cancellare quelle cifre infinite.
mi sentivo così vuoto, come la materia
che ci circonda, la materia è vuota.
non è stata una cosa che l'uomo ha
accettato subito, ma è così.
ed io a volte non riuscivo ad accettare
il fatto che, il mio unico modo di
riempire questo vuoto,
era stare con te, non so perché,
però era così e basta,
era normale.
nelle mie lacrime sentivo il bisogno
irrefrenabile d'essere tra le tue braccia
e di dipingere con te un quadro
di fiori rossi e gialli.
e quindi, preso dallo sconforto,
alzai la testa pesante e ti guardai.
eri sedutə, con le gambe incrociate.
ti analizzai ancora una volta e poi,
poi ti porsi parole pericolose,
s'un piatto di disperazione.
"baciami ti prego."
non pensavo avessi accettato,
eppure, non so per quale motivo,
ti fiondasti sulle mie labbra rotte.
probabilmente lo stavi facendo per pena,
ma sai ch'ormai non m'importava più.
ed eri violentə nel baciarmi,
perché eri così?
era come se fossi assetatə,
ma di cosa mi chiedo,
non di me sicuro.
stavi forse cercando di passare
tutte le tue pene sulla mia pelle
con quel bacio cruento?
non vedevi com'ero già
abbastanza distrutto (da te).
probabilmente non lo vedevi.
così come non vedevi le stelle.
così come non vedevi la luce.
così come non vedevi l'infinito del mio amore.

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