Capitolo 4

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Questo, era assolutamente il momento che George odiava di più.
"O andiamo George. Uno; la doccia la devi fare per forza, non voglio dormire con uno che puzza di cadavere. Secondo; sul serio ti senti così in imbarazzo quando sei nudo?"
George aveva l testa piantata nel cuscino, non voleva far vedere a Dream che era rosso in faccia.
"È COME SE TU ENTRASSI NUDO NEL BAGNO DELLE DONNE!!"
Dream sbuffò. Prese George per la maglietta e lo trascinò negli spogliatoi.
Lì si trovava il loro gruppo, quelli con cui facevano le lezioni, c'erano Sapnap, Karl, Quakity, Technobalde, Tommy e altri ragazzi che George non conosceva.
La maggior parte erano già in doccia.
Dream cominciò a spogliarsi, mentre George restò a guardare, non voleva doverlo fare anche lui.
"O andiamo George!"
"...sì..." e fece comunque anche lui lo stesso. George si continuava a chiedere come, un ragazzo di venti anni, aveva così tante cicatrici sul corpo, ma francamente lo sapeva già, a Dream piaceva raccontare le storie dei suoi ricordini, e a George piaceva ascoltare. Amava soprattutto la vicenda della cicatrice dietro alla schiena, due linee quasi perfette che si incrociano, così da formare una “X”, proprio al centro della schiena
“mi racconti ancora la storia della “x”?”
Dream oltrepassò il nanetto sorridendo, dandogli una pacca sul culo.
“magari più tardi”
Entrarono in doccia. Una grande stanza con almeno venti getti della doccia e altrettante venti maniglie per l’acqua calda. Stranamente la stanza non era sporca, e francamente lo sapevano tutti che era merito dei premi che il direttore metteva a disposizione per i detenuti che svolgevano al meglio il loro compito giornaliero.
Era una fortuna che il direttore del carcere fosse la persona più buona del mondo, e che non badava troppo alle spese per i detenuti, purtroppo aveva come consigliere un uomo duro di cuore, che ha passato la vita tra le persone peggiori, e quindi era abituato a trattare la gente male.
Dentro alle docce si trovavano la metà dei compagni, George individuò subito Technoblade, per via dei capelli rosa e lunghi, gli arrivavano massimo sopra alle ginocchia. Erano ormai due settimane che George era arrivato, questo significava che aveva già fatto almeno cinque docce, in queste cinque volte, ha tentato di vedere Technoblade senza la sua maschera da maiale, se quella era una maschera, ma ha fallito tutte e cinque le volte.
Technoblade e Dream avevano chiarito sulla questione di George, Technoblade voleva solo aiutare il piccoletto, pensava che Dream gli avrebbe fatto chissà che. George però non riusciva a spiegarsi perché, al suo secondo giorno, si fosse comportato così stranamente, in senso, le persone normali se vogliono aiutare, non sbattono al muro chi dovrebbe esser aiutato, no? Si è rivelato però una persona abbastanza buona, un po’ indifferente, ma molto disponibile.
Oggi però non avrebbe tentato di vedere la vera faccia del maiale, perché se lo avesse voluto, avrebbe potuto chiedere a Dream.
Il ragazzo biondo passò a George lo shampoo.
" ……... Fantastico, avrò il tuo stesso odore."
Dream rise per la battutaccia.
Un ragazzo si avvicinò, era la prima volta dall’arrivo di George che lo faceva.
Era poco più alto di George, capelli arancioni, dalla quale sbucano due orecchiette da volpe. Era molto snello, gli si vedevano le costole hai lati, e dietro accompagnava una coda, che da asciutta dovrebbe essere gonfia, ma ora bagnata.
George lo analizzò finché non si avvicinò a Dream.
Aveva sentito che Dream era uno dei ragazzi più popolari, tipo il miglior giocatore di rugby in una classe di cheerleader. Probabilmente il ragazzo che si stava avvicinando era una di quelle cheerleader.
"Ehi Dream~"
Sì. Aveva una voce dolce, niente di speciale, non era una voce in cui ci si poteva perdere.
“ehi Fundy…che vuoi?”
Dream dava le spalle al ragazzo e parlava distrattamente, si stava massaggiando il cuoio capelluto con le punta delle dita.
“Ho saputo che ora hai un compagno di cella.”

“sì. È lui” e con un cenno della testa indicò George, che salutò timidamente. Fundy non sembrava felice, lo guardò da cima a fondo, soffermandosi lì in basso ed George, imbarazzatissimo, si mise davanti a Dream per nascondersi, così da farlo girare verso Fundy.
“Ascolta Dream, questo qui non mi sembra neanche in grado di scopare, prendi me! farò tutto quello che vuoi.”
E con questo si avvicinò, si avvicinò tanto, si avvicinò così da sfiorare le labbra al biondo, che non si mosse.
George vedendo questo si gelò. Se Dream avesse scelto Fundy, e non avrebbe più voluto George come amico, gli sarebbe toccato un altro compagno di cella, magari meno gentile di Dream, più violento, e alla quale i pensieri di George non gli sarebbero interessati.
Tutto questo mandò in panico George, che strinse a sé Dream.
Tutto cessò per qualche secondo, l’unica cosa che il piccoletto sentiva era il rumore dell’acqua, la quale picchiettava sul pavimento e sulla pelle nuda dei compagni, sentiva la schiena bagnata di Dream premergli sulla guancia, i propri capelli appiccicatici sopra, l’odore del suo shampoo.  Tutti dettagli che George, in un secondo, stava cercando di memorizzare, se mai fosse dovuto andare via da lui, avrebbe portato con sé quei piccoli dettagli.
Dream sospirò, a quanto pare era l’unica cosa che sapeva fare bene, pensò George.
“Fundy, non sono interessato, quante volte te lo devo dire? E comunque se ti farei venire con me, qualcuno non ne sarebbe felice”
George alzò la testa e si staccò, ovviamente rosso in viso, ora si rendeva conto della cazzata che aveva appena fatto.
Dream prese sottobraccio George, Fundy indignato girò I tacchi e usci dalle docce.
“George,” si stavano dirigendo anche loro verso gli spogliatoi
“Anche se conosco da più tempo Fundy, sceglierei te piuttosto che lui come compagno di cella.”


George e Karl entrarono nel carcere giusto giusto due settimane prima delle visite. Karl sapeva che non avrebbe ricevuto visite, come George, ma comunque aspettarono ai tavoli d’attesa, per attendere i loro compagni di cella.
Erano seduti uno di fronte all’altro, Quakity era accanto a Karl, mentre da parte a George c’era Technoblade.
“Quakity mi ha detto che ora non dobbiamo preoccupare di Sapnap. Sai sulla faccenda del poterci parlare.”
“Sapnap?”
“oh, sì ecco, si fa chiamare così. Proprio come Dream e Quakity. Una specie di nome d’arte.”
George sapeva che quello di Dream non era un nome d’arte, ma bensì un nomignolo dato da alcuni vecchi carcerati, il suo vero nome era Clay.
“NON OSARE CHIAMARMI COSÌ NICK!”
George, come tutti gli altri nella stanza, si girò di scatto verso la porta che conduceva ai telefoni, sentì Quakity sospirare.
“È la madre di Sap. A quanto pare non gli è andata giù che il suo figlio ‘perfetto’ sia finito in galera per colpa di Dre-“
“NON ME NE FREGA NIENTE SE NON VIENI PIÙ A TROVARMI! IO QUA HO I MIEI AMICI E I MIEI RAGAZZI! SONO FELICE SE NON VIENI PIÙ!”
Karl si fece rosso in faccia e affondò la testa tra le braccia, Quakity gli accarezzò la schiena ridendo.
Technobalde alzò il sopracciglio e chiese anche per George:
“Karl? Mi devi dire qualcosa? Hm?”
Quakity rise ancora di più, mentre il rossore di Karl si diffondeva anche sulle orecchie.
“N…no”
Una guardai si avvicinò a George e gli disse che c’era qualcuno che lo voleva vedere.
Era una dei personaggi più bizzarri che avesse George mai visto. Era alto e portava una maschera antigas con su un logo di un creeper; era bellissima, il verde scuro e in nero scintillavano qua e là, era fatta di metallo si vedeva e metteva in risalto gli occhi, completamente neri eccetto la pupilla, che era bianca, aveva due paia di orecchie buffe, somigliavano quelle di una capra, ma con molto più pelo verde. Era rasato sulla parte sinistra della testa, mentre un ciuffo di capelli verdi quasi gli coprivano l’occhio destro.  La cosa che fece pensare a George che quella guardia potesse essere un creeper era dal fatto che aveva quattro braccia.
Due braccia si trovavano esattamente dove stavano quelle di un umano, mentre le altre due si situavano sotto di esse. In mano teneva un tridente.
“oh. Ciao Sam.”  disse Technoblade.

Con grande ansia George si diresse verso i telefoni, mentre Sapnap usciva incavolato nero.
Non vide nessuno dall’altra parte del vetro, però prese comunque la cornetta.
“pronto?”
Non appena lo disse, comparve un ragazzo sulla porta, indossava una felpa delle guardie e i pantaloni erano dei carcerati. Indossava il cappuccio, per nascondere i capelli, e portava una maschera bianca con uno smile disegnatoci sopra. Mentre l’uomo si sedeva, George vide Sam sospirare, la voce del ragazzo attirò la sua attenzione.
“Come va Gogy?”
George lo guardò confuso, chi poteva essere quel tizio? Mentre rifletteva l’uomo starnutì in modo buffissimo, facendo un sacco di rumore e una ciocca di capelli ricadde sulla maschera, e lì George capì.
“Dream!”
Il ragazzo sospirò e si tirò via la maschera ed il giacchetto, restituendo tutto a Sam, che, furtivamente, portò le cose nella stanza dove andavano le cose ritirate.
Dream intanto ricominciò a parlare:
“Ti è piaciuto?  Mi è costato un favore di Sam. Ora devo dirgli che è che fa girare tutti quei giocattolini.”
George sorrise ancora e l ringraziò:
“di cosa Gogy?”
“Di essere mio amico”
Dream si stupì ma sorrise comunque.
“Avete finito? Dream, ti sto tenendo troppo tempo fuori. Ora rientra.”
“Va bene Sam. Un attimo Gogy arrivo.”
E così fece. Tornarono dagli altri insieme, quando arrivarono, Sapnap stava sbraitando addosso a Quakity, i due erano in piedi uno di fronte all’altro, Sapnap puntava il dito addosso al suo ragazzo, mentre lui lo guardava furioso, Karl aveva la testa tra la braccia, con il tavolo che lo reggeva, Techno si era alzato per cercare di calmare Sapnap.
Non appena Dream e George furono abbastanza vicini per chiedere cosa stesse succedendo, Sapnap gridò:
“DILLO CHE PREFERISCI STARE CON SCHLATT, DILLO Q!” man mano che Sapnap lo diceva, Quakity sgranava gli occhi, sempre di più, dalla rabbia.  Alla fine della frase Quakity guardò Sapnap negli occhi, si leggeva solo rifiuto nel suo sguardo, come se lui avesse sparato il più grande degli insulti. Si vedeva benissimo che da un momento all’altro, avrebbe aperto bocca, facendo arrabbiare ancora di più Sapnap, le sue pupille si muovevano su ogni centimetro della pelle del ragazzo di fronte a lui, le labbra facevano dei violenti sussulti, mentre l’occhio destro aveva un tic. Aprì la bocca, pensando di dire qualcosa, ma Karl fu veloce, dunque si alzò di colpo, facendosi sbattere il ginocchio sul tavolo, la quale tremò, poi se ne andò correndo. Sapnap senza pensarci due volte lo seguì, girandosi verso Quakity un’ultima volta, prima di scomparire dietro all’angolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 24, 2022 ⏰

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